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Ponte sullo Stretto: il Governo corregga immediatamente gli errori contenuti nella tabella del Def in cui si destinano nuovi fondi per la realizzazione della grande opera

Stretto-di-MessinaInterrogazione a risposta scritta:

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il Gruppo Parlamentare Sinistra. Ecologia Libertà ha presentato nei giorni scorsi una interrogazione (segnatamente l’atto n. 4-06614) nell’ambito della quale chiedeva al il Ministro interrogato di rispondere ai seguenti due quesiti:
1) se non intendesse correggere immediatamente quello che si auspica si tratti di un grossolano errore contenuto nella tabella n. 1. della nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2014 Doc LVII n. 2-bis allegato III (programma delle infrastrutture strategiche) ovvero la tabella delle revoche e delle riassegnazioni della legge obiettivo ove compare come «reimpiego di legge obiettivo», l’importo di 1 miliardo e 287 milioni di euro (segnatamente 1.287.324.000 euro) quale assegnazione alla Società Stretto di Messina Spa (decreto-legge n. 78 del 2009 convertito dalla legge n. 102; del 3 agosto 2009);
2) di chiarire in via definitiva che questo Governo non intenda in alcun modo riaprire il dossier teso alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina;
successivamente alla pubblicazione di tale interrogazione, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e non già il responsabile del dicastero in questione – che si è completamente astenuto dal chiarire il punto politico della vicenda, ossia se intenda o meno archiviare definitivamente il dossier relativo al Ponte sullo Stretto di Messina –, ha diffuso un comunicato stampa nel quale si legge: «Un’errata lettura di una tabella dell’allegato infrastrutture del Def ha indotto a ipotizzare un rifinanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina. Si tratta della tabella Revoche e reimpieghi, pubblicata sul sito del Cipe per obbligo di legge sin dal gennaio scorso e riportata all’inizio dell’allegato infrastrutture. Il decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145 (convertito dalla legge n. 9 del 21 febbraio 2014) stabilisce, all’articolo 13, comma 1-bis, che venga pubblicata un’anagrafe dei provvedimenti aventi forza di legge con i quali siano state revocate le assegnazioni disposte con delibere Cipe per la realizzazione di interventi infrastrutturali. Il termine reimpieghi indica non lo stanziamento di risorse a un’opera, ma l’indicazione storica di risorse revocate e non utilizzate né utilizzabili». Aggiungendo: «A riprova che per il Ponte sullo Stretto di Messina non sono state assegnate risorse basta consultare la Tabella 2 dell’allegato infrastrutture «Stato dell’arte e degli avanzamenti del programma infrastrutture strategiche» dove alla voce «Ponte Stretto Messina» (pagina 70) non risultano stanziamenti»;

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#RestiamoVive. Contro il femminicidio servono fondi per i centri antiviolenza e nuovi strumenti di prevenzione

Lunedì scorso, con l’ultima tappa a L’Aquila, ho concluso il mio viaggio nei centri antiviolenza italiani. Dall’inizio della legislatura, infatti, ho attraversato il Paese con #RestiamoVive per conoscere le storie e le operatrici dei centri antiviolenza da Sud al Nord. Ho visto da vicino il lavoro di tantissime operatrici che, tra mille difficoltà in cui si ritrovano ad operare, cercano di essere d’aiuto nel percorso di riappropriazione di sé di tante donne vittime di violenza.

È finito #RestiamoVive, ma il mio impegno continua. Da agosto, con l’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul, l’Italia possiede un quadro giuridico completo contro la violenza maschile sulle donne. Strumento finora completamente ignorato dal Governo.

Il premier Renzi, probabilmente pensa di aver esaurito il proprio compito verso le politiche di genere inserendo alcune donne, le più fedeli tra l’altro, nel suo Governo ma si sbaglia di grosso. I finanziamenti previsti dal cosiddetto “decreto femminicidio”, non ancora erogati, sono stati redistribuiti ad esempio non rispettando né criteri qualitativi né le linee guida della Convenzione. Una gestione poco trasparente che per alcuni mesi ha tenuto addirittura fuori dal conteggio anche storici centri nazionali. Con sorpresa infatti abbiamo scoperto che la Sicilia è piena zeppa di centri antiviolenza peccato non averli sentiti nominare mai prima del decreto.

