Articolo

Roma, le vecchie strategie non valgono più

elezioni romaStando ai sondaggi su Roma un elettore su due dichiara di non voler votare alle prossime amministrative. Non mi sembra un dato poco credibile ma al di là dei numeri è del tutto evidente che c’è una città scoraggiata, malconcia e confusa.

Dove il passato ritorna, il presente non risponde e il futuro non segue alcuna logica. Un quadro fuori controllo a cui non si può affiancare uno schema consolidato. Per questo qualche giorno fa dicevo di abbandonare presunzione e tatticismo, perché credo davvero che a questo giro non si possano applicare regole “coerenti”.

Coerenti a cosa? Ad una linea politica? Ad un candidato? Ad una questione morale aperta? Ad un bilancio amministrativo? Non c’è un solo criterio che assolve la complessità di quello che abbiamo di fronte.

Chi invoca la nostra uscita dal centrosinistra a livello nazionale come in quello locale, non comprende il ruolo che abbiamo giocato nei governi dei territori. Chi sostiene l’alleanza col Pd come condizione irrinunciabile per andare avanti, non fa i conti fino in fondo con la vocazione autonoma che Sel deve darsi e ha deciso di darsi.

Si è detto decidano i territori. Giusto. Ma dopo tutto quello che è successo è possibile immaginare una scelta che sin da subito interroga la città e non solo il proprio gruppo dirigente? È possibile immaginare assemblee in ogni municipio in cui si invita a discutere tutti sulle idee da mettere giù in un manifesto per Roma? Possiamo prenderci questo tempo per provare a coinvolgere e far partecipare più gente possibile ad un percorso di riflessione comune? Possiamo pensare che il tema dell’alleanza e dei candidati possa essere sbloccato dalla pratica politica?

Perché oggi leggo di sostegni e bocciature a Fassina, di assemblee con Zingaretti, di candidature renziane all’orizzonte e del fantasma di Marino. Personalmente ho un atteggiamento laico che mi permette di non dire “no” a priori a nulla ma non riesco a capire come si possa in questo momento dire “sì” a priori a qualcosa o a qualcuno, se non nel ricordo di quello che è stato. 

Articolo

Lo stesso amore, gli stessi diritti. Al Circolo Sel Testaccio per parlare di unioni civili

testaccioOggi, 4 novembre, alle ore 18.00 al Circolo SEL Testaccio sarò all’assemblea pubblica: “LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI”. Intervengono insieme a me Imma Battaglia (Consigliere Comunale Sel), Mario Colamarino (Presidente Circolo Mario Meli), Danilo Martarelli (Vice presidente Di Gay Project), Ettore Ciano (Presidente Agedo Roma), Giada Pugno (Avvocato Matrimonialista), Mauro Cioffari (Coordinamento Sel Roma). Coordina: Adriano Greco (Sel Testaccio).

“LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI”

In Italia sono in aumento esponenziale le famiglie non legate dal vincolo matrimoniale, le cosi dette COPPIE DI FATTO, molte composte da persone dello stesso sesso.

“Art. 29 della Costituzione Italiana: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”

“Art. 3 della Costituzione Italiana: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Roma da poco meno di un anno ha approvato il registro delle unioni civili. Centinaia di coppie, omosessuali ed eterosessuali, hanno già fatto richiesta di iscrizione. In questi giorni, in senato, è in discussione la proposta di legge sulle unioni civili. Il nostro Paese è l’unico, infatti, trai fondatori dell’Unione Europea, a non aver dato ancora un “ABITO GIURIDICO” alle coppie di fatto.

 

 

 

Articolo

Marino non ha saputo imprimere una visione sulla città. La legalità non basta

ignazio-marino-535x300-1444297076

Basta ipocrisie. Il Pd, vecchio e nuovo, sta in tv a sostenere che Marino si è dimesso per gli scontrini. E’ del tutto evidente che il problema non è quello, anche perché se si mettessero sotto osservazione – come è stato fatto con Marino – le spese di tutti i sindaci e presidenti di regione del Pd… beh non so davvero quanti rimarrebbero in piedi.

