Sarà rimandato anche stavolta il dibattito sul ddl Cirinnà sulle unioni civili. C’è un ingorgo di decreti e riforme che non lasciano spazio di manovra al Governo, dicono i fedelissimi di Renzi (incluso Alfano).
Non è stato sufficiente quindi il triste teatrino di Scalfarotto, membro del Governo che fa lo sciopero della fame contro ciò che rappresenta, anche se non si tratta di un gesto “contro Renzi”, ha tenuto a precisare il sottosegretario.
Come se non bastasse in commissione al Senato sono stati presentati 4.300 emendamenti al ddl; la maggior parte portano in calce la firma di Giovanardi, Malan e Mauro. Tre esponenti politici che hanno molto a che fare con la genesi di questo Governo. Emendamenti goliardici e fantasiosi: viene chiesto che l’unione civile sia “indissolubile”, che sia fondata su una raccomandata con ricevuta di ritorno, che i contraenti abbiano la patente di giuda, almeno dieci testimoni e che siano in regola con il pagamento dell’Imu. Ironia che non fa per niente ridere, soprattutto dopo aver letto gli emendamenti seri dove si afferma che l’unione civile è sinonimo di “società economica per la gestione di abitazione” e che gli omosessuali che si uniscono non debbano avere reati precedenti (pedofilia, pornografia e prostituzione minorile). Come se fossero caratteristiche innate dell’essere gay.
Provo vergogna per come il Governo e la maggioranza si stanno comportando su questo tema. Continuando a svilire e ad ignorare ogni discussione importante sui diritti civili e sociali. Vince finora il clima di confusione e paura creato ad arte dai professionisti della finta teoria del gender. Non possiamo permetterlo.