I centri antiviolenza in questi anni sono andati avanti con fondi minimi, troppo precariato e volontariato. Pensate ancora che non servano 100 milioni per i cav? Le donne denunciano più facilmente dove ci sono strutture e centri antiviolenza. Lo rilevo nel mio tour di ascolto #RestiamoVive.

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Teatro Valle Occupato e DL Cultura: l’odg Totaro (Fdi) non è mai stato votato in aula

Quella appena trascorsa è stata una settimana molto dura. Per le tensioni politiche del Governo, per l’inizio della discussione sul pacchetto sicurezza (ribattezzato DL Femminicidio), per il dibattito e l’approvazione del DL Valore Cultura. In merito a quest’ultimo provvedimento ieri mattina ho letto un articolo su Repubblica Roma, a firma Viola Giannoli, che riprende un post del blog del Teatro Valle, ed inizia così:

«Sgomberare il teatro Valle? La Camera vota sì e gli artisti si ribellano».

Una frase causa effetto che non corrisponde a ciò che è avvenuto in Aula durante la discussione della legge. La notizia si riferisce ad un ordine del giorno, a firma Achille Totaro (Fratelli d’Italia), che partendo da premesse totalmente incondivisibili chiede al Governo di assumere iniziative dirette “ad assicurare piena e corretta attuazione dell’accordo di valorizzazione stipulato tra il Ministero e Roma Capitale, al fine di consentire il rilancio e lo sviluppo dell’attività” del Teatro Valle di Roma.

Il pezzo sottolinea che quell’ordine del giorno presentato da Totaro e “votato dall’Aula” è stato “approvato con la sola contrarietà della Lega e l’astensione del M5S”. In realtà, com’è possibile leggere sul resoconto stenografico, l’odg non è mai stato votato in Aula. Quindi i voti relativi a M5S e Lega (come di Sel e della maggioranza del Parlamento) si riferiscono al voto finale del decreto e non all’ordine del giorno che, appunto, non è stato votato alla Camera. Nel dettaglio l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia è stato riformulato e recepito dal Governo.

Da settimane assistiamo senza dubbio ad una campagna di delegittimazione del progetto della Fondazione Teatro Valle bene comune. È indubbio che questo approdo istituzionale di una occupazione stia dando fastidio proprio perché indica un approccio alternativo per la condivisione e la difesa di un bene comune. Non l’unico possibile, come ha ricordato Rodotà durante l’inaugurazione della Fondazione, di cui sono socia.

Dico solo di cominciare a farsi carico della complessità. Non abbiamo mai votato e mai voteremo a favore di una norma che sgomberi la più bella esperienza di partecipazione in Italia. Come sono certa che anche le ragazze e i ragazzi del Valle avrebbero sostenuto un decreto che, per la prima volta in venti anni, ricomincia a ridare ossigeno ad un intero settore: dai finanziamenti alle Fondazioni lirico-sinfoniche al progetto di tutela e valorizzazione dell’area archeologica di Pompei, dalla semplificazione per la musica dal vivo fino al coinvolgimento dei giovani nel progetto di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano.

Io credo nell’esperienza del Valle Occupato, come credo a tutte le esperienze che si sono moltiplicate in questi anni – il Marinoni e il Sale Docks di Venezia, il teatro coppola di Catania, il Garibaldi di Palermo, il Pinelli di Messina e la Balena di Napoli – veri e propri punti d’incontro di maestranze, operatori culturali, attori, sceneggiatori e intellettuali. Presidi culturali da difendere a tutti i costi e non solo perché hanno contribuito alla creazione e alla diffusione dei saperi, alla protezione e valorizzazione dei beni culturali, ma perché hanno svolto un ruolo di supplenza nei confronti di uno Stato che, fino a ieri, non riteneva la Cultura un valore. Appunto.

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Lo Stato sia a fianco di Rosario Rocca

rosario-rocca-290x290Stiamo depositando un’interrogazione in seguito alle dimissioni irrevocabili di Rosario Rocca, sindaco di Benestare (Rc), dopo l’ennesimo atto intimidatorio ai suoi danni. Si ritrova solo, con le spalle al muro, di fronte ad uno Stato che si è dimenticato di lui e di tutti gli amministratori locali che sono presidi di giustizia sociale contro le mafie.

Le dimissioni di Rosario Rocca non sono affatto una sua sconfitta personale. Ma una sconfitta di tutti. Dello Stato in primis, del Parlamento, del Governo. Che in questi giorni ha vivacchiato tra vere, finte o ritirate dimissioni da parte di alcuni deputati e senatori . Dopo 7 mesi ricordo che ancora non si è ancora insediata la Commissione Antimafia. Basta con i teatrini politici: si faccia immediatamente, come chiedono migliaia di italiane e italiani che hanno firmato l’appello dell’associazione antimafie daSud, la Commissione antimafia. Una commissione che funzioni davvero che stia a fianco ai sindaci e alle amministrazioni, e che non diventi la solita medaglietta da indossare”.[Read more]

La necessità di questo decreto, l’urgenza con cui siamo costretti a votarlo, ci parlano infatti dell’ineluttabilità del fallimento delle larghe intese. Questo voto infatti non fa altro che provare a salvare il salvabile, tenta di non far sprofondare un settore che è stato umiliato e ridotto all’osso. Per vent’anni, in maniera costante. non sono stati dei marziani atterrati sulla terra a privare di dignità la cultura italiana.

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