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Oggi i deputati Sel Celeste Costantino e Giancarlo Giordano, insieme ad una delegazione di tutte le forze politiche rappresentate in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, hanno incontrato i neoabilitati del Tirocinio Formativo Attivo (Tfa), corso di abilitazione all’insegnamento scolastico creato nel 2012 dal Ministero dell’Istruzione in sostituzione delle vecchie Scuole di Specializzazione chiuse tre anni prima.

Costantino e Giordano hanno ascoltato le storie dei docenti in sit-in dalle 12 davanti a Montecitorio. Storie di ordinaria precarietà dovute a scelte sbagliate effettuate dai governi Berlusconi e Monti. «Con la fine del primo ciclo di Tfa – afferma Celeste Costantino – le responsabilità dei ministri dell’Istruzione che si sono susseguiti in questi anni sono venute a galla: il risultato di alcune scelte politiche non hanno fatto altro che creare una guerra tra “poveri”, e di enfatizzare strumentalmente lo scontro generazionale tra precari con esperienza pluriennale e neolaureati».

I deputati presenti all’incontro si sono impegnati nel richiedere un’audizione ufficiale in VII Commissione con la presenza del Governo. «Ascolteremo tutte le categorie di docenti precari coinvolti – puntualizza Giancarlo Giordano – per avere un quadro più chiaro di una importante questione che riguarda il futuro dell’Istruzione e della scuola in Italia».

La protesta dei neoabilitati è iniziata dopo la dichiarazione del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza del bando di un secondo ciclo di Tfa ordinario con oltre 29.000 posti da assegnare. Con la comunicazione, tra le righe, che i vincitori della selezione entreranno in una graduatoria fuori fascia per l’assunzione in ruolo.

Il nostro o.d.g è inerente alL’articolo 59 del decreto legge, articolo che stanzia risorse per l’erogazione di “borse per la mobilità” a favore di studenti che, dopo aver conseguito risultati scolastici eccellenti, intendono iscriversi a corsi di laurea in regioni diverse da quella di residenza.

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In questi anni la politica istituzionale ha utilizzato una grande retorica intorno ai problemi delle nuove generazioni. Retorica accompagnata da scelte che si sono dimostrate sbagliate. Adesso siamo ad un punto di non ritorno. Per cui o questo Paese decide davvero di partire dalla scuola e dall’università per compiere delle scelte nette e precise che permettano trasformazioni reali, oppure anche questa legislatura sarà ricordata – in continuità con quelle dei Governi Berlusconi e Monti – una legislatura dalle lacrime di coccodrillo. Proprio stamattina gli studenti della Rete della conoscenza hanno presentato i risultati di un referendum svoltosi dal 15 aprile al 4 maggio che ha coinvolto quasi centomila studenti a cui è stato chiesto di esprimersi sui nodi centrali del loro quotidiano formativo e la qualità della loro vita universitaria. Da questa ricerca emerge in maniera drammatica la sensazione di incertezza nei confronti del futuro a causa della disoccupazione e della precarietà lavorativa. Un tema sempre evocato ma mai affrontato dalla politica. Questo il terrore di chi studia e non sa cosa succederà dopo la fine del percorso accademico, questo il terrore di chi non si può permettere questo percorso di studi, questo il terrore di chi non ci crede più e decide di stare fermo.
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