In libreria “Roberta Lanzino, Ragazza”, il primo fumetto italiano dedicato a una vittima della violenza maschile. Le autrici: “La sua storia può essere quella di ciascuna di noi”. Un classico caso di femminicidio. Sullo sfondo l’ombra di personaggi legati alla ‘ndrangheta
Roberta Lanzino ha 19 anni, vive con la sua famiglia a Rende (provincia di Cosenza), è una studentessa universitaria. È il 26 luglio del 1988 e Roberta, con il suo motorino Sì della Piaggio, va verso la casa al mare. I suoi genitori Franco e Matilde sarebbero partiti pochi minuti dopo a bordo della “Giulietta” di famiglia. Percorre una strada secondaria. Perde l’orientamento, si smarrisce. Due uomini l’aggrediscono, le tagliano la strada, la colpiscono senza pietà al collo e alla testa con un coltello, la violentano e le conficcano una spallina in gola per strozzare le urla. Muore soffocata, Roberta. Il suo corpo viene ritrovato alle 6.30 del mattino dopo. Dopo più di vent’anni il suo omicidio non ha ancora una verità. Il processo è ancora in corso.
La storia di Roberta è una storia di violenza maschile, di morte, di ’ndrangheta che vive pagine della graphic novel “Roberta Lanzino, Ragazza”, sceneggiata da Celeste Costantino e disegnata da Marina Comandini, con la prefazione dello scrittore Carlo Lucarelli (che si occupò del caso con Blu Notte su Raitre) e la postfazione di Francesco Forgione, ex presidente della commissione Antimafia.
“Roberta – spiega l’autrice Celeste Costantino – è una ragazza di 19 anni che ha un motorino come tante di noi. E, come noi, a quell’età pensa di avere tutta la vita davanti. La sua storia poteva essere la mia. E chi non lo capisce si rende complice di questa morte. E di tutti i femminicidi che come un bollettino di guerra scandiscono la vita del nostro Paese nell’indifferenza generale”. Per questa ragione il fumetto sarà presentato per la prima volta a Roma il 22 novembre nell’immediata vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne. È un modo per ricordare la violenza che ogni giorno si accanisce sul corpo delle donne. Oltre ogni stereotipo raccontato dai media, oltre l’incapacità della politica e della società di accettare un fenomeno drammatico come quello del femminicidio. E la morte di Roberta Lanzino anche se non è un omicidio di ‘ndrangheta ad essa è legato. “La ‘ndrangheta – sottolinea Celeste Costantino, che è anche autrice della prefazione di “Sdisonorate”, il dossier che raccoglie tutte le storie delle donne uccise dalle mafie – è presente in ogni passaggio della storia. Vive nella concezione brutale e vendicativa che si ha del corpo delle donne, nelle lungaggini processuali e i depistaggi, nel fatto che quelli che dalla procura sono considerati gli assassini sono organici ai clan”.
Una storia che ha trovato forma nella matita straordinaria di Marina Comandini: “Lo stile grafico – dice la disegnatrice – vuole rispecchiare il durissimo contenuto della storia e di una certa irrequietezza che m’impone sempre di andare oltre Celeste Costantino, è una calabrese di 32 anni, fa politica di sempre occupandosi di antimafia, diritti e tematiche di genere. Ha molto lavorato contro il femminicidio su cui ha scritto saggi e organizzato manifestazioni ed eventi. Ha fondato il collettivo DonnedaSud, nato all’interno dell’associazione antimafie daSud, e la rete Ragazze interrotte.
I disegni della graphic novel sono di Marina Comandini, già moglie di Andrea Pazienza. Da tempo votata alla causa ambientalista e impegnata nel sociale, la pittrice e fumettista romana ha scelto di vivere in un casolare della Toscana.
“Roberta Lanzino, ragazza” è un fumetto della collana Libeccio, edita dalla Round Robin e curata da daSud, l’associazione antimafie che si occupa di recupero della memoria e di promuovere nuovi linguaggi creativi al servizio delle battaglie per i diritti sociali e civili nel nostro Paese.