Ieri centinaia di donne e uomini a Firenze hanno manifestato contro le motivazioni della sentenza che ha assolto sei ragazzi di uno stupro di gruppo nel 2008. Lei, la vittima, messa alla gogna per le abitudini sessuali, gli atteggiamenti, i costumi e le provocazioni. Il branco, dall’altro lato, non riconosciuto responsabile dello stupro: «un rapporto di gruppo che alla fine nel suo squallore non avrebbe soddisfatto nessuno, nemmeno coloro che nell’impresa si erano cimentati», scrivono i giudici, esecutori di un umiliante maschilismo, impregnato di stereotipi e di giudizi medievali sulle donne.
Italia, anno 2015. Un Paese in cui la libertà femminile fa ancora paura. #nessunascusa