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A Febbraio ho presentato una interrogazione sulla grave situazione finanziaria del teatro «Vincenzo Bellini» di Catania, una delle più prestigiose istituzioni artistiche musicali del Paese, destinato a chiudere i battenti. Ho chiesto al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali un intervento diretto in aiuto del teatro etneo aumentando il fondo unico dello spettacolo (FUS) e, in particolare, assumendo iniziative per una copertura straordinaria per salvare i lavoratori e le lavoratrici del Teatro Bellini. (Qui l’interrogazione > http://bit.ly/1iGIVEl)

Questa è stata la risposta del Governo
«Mi riferisco all’interrogazione con la quale l’Onorevole Costantino richiede un intervento del Governo in aiuto del Teatro Vincenzo Bellini di Catania. Vorrei a tale proposito precisare che il Teatro massimo «Vincenzo Bellini» di Catania è ente non vigilato dal Ministero ma beneficiario di contributi a valere sul Fondo Unico dello Spettacolo ai sensi dell’articolo 28 della legge 14 agosto 1967, n. 800. La concessione di risorse finanziarie straordinarie a favore del Teatro in crisi esula dagli strumenti ordinari del Ministero e potrebbe eventualmente essere oggetto di uno specifico intervento del legislatore. Per quanto invece attiene alla generica richiesta di un aumento del Fondo Unico dello Spettacolo vorrei riferire che la quota del Fondo relativa al settore musica gode quest’anno di un lieve aumento, nell’ambito del quale le aspettative di tutti gli organismi potenzialmente beneficiari, fra i quali anche il Teatro Bellini, potranno trovare soddisfazione. Vorrei comunque sottolineare il fatto che la ripartizione del FUS si atteggia pur sempre quale procedura di tipo concorsuale. Il contributo a favore del Teatro catanese sarà pertanto quantificato a seguito di una comparazione di tutti i programmi presentati dai consimili Teatri di Tradizione».

La mia replica al Governo
Mi dichiaro insoddisfatta della risposta resa dal rappresentante del Governo: la considero cinica e supponente. Cinica in quanto non tiene in alcuna considerazione la sorte del personale impiegato nel teatro, il quale da diversi mesi non percepisce lo stipendio, pur continuando a svolgere la sua attività. Supponente in quanto le precisazioni concernenti le competenze del Ministero risultano già contenute nel testo dell’interrogazione. Ritengo necessario intervenire a sostegno della suddetta istituzione, impiegando le risorse del Fondo unico per lo spettacolo, delle quali auspico un significativo incremento. Reputo infine necessario che il Governo chiarisca se intende intervenire con strumenti straordinari in una situazione drammatica come quella rappresentata, assumendosi altrimenti la responsabilità delle sorti del teatro «Bellini» di Catania.

 


Madri, mogli, figlie, lavoratrici. Continua ad essere sempre molto difficile per le donne conciliare tempi e ruoli con lo sport. Il Governo si impegni per dare valore alla pratica dello sport da parte delle donne. Promuovendo e garantendo anche la rappresentanza di genere negli organismi dirigenziali e decisionali delle organizzazioni sportive.

La Camera ha approvato l’Italicum. Una legge elettorale brutta tanto quanto il porcellum. Una “riforma” senza parità di genere, preferenze, voto per studenti fuorisede ed Erasmus, conflitto di interessi. Ma con liste bloccate, pluricandidature e soglie talmente alte che escluderà milioni di cittadini e cittadine dalla rappresentanza.

Questa legge elettorale non considera nemmeno la nostra Costituzione. Per questo l’abbiamo mostrata in aula durante il voto.
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La retorica del merito è la negazione della discriminazione di genere. Che invece è reale, secondo tutti i dati: le donne a parità di mansione guadagnano meno degli uomini, perdono il posto di lavoro quando diventano madri, vivono una precarietà esistenziale sempre più marcata. Mi meraviglia che in questo Parlamento, dove è stata votata all’unanimità la Convenzione di Istanbul, si neghi questa evidenza.