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Caporalato, il Ministro Martina accoglie una delle richieste avanzate nel rapporto #Filierasporca. Ora proceda a rendere trasparente tutta la filiera agroalimentare contro sfruttamento nelle campagne

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La “responsabilità in solido” per le aziende che sfruttano i lavoratori nelle campagne italiane, annunciata ieri dal ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, è un primo importante passo verso la trasparenza della filiera agroalimentare.

Finalmente qualcosa inizia a cambiare, dopo le morti avvenute questa estate nei campi del Mezzogiorno e in seguito alla campagna mediatica di #FilieraSporca, organizzata dalle associazioni Terra!Onlus, daSud e Terrelibere.org. La misura individuata da Martina è contenuta nelle quattro proposte avanzate nel rapporto che abbiamo sostenuto e presentato più volte in tutta Italia.

Adesso è urgente anche la pubblicazione dell’albo dei fornitori e l’estensione a tutti i soggetti coinvolti nella produzione agroalimentare, per non rendere inutile il piano predisposto dal ministero. Inoltre continueremo a chiedere al Governo degli impegni precisi su l’etichetta narrante e la responsabilità solidale delle imprese. Solo così potremo ottenere una filiera trasparente, rendere i cittadini consapevoli e combattere la schiavitù e lo sfruttamento nei campi.

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Tutti quelli che affermano che finalmente anche gli insegnanti emigreranno per lavorare, lo sanno che l’87,3% di questi assunti è donna?

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Li hanno accusati di non aver bisogno di lavorare e di essere dei privilegiati. I docenti a cui sono state assegnate finora le cattedre a disposizione sono stati raffigurati come dei parassiti statali, in un racconto totalmente falsato dalla propaganda ministeriale e filogovernativa.

La “buona scuola” è una riforma che non tiene conto della realtà del Paese e della professionalità di tanti insegnanti. Affidare ad un algoritmo la vita delle persone è quanto di più irresponsabile e miope possa esistere: tutti quelli che affermano così candidamente che finalmente (quasi in una sorta di vendetta sociale) anche gli insegnanti emigreranno per lavorare, lo sanno che l’87,3% di questi assunti è donna? Dov’è finita la retorica renziana sulla maternità? Come si concilia l’allontanamento di una madre dal nucleo familiare con il modello “Mulino bianco” che ci hanno propinato in questi anni? Ci ricordiamo o facciamo finta di non sapere che sulle spalle delle donne grava tutto il welfare nazionale?

Eppure oggi ci sarebbe anche una buona notizia: grazie alla campagna #ChiediamoAsilo, che ho avuto il piacere di presentare alla Camera con ActionAid, è stato riaperto dopo due anni un asilo nido pubblico a Reggio Calabria. E allora aprite asili, migliorate i trasporti, fate assistenza gratuita agli anziani e poi magari ne riparliamo.

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#Migranti Non ci si può solo commuovere, bisogna dire da che parte stare

Un sondaggio Swg, oggi pubblicato dall’Unità, mostra risultati davvero preoccupanti sull’atteggiamento verso i #migranti degli elettori italiani. Sono più di uno di dati allarmanti, a partire da questo: un italiano su due pensa che dovremmo respingere i migranti prima che si avvicinino alle coste. I fomentatori d’odio insomma stanno purtroppo riuscendo nella loro scellerata strategia di comunicazione, raccattando voti con un populismo becero condito massicciamente da razzismo e xenofobia. Ma non basta. Il 94% degli elettori della Lega Nord i respingimenti dovrebbero iniziare immediatamente; la pensano alla stessa maniera il 67% degli elettori di Forza Italia.

La cifra più pericolosa riguarda però il partito di Grillo: il 46% degli elettori del #M5S vorrebbe cacciare e respingere i cittadini stranieri. Ecco la conseguenza della doppia anima della divulgazione grillina, che da un lato semina appelli razzisti dal blog di riferimento (allarme tubercolosi, il rifiuto della cancellazione del reato di clandestinità, la sospensione di Schengen “per qualche mese”) mentre dall’altro i parlamentari a cinque stelle non prendono posizione sui temi più importanti.

Non ci si può solo commuovere, bisogna dire da che parte stare.

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