Stamattina è stato sgomberato e parzialmente demolito lo Scup, uno spazio sociale ben integrato nel quartiere, nato in un immobile abbandonato per più di dieci anni e sottratto ad una possibile speculazione edilizia. Nell’ottobre del 2013 ho presentato una interrogazione parlamentare che non ha mai ricevuto una risposta dal Governo. Avevo chiesto dei chiarimenti su un’operazione finanziaria di cessione a un privato dell’immobile di proprietà del Ministero dei Trasporti che appare poco trasparente e sulla volontà di cambiare destinazione d’uso allo stabile creando un’area commerciale che si è palesata con una richiesta che il Comune ha negato.
Oggi ho preso parte al presidio. E davanti alle mie richieste, che hanno portato al blocco delle ruspe, nessuno ha mostrato l’autorizzazione per la demolizione della struttura. Un immobile che sorge a pochi metri dalle mura aureliane è stato distrutto parzialmente senza i necessari permessi? Nessuno finora ci ha dato le risposte. Viene invocato un principio di legalità violandone un altro? O la demolizione è stata autorizzata da qualcuno?
Rimane il punto politico: Scup è da tempo un luogo di riferimento per il quartiere, grazie alla palestra popolare e alle decine di attività sociali e culturali che offre soprattutto ai bambini del territorio. Davanti a questo sgombero, il Comune provveda ad assicurare subito a Scup la continuità dei servizi e delle attività. Si trovi una nuova sede: non è possibile lasciare la cultura senza casa.