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#UnioniCivili Il Governo porti subito il testo in Parlamento e smetta di calpestare i diritti di chi si ama

Noi siamo pronti da sempre. Dal primo giorno di legislatura chiediamo che finalmente vengano riconosciute le nozze gay nel nostro Paese. In questi anni abbiamo assistito a false partenze, giochetti sottobanco, propaganda elettorale e brusche frenate. Oggi si può. Il ddl Cirinnà non è il miglior testo possibile ma è il primo passo di un percorso sulle #unionicivili che vergognosamente l’Italia non ha mai iniziato. Per colpa soprattutto di una destra che spesso e volentieri ha parlato per nome e conto dei cattolici e che oggi, dopo le parole di Papa Francesco sull’aborto, dimostra di essere totalmente fuori dal tempo.

La cultura religiosa esprime dimensioni come l’accoglienza, la carità, il perdono nei confronti dei soggetti deboli. Lo fa con i migranti, con i detenuti, a modo loro con le donne. Oggi i vari Alfano-Giovanardi-Binetti invece continuano a rimanere indietro sulle unioni civili, ostacolando e bloccando il ddl Cirinnà.

Basta con i tira e molla. Il Governo porti subito il testo in Parlamento e smetta di calpestare i diritti di chi si ama.

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Il Governo vari subito il reddito minimo garantito. Non c’è tempo da perdere

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“La povertà al Sud fa paura. Serve subito il reddito minimo”. Sono le parole di Tito Boeri, presidente dell’Inps, certamente non un nemico/gufo del premier Renzi.

Il divario tra Nord e Sud in termini di povertà è cresciuto esponenzialmente: nel Mezzogiorno il 40% delle persone è al di sotto della soglia contro il 13% del Nord. Insomma non c’è tempo da perdere.

Il Governo vari subito il reddito minimo, includendo non solo gli over 55, fascia individuata dall’Inps che ha registrato maggior incremento povertà, ma anche i giovani disoccupati e tutti i cittadini in difficoltà. Per uscire dalla crisi bisogna creare lavoro di qualità: è importante per questo avere una continuità di reddito per potersi liberare dai ricatti del lavoro nero e delle mafie. Non è assistenzialismo, ma uno strumento di libertà.

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Stamattina a CoffeeBreak per parlare di cannabis, prostituzione ed educazione sentimentale

A #‎CoffeeBreak su La7 ho parlato della proposta di legge per legalizzare la #‎cannabis. Legalizzarla vorrebbe dire sottrarre alle mafie uno dei suoi business principali.

I clan con le sostanze stupefacenti controllano i nostri territori, creando anche consenso sociale e soprattutto un welfare parallelo. Roma, centro del traffico italiano di droghe, ne è un esempio: nelle periferie sono tante le famiglie che accettano di utilizzare le loro case come deposito delle droghe in cambio di soldi e favori.

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Cannabis, unioni civili, testamento biologico ed educazione sentimentale. Per una vera riforma per il riconoscimento di diritti sociali

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Abbiamo una grandissima opportunità. Esiste un gruppo trasversale in Parlamento che vuole portare avanti alcune proposte laiche, condivise e importanti: la legalizzazione della cannabis, la legge sull’eutanasia e il testamento biologico, le unioni civili, l’introduzione dell’educazione all’affettività nelle scuole. Un pacchetto di leggi che costituirebbe il cuore di una vera riforma, quella del riconoscimento di diritti che finora sono stati negati e della creazione di nuovi strumenti di prevenzione contro le mafie, le violenze di genere e l’omofobia.

Finora sono tutte proposte sulla carta. Ma sulla scorta del consenso ottenuto in questi giorni dall’intergruppo sulla cannabis, possiamo creare le condizioni nel Paese per far diventare ancora più popolari questi temi. Bisogna superare i dibattiti ideologici e dare finalmente risposte a delle questioni sociali molto rilevanti.