Voglio giustificare un illecito? No. Sto solo dicendo che non è questo il tema.
Purtroppo Marino non ha saputo imprimere una visione sulla città, non è stato capace di entrare in connessione con i romani ed è stato totalmente incapace di fare un gioco di squadra. Comprendo le scelte del mio partito: noi Marino lo abbiamo sostenuto più del Pd, ma la “legalità” da sola non basta e lui purtroppo ha ascoltato sempre troppo poco le forze che a fatica hanno cercato di portare avanti un’idea di città. Il giudizio politico quindi, per quanto mi riguarda è complessivamente negativo.

So bene però che chi l’ha voluto fare cadere non l’ha fatto per questo. E considero inquietante l’accanimento che si è sviluppato nei suoi confronti prima, durante e dopo Mafia Capitale.

Non ho memoria di aggressioni mediatiche così violente e continuative per esempio nei confronti di Gianni Alemanno e sappiamo bene che lui si è spinto ben al di là della Panda rossa e degli scontrini. Fatti che non hanno generato questo moto di indignazione generalizzato.

Questa escalation di attacchi, questo accerchiamento, allora non è solo frutto di valutazioni della politica. E più ascolto e guardo le cose e più cresce in me un senso di profonda inquietudine. Non è normale quello che sta avvenendo in questa città. Dobbiamo fare molta attenzione e sforzarci di capire fino in fondo cosa sta succedendo.

Articolo

Interrogazione parlamentare sui funerali di Vittorio Casamonica. #Antimafia

funerali-casamonica-701074

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10284
Mercoledì 9 settembre 2015, seduta n. 478

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno .

— Per sapere – premesso che:
giovedì 20 agosto si sono svolti i funerali di Vittorio Casamonica, presunto boss sessantacinquenne dell’omonimo clan Casamonica, clan noto per l’attività di racket, di usura e di gestione delle piazze di spaccio di stupefacenti in tutta Roma;
il clan dei Casamonica ha acquisito un’enorme fortuna tra gli anni ‘70 e ‘90, inizialmente legando i suoi interessi a quelli della Banda della Magliana, diventando il clan organizzato più potente del Lazio (il rapporto della DIA parla di 90 milioni di euro di beni);
nel 2010 i Casamonica hanno intessuto e potenziato gli affari con la ‘ndrangheta, come emerso nelle indagini degli inquirenti dalla scoperta della collaborazione con Pietro D’Ardes, ex ispettore del lavoro rinviato a giudizio nel 2009 dalla procura di Palmi per associazione a delinquere in concorso con esponenti della ‘ndrangheta e noto per i suoi rapporti con il clan camorristico dei Casalesi;
negli ultimi anni i Casamonica sono stati travolti da una serie di inchieste che hanno visto molti di loro condannati e numerosi sono i beni sequestrati;
i funerali di Vittorio Casamonica si sono svolti in pompa magna, come hanno riportato i giornali e le televisioni di tutto il mondo, presso la Chiesa romana Don Bosco, nella periferia est della capitale, dove risiede il quartier generale dei Casamonica. Si è trattato di un funerale in stile «padrino» che ha bloccato la circolazione e mobilitato i vigili urbani del territorio, con carrozze, cavalli, un enorme corteo funebre e petali di rose lanciati da un elicottero che sorvolava la zona;
i fatti di Mafia Capitale e l’inchiesta Mondo di Mezzo hanno fatto emergere nell’ultimo anno una massiccia presenza delle mafie a Roma, presenza disconosciuta e negata fino a poco tempo fa persino dalle più alte cariche istituzionali della città, e che invece un pezzo della società civile e le molte associazioni presenti sul territorio denunciano da anni. Una presenza che ha creato welfare e lavoro, come ha dimostrato in questi anni agli inquirenti il sistema Casamonica. In questo clima e dopo lo svelamento della fitta rete di affari che le mafie gestiscono a Roma, risulta inaccettabile che si siano svolte, in maniera così pomposa, le esequie del capofamiglia di un clan mafioso –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intendano verificare che non vi siano state delle falle nel rispetto delle regole, relative al sorvolamento dello spazio aereo.

SCOTTO, COSTANTINO E ALTRI > 4-10284