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#25N Contro la violenza di genere bisogna ripartire dalla scuola: da un anno è ferma mia proposta per introdurre educazione sentimentale

Il 25 novembre non è una giornata per commemorare le vittime, ma per fare un bilancio delle iniziative varate dall’Esecutivo contro la violenza sulle donne. Questo Governo purtroppo si contraddistingue, anche sul corpo delle donne, come un governo degli slogan.

Oggi ci ritroviamo con un Governo e un Parlamento che non affrontano la violenza di genere come fenomeno strutturale. Non è possibile continuare ad ascoltare annunci e retorica mentre i centri antiviolenza italiani chiudono per mancanza di fondi. Non c’è un solo provvedimento varato che tenga conto della Convenzione di Istanbul, diventata legge lo scorso agosto. Da più di un anno giace alla Camera dei deputati la mia proposta di legge per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole, come previsto dall’art. 14 della Convenzione. Bisogna ripartire dall’istruzione e dalla cultura per demolire gli stereotipi di genere e prevenire così la violenza maschile contro le donne.

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Cortei, Alfano continua la repressione e dice no a catene umane, sit-in e perfino a baci alle forze dell’ordine

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Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha presentato ieri ai sindacati il nuovo regolamento per cortei, controlli e fermi, che precisa una serie di “garanzie” per le forze dell’ordine e per i cittadini. L’obiettivo, indicato nella relazione introduttiva, sarebbe quello di fare in modo che «la condotta del personale della polizia» preveda «comportamenti improntati al rispetto dei diritti fondamentali, primo tra tutti la sacralita’ della persona». Finora c’erano delle regole che affermavano il contrario?

La relazione del Viminale osteggia principalmente le forme di resistenza passiva dei cittadini come i “baci” alle forze dell’ordine (atto provocatorio!), le “catene umane”, i “sit in” e gli “atti di autolesionismo”. Nel documento non si fa cenno al numero identificativo nelle divise per gli agenti in servizio. Costituirebbe, come diciamo da tempo, un diritto dei cittadini per risalire all’accertamento degli abusi dei poliziotti in situazioni di ordine pubblico. Non una proposta rivoluzionaria: e’ gia’ così in tantissimi Paesi europei.

Abbiamo depositato una proposta di legge per mettere a disposizione delle forze dell’ordine dei percorsi didattici, di addestramento e aggiornamento all’uso delle risorse della nonviolenza. Le nuove regole di ingaggio invece ci pare vadano nella direzione opposta: si introduce l’utilizzo dello spray al peperoncino, degli idranti, della pistola elettrica (già prevista nel decreto violenza stadi). delle fasce in velcro per immobilizzare, dello “sfollagente”.

Il ministro Alfano evidentemente continua a perseguire la strada della repressione, mentre omette di informarci su chi e’ stato responsabile dei fatti di piazza indipendenza contro gli operai dell’Ast di Terni.

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L’unica nuova regola per i cortei? Il numero identificativo per le forze dell’ordine.

Ast:operai,caricati per non farci arrivare a ministero

Il Viminale presenterà ufficialmente domani ai sindacati di polizia un documento di circa 100 pagine con le nuove regole di ingaggio per gli agenti in servizio durante i cortei e le manifestazioni. Vogliono introdurre finalmente il numero identificativo per le forze dell’ordine? Assolutamente no. Dopo le cariche della polizia agli operai della AST di Terni, il Governo Renzi che, con il ministro Alfano, ha sostenuto in parlamento una versione totalmente smentita dalle immagini tv e che finora ha scelto la strada del silenzio e del no comment, sta per introdurre l’utilizzo dello spray al peperoncino, degli idranti e del taser. Però specificano fonti del Ministero dell’Interno, il “contatto fisico con i manifestanti deve essere l’extrema ratio” e sarà considerata una “area di rispetto”. L’ennesima retorica utilizzata da questo Governo per tutti i suoi annunci maldestri.

Dicono che l’obiettivo sia tutelare “l’incolumità dei cittadini, ma anche degli agenti chiamati a garantire la sicurezza”. Una necessità condivisa. Il fatto è però i Governi che si sono alternati negli ultimi 20 anni hanno perso ogni credibilità di cui (purtroppo) hanno goduto, siano essi di centrodestra, centrosinistra o esecutivi tecnici. Abbiamo assistito ad un continuo e perpetrato uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine del nostro Paese: dagli incancellabili giorni del G8 di Genova fino alle cariche degli operai delle Acciaierie di Terni che manifestavano pacificamente a Roma.

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Stamattina abbiamo presentato la proposta di legge di Sinistra Ecologia Libertà sul conflitto di interessi. Vogliamo introdurre nell’art. 54 della Costituzione un espresso richiamo – come in altri Paesi europei – ad un principio: chiunque svolga funzioni pubbliche deve operare nell’esclusiva cura degli interessi pubblici, e in assenza di conflitti d’interessi. Tra poco in Commissione Affari costituzionali audiremo sul tema Raffaele Cantone, presidente Autorità nazionale anticorruzione.

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