Educazione sentimentale, in attesa dell’esame in Parlamento. Intervista su “Leggendaria”, marzo 2015
Leggendaria dedica un numero alla scuola, l’educazione sentimentale e la guerra sul gender. Tra i racconti di buone pratiche, progetti virtuosi grazie ad associazioni e dirigenti scolastici sensibili ai temi di genere, anche l’intervista alle tre prime firmatarie delle proposte di legge sulla “educazione di genere” o “educazione ai sentimenti” o “all’affettività” presentati da parlamentari di diversi partiti. Questa l’intervista che ho rilasciato su #1oradamore, spiegando le mie proposte per cambiare davvero la scuola.
Tre disegni di legge con lo stesso obiettivo: fare della scuola una palestra per abbattere pregiudizi e stereotipi che alimentano o giustificano violenza e bullismo, disparità tra i generi, omofobia. Le strade finora pindividuate, l’ora dedicata all’educazione dei sentimenti o quella di permeare tutto l’insegnamento al raggiungimento di questo obiettivo. Quale è stata la sua scelta?
La mia proposta di legge muove dall’art. 14 della Convenzione di Istanbul e include sia l’ora singola di educazione sentimentale sia l’utilizzo dell’educazione all’affettività come lente per rivedere tutto il programma scolastico. Prevediamo anche che siano adottati libri di testo che rispettino le indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione Polite (Pari opportunità nei libri di testo) e la formazione per tutto il corpo docente. Sono già tantissimi, anche se poco noti, i laboratori di educazione sentimentale organizzati da singoli insegnanti in tutta Italia: un lavoro prezioso, dalla scuola dell’infanzia fino alle secondarie. Ma non possiamo lasciare alla sensibilità di singoli docenti una questione così importante, occorre un piano strutturato ed organico.
Avete avviato un confronto o pensate di avviarlo con le altre parlamentari che hanno presentato proposte sul tema? Un cammino comune è pensabile?
Credo che un cammino comune sia praticabile e auspicabile. La mia proposta di legge è nata da un confronto con scuole, docenti e operatrici dei centri antiviolenza che ho conosciuto durante #RestiamoVive, un viaggio nei luoghi di aiuto per le donne vittime della violenza maschile. Dopo aver depositato la proposta, tra l’altro, abbiamo anche lanciato la campagna #1oradamore, che ci ha permesso, grazie ai consigli che arrivano da esperti/e del settore, associazioni e famiglie, di arricchire il testo della legge. Adesso le proposte di legge in materia si sono moltiplicate, è positivo. Visto e considerato che una di queste è stata fatta dal Partito democratico, partito di maggioranza che esprime il Presidente del Consiglio, mi auguro che ci sia al più presto la calendarizzazione. Ad oggi, a distanza di quasi due anni, non è così.
In linea di principio la legge di cui lei è prima firmataria recepisce alcune norme contenute nella legge n.128 di conversione del decreto del governo Letta proprio in materia di istruzione, università e ricerca, oltre alle direttive in sede europea, la convenzione di Istanbul approvata dal Parlamento e anche quelle del Miur. Eppure la strada è tutt’altro che semplice. L’Italia finora, rispetto ad altri Paesi europei, è rimasta molto indietro. Come pensa di poter superare le difficoltà?
Nessuno pensa ovviamente con l’educazione sentimentale di strappare alle famiglie l’educazione dei figli, ma un Paese maturo non può commettere l’errore di pensare che tutti gli adolescenti vivano le stesse situazioni familiari. Peraltro, l’esperienza ci racconta come la violenza spesso si annidi proprio tra le mura domestiche. La scuola è lo spazio che deve offrire strumenti di lettura dei processi storici, culturali e sociali, per creare una futura cittadinanza consapevole, solidale e aperta alle differenze. La strada è quella del dialogo e della partecipazione. Il Paese è molto più avanti di quello che vuole far credere la politica.
Il punto che più le sta a cuore, per lei davvero irrinunciabile?
L’introduzione di un momento in cui si possa discutere direttamente con i ragazzi di emotività, relazioni, discriminazioni e tutte le cause della violenza, inclusi il cyberbullismo e l’omofobia.
16 marzo a Marano di Napoli per presentare #1oradamore
“Come prevenire la violenza sulle donne”: questo il tema dell’incontro promosso per lunedì 16 marzo dall’associazione di volontariato “Frida Kahlo – Pari Opportunità” di Marano.
Partendo dal progetto dell’associazione “L’ABC delle emozioni: sentimento del Banco”, insieme all’onorevole Celeste Costantino verrà presentata la proposta di legge “#1 ora d’amore” per l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione sentimentale nelle scuole come strumento per prevenire la violenza nelle relazioni di coppia.
All’incontro, che si svolgerà a partire dalle 17.30 presso la Sala Cavallo del Comune, interverranno le volontarie dello Sportello d’ascolto “Le Porte di Frida” Paola Iommelli (psicologa), Caterina Rebecchi (assistente sociale) e Annalisa Parrella (responsabile dello Sportello), e ancora Fabiana Romano (associazione Deam Team – Donne in rete), Giuseppe Cantore (associazione Don Chisciotte – Esperienza Aurora – Piano triennale sulle violenze a Napoli con 11 sportelli) e Giuliana Covella (giornalista e scrittrice, autrice del libro “Fiore come me. Dieci storie di vite spezzate”.
Europarlamento, Risoluzione Tarabella è un’ottima notizia per i diritti e la salute delle donne
Oggi il Parlamento europeo ha votato la risoluzione di Marc Tarabella sulla parità di genere. Una giornata storica soprattutto perché sancisce, tra i punti fondamentali, i diritti sessuali e riproduttivi delle donne attraverso l’accesso agevole alla contraccezione e alla scelta di interrompere volontariamente la gravidanza.
Sono tanti i temi della relazione, esposta dal parlamentare Marc Tarabella, in cui gli stati europei sono in ritardo: dalla parità di accesso al lavoro alle differenze retributive, dalla prevenzione della violenza di genere all’informazione sulla salute sessuale. Uno schema che segna da oggi uno spartiacque in tema di diritti e pari opportunità.
Adesso Governo e Parlamento, che negli ultimi tempi hanno cancellato i temi delle donne dalle loro agende, devono far seguire alla retorica e agli annunci, proclamati durante l’8 marzo, atti concreti per delle nuove politiche di genere, che eliminino discriminazioni e disparità. In un Paese in cui continua la difficoltà di reperire un medico che sia disponibile ad accogliere e seguire le donne che scelgono di interrompere la loro gravidanza presso le pubbliche strutture ospedaliere (mancanza di medici non obiettori e ridotti posti letto), non rispettando la legge che tutela il diritto alla salute e la legge 194.
La risoluzione Tarabella, infine, sottolinea anche la persistenza di stereotipi di genere. Per superarli in altri Paesi europei si insegna l’educazione sentimentale fin dalla scuola primaria. In Italia la mia proposta di legge per l’introduzione di questo insegnamento, utilissimo per la prevenzione della violenza di genere e il bullismo, è rimasta chiusa in un cassetto del Parlamento, senza avere la possibilità di essere discussa.