BcBY7KPIUAAURiY

È una giornata di festa, importante non solo per Reggio Calabria e il Sud Italia. I Bronzi di Riace, dopo quattro anni di lavori di restauro, sono stati restituiti finalmente alle cittadine e ai cittadini nella miglior sede possibile per la loro esposizione e valorizzazione: il Museo nazionale della Magna Grecia.

Sono stati rispettati i tempi stabiliti dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo dopo le interrogazioni parlamentari da me presentate per accelerare sia i tempi del rientro a casa dei guerrieri che l’apertura della sala in cui da oggi sono in mostra.

Oggi alle 16.30 sarò all’inaugurazione del Museo nazionale della Magna Grecia insieme al ministro Massimo Bray, che anche in questa occasione ha dimostrato una profonda sensibilità, facendo il possibile per far tornare a casa i Bronzi di Riace entro la fine dell’anno e rispondendo concretamente alle nostre richieste in Commissione Cultura e a quelle dei comitati e delle associazioni che hanno invocato con forza la riapertura parziale del museo in tempi rapidi.

L’inaugurazione della Sala del Museo nazionale della Magna Grecia è anche l’occasione per ribadire che i Bronzi di Riace sono dei beni identitari e inamovibili, perché rappresentano un patrimonio irrinunciabile della comunità calabrese. Alla luce anche degli ultimi studi che confermano come le sculture, benché il restauro sia andato benissimo, non siano in condizione di viaggiare.[Read more]

Articolo

#Abusiva a chi? Centinaia di messaggi per respingere l’attacco del M5S

celeste abusiva

Centinaia di messaggi, tweet, post su Facebook con un provocatorio hashtag #abusiva per respingere con fermezza l’ennesimo attacco che Grillo ha sferrato contro i parlamentari chiedendo, con il solito atteggiamento antidemocratico, di impedirne l’accesso alle Camere. Così per tutta la giornata di oggi cittadine e cittadini di tutta Italia hanno voluto testimoniare la propria solidarietà a Celeste Costantino, deputata di Sinistra Ecologia e libertà, sottolineando l’importanza del suo percorso politico, del suo impegno parlamentare e dei risultati che è riuscita a ottenere dall’opposizione di un governo nato dalle larghe intese.

In tanti hanno ricordato l’emendamento al DL Istruzione, proposto e approvato, che prevede di destinare il 3% del denaro confiscato alle mafie per il diritto allo studio. Come l’impegno contro la violenza sulle donne: dalla richiesta, all’inizio della sua attività parlamentare, avanzata per prima al premier Enrico Letta, di ratifica della convenzione di Istanbul al viaggio #restiamovive nei centri antiviolenza d’Italia. E poi la proposta di ratifica della Convenzione de La Valletta per la protezione del patrimonio archeologico e l’istanza accolta dal ministro della Cultura Bray di istituire uno specifico reato contro le archeomafie.

“Ringrazio tutti per il sostegno – dichiara Celeste Costantino – Saper prendere con ironia anche questo attacco dimostra che il Paese non si rassegna alle violenze e ai populismi che caratterizzano l’azione di Beppe Grillo e dei cinque stelle. La lista di proscrizione pubblicata sul suo blog delegittima il Parlamento, le istituzioni e la democrazia, falsando il reale messaggio della Consulta. C’è tanta voglia di buona politica, nella sinistra e nel Paese. Abbiamo cercato di rappresentarla in Parlamento con iniziative dal basso, condivise e da nate da percorsi di partecipazione politica e da istanze dei territori. Anche per questo – conclude da deputata di Sel – non mi sento affatto abusiva: Grillo non dimentichi che Sel è stato il primo partito a raccogliere le firme per il referendum abrogativo della attuale legge elettorale e a depositare la proposta per tornare al Mattarellum e cancellare gli effetti nefasti del Porcellum”.

Articolo

Bray condivide le proposte dell’on. Costantino sulla protezione del patrimonio archeologico

A 21 anni circa dalla sua firma, l’Italia si prepara finalmente a ratificare la Convenzione Europea della Valletta in difesa del patrimonio archeologico. Grazie anche alla nostra proposta di legge ad inizio legislatura con la preziosa collaborazione dell’Associazione nazionale archeologi, il ministro della Cultura Massimo Bray ha messo tra le priorità del suo dicastero la ratifica della Convenzione. Un importante risultato dopo anni di ritardi nella modernizzazione dell’archeologia.

«Sulla ratifica della Convenzione de La Valletta vorrei assicurare – ha detto il ministro Bray in audizione – che i miei uffici hanno già provveduto l’11 novembre 2013 ad inoltrare uno schema di legge al ministero degli Affari Esteri in previsione di una prossima iscrizione all’ordine del giorno per l’esame del consiglio dei ministri. La procedura è stata attivata ritenendo molto giusta l’osservazione che ci è giunta dall’on. Celeste Costantino».

La Convenzione ha come obiettivo primario la conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico nelle politiche urbane e di pianificazione: riguarda principalmente le modalità di collaborazione tra archeologi, urbanisti e pianificatori. Formula inoltre degli orientamenti sul finanziamento dei lavori di scavo, di ricerca e di pubblicazione di risultati ottenuti. Non ultimo, la Convenzione disegna un quadro istituzionale per una cooperazione paneuropea in materia di patrimonio archeologico, il che implica uno scambio sistematico di esperienze e di esperti tra i diversi Paesi.

Ma non è l’unico passo in avanti. Infatti il ministro ha condiviso anche la mia denuncia riguardo alle archeomafie: il nostro patrimonio artistico e culturale è il più saccheggiato del mondo. Anche se sottovalutato, rappresenta il quarto business delle mafie, dopo droga, armi e riciclaggio.

«Sull’eccessiva debolezza del nostro sistema di sanzioni penali per i reati commessi contro il patrimonio archeologico, sottolineata dall’on. Celeste Costantino – ha affermato il ministro Bray – desidero comunicarvi che i miei uffici hanno predisposto una bozza di disegno di legge delega, inviata per condivisione ai ministeri della Giustizia, della Difesa e dell’Interno, finalizzata ad una riforma organica dell’intero sistema sanzionatorio per i reati contro il patrimonio culturale che introduce nuove figure di reato e inasprisce le pene per le fattispecie criminose già previste dal codice penale dalla normativa di settore».

Secondo l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr la perdita del patrimonio culturale ci costa circa un punto percentuale di Pil. E parliamo solo di una stima economica. Quella culturale è ovviamente inestimabile. Nel nostro Paese avvengono tre furti al giorno nel 2012 secondo il Rapporto Ecomafia dell’Osservatorio legalità e ambiente di Legambiente. È importante arginare il fenomeno, mediante un censimento dell’esistente: le aree non censite attualmente hanno percentuali altissime.