Non basta dire “siamo contro tutte le discriminazioni”, bisogna attivare gli strumenti di prevenzione, come l’educazione sentimentale a scuola per contrastare violenze, bullismo ed omofobia.
La ministra all’Istruzione Giannini e il sottosegretario Faraone ci avevano assicurato che avremmo discusso al più presto l’introduzione di questo insegnamento, previsto dalla Convenzione di Istanbul. Mentivano. E non è l’unica menzogna che accompagna questa pessima legge sulla scuola. #1oradamore
Il Pd festeggia. Ma è un giorno triste per la scuola pubblica
Il Pd festeggia in aula l’approvazione della riforma della scuola. Per me questo passaggio parlamentare è il più doloroso che ho dovuto sostenere dall’inizio della legislatura.
La scuola è la principale istituzione che traccia un modello di società: fino ad adesso vantavamo una scuola giusta, sicuramente con alcuni problemi da risolvere, che però metteva tutte e tutti nelle condizioni di avere accesso al sapere indipendentemente dalla classe sociale e dalla collocazione geografica.
Vantavamo una scuola laica e pubblica, in cui la libertà di insegnamento permetteva la possibilità di maturare un pensiero critico. Io ad esempio, figlia di un ferroviere e di una casalinga, nata e cresciuta in un quartiere periferico di Reggio Calabria, ho avuto una formazione di alta qualità, la stessa di coloro che provenivano da famiglie agiate dei migliori quartiere di qualsiasi città del nord.
Per i miei figli, per i miei nipoti avrei voluto esattamente questo.
Oggi invece il Pd realizza il modello aziendalista ed elitario che non era riuscito a costruire il Governo Berlusconi.
Oxi alla buona scuola. Dobbiamo continuare a lottare contro questa riforma
#Oxi alla riforma della #scuola. Poco fa in aula abbiamo esposto questi cartelli contro il Governo Renzi, che sta trasformando l’istruzione pubblica in affare privato. Dobbiamo continuare a lottare: abbiamo l’obbligo costituzionale di fermare e cambiare questa riforma. Tutti insieme. #opencamera
Question time alla ministra Giannini sull’educazione sentimentale, la strategia nazionale Lgbt e l’applicazione della Convenzione di Istanbul
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
nel 2013 l’Italia ha aderito, attraverso il Dipartimento per le pari opportunità e l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni (Unar), al programma del Consiglio d’Europa, che adottava la strategia nazionale lgbt 2013-2015, il cui obiettivo era prevenire e contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere;
sempre nel 2013, il Parlamento italiano è stato il quinto in Europa a ratificare – all’unanimità – la Convenzione di Istanbul, convenzione europea in cui è espressamente indicata la necessità di inserire nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado delle forme di educazione all’affettività, ovvero uno spazio in cui è possibile far confrontare i ragazzi sulle relazioni, sulle differenze di genere, sulla risoluzione dei conflitti;
il 4 giugno 2015, nessun delegato istituzionale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca si è presentato alla conferenza stampa convocata a Roma dall’Asse educazione e istruzione organizzato da Unar e Re.a.dy nell’ambito della strategia nazionale; lo si apprende da un comunicato delle associazioni lgbt Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione radicale certi diritti, Equality Italia, Famiglie arcobaleno, Gay center, Mit, che in quell’occasione confermava anche la pubblicazione on line del portale lgbt, ormai pronto, uno degli obiettivi della strategia nazionale e per cui infatti erano stati stanziati degli appositi fondi pubblici e di cui on line non si ha ancora traccia, a distanza di venti giorni;
nei giorni precedenti alla manifestazione, svoltasi il 20 giugno 2015 a Roma, denominata «Difendiamo i nostri figli», in vari gruppi Facebook e Whatsapp di molti genitori di studenti sono comparsi dei messaggi allarmistici su fantomatici corsi di «teoria del gender», veicolati in alcuni casi addirittura da una dirigente scolastica, come per una circolare n. 289 diffusa presso l’istituto romano «Via P. A. Micheli» e su cui gli interroganti hanno già presentato un’interrogazione a risposta scritta, in cui si invitavano i genitori ad «informarsi meglio» sul sito del comitato promotore della manifestazione organizzata da gruppi cattolici;
secondo l’Istat erano più di 3 milioni gli italiani che si dichiaravano omo o bisessuali nel 2012 e secondo una ricerca condotta dall’associazione Arcigay, con il patrocinio dell’Istituto superiore di sanità, già nel 2005, il 17,7 per cento dei gay e il 20,5 per cento delle lesbiche con più di 40 anni ha almeno un figlio. Attualmente, nonostante non esista un registro nazionale ufficiale delle unioni civili, si calcola che i figli di coppie omosessuali siano in Italia circa 100 mila –:
in questo clima di «caccia alle streghe», di totale confusione e di sostanziale diffamazione nei confronti di associazioni coinvolte in numerosi percorsi scolastici di successo che colmano il vuoto lasciato dai programmi ministeriali su qualsiasi aspetto dell’educazione all’affettività, come intenda il Ministro interrogato attendere agli impegni presi attraverso la strategia nazionale lgbt e attraverso la Convenzione di Istanbul nel contrasto all’omofobia, agli stereotipi e alla violenza di genere.
(3-01565)