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L’Italia ratifica la Convenzione di Istanbul

Il Trattato passa alla Camera con voto unanime. Il nostro è il quinto paese europeo ad approvare il testo. Per essere operativo manca l’ok di altri stati. È il primo passo concreto, ma la strada è ancora lunga

di Luisa Betti (Il Manifesto)

violenzadonne

È passata ieri alla camera e all’unanimità, la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica – nota come Convenzione di Istanbul. L’Italia è il quinto Paese a ratificare questa convenzione, dopo Turchia, Albania, Portogallo e Montenegro, e per ora questo atto concreto, che passa al senato, fa tirare un sospiro di sollievo a tutte quelle donne, associazioni, società civile, che si sono battute sul campo perché questo obiettivo fosse raggiunto. Un merito condiviso con quelle donne che nelle istituzioni hanno accettato di ascoltare e che si sono mosse contro la violenza di genere, prima fra tutte la presidente della camera, Laura Boldrini, di cui l’aula di ieri ha riconosciuto «la forza e il coraggio» in questa battaglia.[Read more]

Oggi pomeriggio voteremo alla Camera il ddl di ratifica della Convenzione di Istanbul, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Ieri una bella discussione in Aula è stata purtroppo rovinata dall’assenteismo di moltissimi colleghi e da sterili polemiche tra M5s e l’ex ministro Mara Carfagna.

Eppure il tema del contrasto al femminicidio non meritava un’aula semideserta. Non la meritava nemmeno Fabiana, sedici anni, ennesima vittima della violenza maschile: accoltellata e bruciata viva da un suo coetaneo a Corigliano Calabro. Per lei, prima della discussione della ratifica, abbiamo iniziato con un minuto di silenzio. E la Camera sembrava più silenziosa di altre volte. La presidente della Camera Boldrini non ha potuto che mostrarsi dispiaciuta per le tante assenze nell’emiciclo. Ma la discussione è cominciata: un confronto maturo, lucido e responsabile. Sebbene tanti deputati l’abbiano perso.

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14 miliardi di buone ragioni

Il ministro Mauro oggi sul Messaggero: “Confermato il programma F35, sono sistemi di difesa avanzati che servono per la pace”.
L’ennesimo ossimoro della Difesa. Cancellare l’acquisto  – l’uscita dal programma non comporta altri oneri oltre a quelli già pagati per la fase di sviluppo del progetto –  e investire 14 miliardi contro la crisi. Per l’occupazione, la cultura, la scienza e l’istruzione.

f35-24022013