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#Migranti Quelle immagini che ci riportano alla Shoah. Non possiamo più non vedere

Avviene tutti i giorni, da decenni. Migliaia di bambini, con i loro genitori alla ricerca di un futuro migliore, muoiono nelle spiagge, nei deserti, nei barconi, nel Mediterraneo, il più grande cimitero d’Europa.

Siamo lì, ora, in quella spiaggia. Insieme ad Aylan, tre anni. Con la faccia riversa sulla sabbia. La stessa su cui aveva passeggiato prima di salire sulla barca che l’avrebbe portato lontano, verso una nuova vita lontana dalla Siria in guerra. Sperava. Non sono storie lontane: questa foto ce lo urla in faccia. Insieme ad un repertorio di scatti e immagini che in questi giorni ci riporta al tempo della Shoah: i migranti fermi al confine, i poliziotti che scrivono numeri sui polsi dei bambini in Repubblica Ceca, le famiglie in attesa di un treno a Budapest.

Oggi Italia, Germania e Francia hanno stretto un patto per il diritto d’asilo europeo. Pretendiamo non sia un accordo al ribasso, un compromesso che farebbe ulteriormente naufragare quel concetto di solidarietà su cui dovrebbe fondarsi l’Europa, finora dimostratasi solo una unione di banche e austeri accordi economici.