I diritti delle donne, il contrasto alle mafie, la lotta alla precarietà sono alcune delle questioni a cui ho lavorato in questi anni, accumulando esperienza nei territori, nei movimenti e in Sinistra Ecologia e Libertà. Il mio impegno rispetto alla candidatura alla Camera parte da qui:
Questioni di genere
Le donne sono le più colpite dagli effetti della crisi economica, vittime di una disuguaglianza sociale paragonabile ai periodi più neri del secolo scorso: difficoltà di accesso all’occupazione, retribuzioni più basse degli uomini, impossibilità di crescita, senza adeguate forme di tutela e welfare sociale. I governi Berlusconi e Monti hanno derubricato le tematiche di genere nelle loro agende, ignorando spesso le pari opportunità e non promuovendo la partecipazione delle donne alla vita politica, economica e sociale. Intanto è sempre più allarmate il fenomeno del femminicidio, parola che fa fatica ad imporsi nei media, ma che racconta esattamente la barbarie continua sul corpo delle donne. È difficile oggi a contare tutte le donne che hanno perso la vita in seguito alle violenze di compagni, mariti, padri. La politica, oggi, deve arginare questa spirale di violenza maschile sulle donne.
Antimafia
Da anni denunciamo la presenza delle mafie al Nord. In particolare il loro accumulo di capitale economico e il continuo aumento del consenso sociale, in territori che la politica ha continuato a considerare immuni dai clan. In realtà la criminalità organizzata è forte e ben radicata nelle regioni settentrionali del Paese. Negare l’evidenza non è più possibile. La lotta alle mafie deve essere condotta anche sul piano culturale, demolendo stereotipi, utilizzando nuovi linguaggi, creando reti e alleanze tra associazioni, artisti e buona politica. Fare in modo che l’antimafia sia una priorità per costruire un’Italia che faccia della trasparenza, della giustizia sociale e dei diritti i suoi temi portanti.
Precarietà
Abbiamo parlato molto di diritti negati e poco delle soluzioni che dobbiamo trovare per la generazione di cui faccio parte, composta da donne e uomini tra i venti e i quarant’anni. Quelli che non hanno mai firmato un contratto a tempo indeterminato, che vivono un presente precario e che oggi non riescono ad immaginarsi minimamente un futuro. Il reddito minimo garantito, adottato nella maggior parte dei Paesi europei, rappresenta uno dei migliori strumenti di welfare per contrastare le disuguaglianze, favorire la cittadinanza, riaffermando con forza il diritto alla qualità della vita e il diritto al futuro.