Il Governo considera centri antiviolenza anche strutture generiche di accoglienza e nuovi centri regionali, senza profili di specificità di genere e che non rispettano standard di qualità europei. Lo diciamo da tempo: non bastano un avvocato e una psicologa per fare un centro antiviolenza. Piuttosto che pensare a potenziare la rete dei centri, il premier si dedica, come Berlusconi, all’introduzione di un nuovo bonus bebè per aiutare le donne: ma il Paese reale, quello che Renzi non conosce, soffre di mancanza di asili e di servizi per l’infanzia. A Reggio Calabria, da ieri retta dal nuovo sindaco Giuseppe Falcomatà, ad esempio, migliaia di bambini sotto i tre anni non possono accedere ad uno dei servizi essenziali per l’educazione dei bambini. Ciò perché manca una vera visione del futuro ed un Piano nazionale Asili.

Per quanto riguarda la prevenzione della violenza di genere, da tempo mi impegno per far discutere in Parlamento la proposta di legge, a mia prima firma, sull’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole. Unico Paese l’Italia, insieme alla Grecia, a non prevederla nel proprio ordinamento scolastico. Dedicare un’ora del programma settimanale all’affettività, incrociando l’educazione sessuale e l’educazione civica. Tanti insegnanti sensibili stanno già dedicando parte delle loro lezioni ai temi della diversità, delle differenze e della demolizione degli stereotipi di genere. Ciò rappresenta una ulteriore conferma di come il Paese sia più avanti della politica. Ora serve sistematizzare gli esempi virtuosi e creare un percorso istituzionale chiaro. Governo e Parlamento sono pronti a questo passo? Sembrerebbe proprio di no.

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#chiediamoasilo, da Reggio Calabria al resto d’Italia

Palazzo Montecitorio, Sala Stampa Camera dei Deputati
22 ottobre 2014 ore 11.30

 

A Reggio Calabria tutti gli asili nido pubblici sono chiusi dall’autunno 2013. Cittadini e cittadine sono privati di un servizio essenziale per l’educazione dei bambini e per la conciliazione dei tempi di vita. Le elezioni amministrative a Reggio Calabria del 26 ottobre sono un momento importante per chiedere ai candidati impegni concreti per far fronte all’assenza dei servizi alla prima infanzia. È anche il momento per ribadire al governo Renzi di dar seguito alle numerose promesse di assicurare più asili nido sul territorio nazionale. Reggio Calabria è infatti solo un esempio dell’impegno insufficiente da parte delle nostre istituzioni locali e nazionali per garantire servizi adeguati all’infanzia nel nostro paese. Serve infatti un uso responsabile e trasparente delle risorse pubbliche, a partire dai fondi europei a nostra disposizione per aumentare gli asili nido nel Mezzogiorno.

Intervengono:
On. Celeste Costantino – Deputata di Sinistra Ecologia e Libertà
Beatrice Costa – Responsabile Dipartimento Programmi di ActionAid Italia
Modera: Claudia Daconto – Giornalista di Radio Città Futura

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Interrogazione al ministro @AngeAlfa: a @PiazzapulitaLA7 parole xenofobe e istigazione a violenza da @RadioTiRicordi

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Interrogazione a risposta orale

Al Ministro dell’interno
Per sapere, premesso che:
Luca Casciani è un conduttore radiofonico, quotidianamente, sulla radio locale romana Radio Ti Ricordi, RTR99, conduce dalle 10.00 alle 13.30 una trasmissione chiamata “Giorno per Giorno”, in cui espone lunghi monologhi;
il giorno 6 ottobre 2014, nel corso della trasmissione televisiva piazzapulita in onda sul canale La7, venivano mandati in onda estratti della sua trasmissione giornaliera;
alcuni degli estratti mandati in onda durante la trasmissione vengono qui di seguito riportati:[Read more]