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La Buona scuola è un punto di non ritorno. Facciamoci sentire contro questa riforma sbagliata

renzi_spiega_buona_scuolaLa comunicazione è importante, altroché! Il potere lo sa e per questo ci mette la faccia. Un bel contratto con gli italiani su una scrivania televisiva o dei gessetti su un’antica lavagna da mandare sul web. Gli strumenti di propaganda possono essere i più diversi e sofisticati, ma non sempre fortunatamente risultano efficaci. E sulla scuola Renzi non è riuscito a convincere nessuno.

Non sono in grado di fare la classifica dei provvedimenti più gravi che ha varato questo Governo. L’elenco è davvero lungo, ma quello che hanno definito la “Buona scuola” rappresenta davvero il punto di non ritorno.

La scuola è stata sempre l’istituzione fondamentale per il futuro del Paese. Anche per questo storicamente l’istruzione per la sinistra è stata il centro del proprio agire politico. Oggi il Partito della nazione si appresta ad asfaltare anche questa idea e questa istituzione.

La mia generazione, ingenuamente, credeva che avrebbe potuto insegnare le proprie passioni grazie al frutto dei propri studi universitari: filosofia, storia, arte, matematica… Oggi ricevo mail e telefonate disperate: di chi da qualche tempo aveva iniziato a fare qualche supplenza e sa che non lavorerà più, di chi era riuscito a non lasciare il sud e che, arrivato a 40 anni, se vuole lavorare deve abbandonare tutto quello che ha costruito, di chi guarda con orrore alla possibilità che un dirigente scolastico possa decidere il suo destino.

Domani inizierà la discussione in Parlamento. Noi daremo il massimo come sempre, ma abbiamo bisogno anche di voi. Fatevi sentire: questa battaglia non possiamo perderla.

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Bocciati tutti i nostri emendamenti sull’educazione sentimentale. #1oradamore

Sono stati appena bocciati tutti i nostri emendamenti sull’educazione sentimentale. Anche su questo sono stati capaci di dire no, negando loro stessi. L’art.14 della Convenzione di Istanbul che tutti abbiamo votato un anno e mezzo fa, chiede ai Paesi che l’hanno ratificata di introdurre una forma di educazione all’affettività nelle scuole. Come strumento di prevenzione alla violenza sulle donne, all’omofobia e al bullismo.

Questa riforma non ci piace, è da rigettare totalmente. Non sarebbero stati questi emendamenti a renderla più sopportabile ma fa impressione come tutto vada nella direzione sbagliata. Tutti pronti a piangere l’ennesima vittima che oggi porta il nome di Fiorella Maugeri, uccisa dal marito a Cosenza ma poi nessuno pronto a produrre atti concreti. L’elemosina ai centri antiviolenza, veri e presunti, e nessuna prevenzione ai ragazzi. Siamo l’unico Paese insieme alla Grecia a non avere nel nostro ordinamento scolastico una forma di educazione alla sessualità. Insomma di buono come al solito non c’è nulla.

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Italicum, Renzi vuole la costruzione di una corte più che di un Parlamento

Viviamo in tempi volubili, in un’epoca veloce e facilmente influenzabile dai cambiamenti che avvengono, siano essi veri o presunti. Quello che fino a ieri sembrava indispensabile per il senso comune oggi non lo è più. Come la discussione intorno al Porcellum, la legge elettorale per la quale sono stata spesso indicata in questi due anni come “nominata” e non come eletta in Parlamento.

Dopo le ultime elezioni sui giornali non mancava articolo che si scagliasse contro questa ignobile legge. Quando chiedevo ai cittadini quali fossero le priorità per il Governo in carica, in alcuni casi in maniera anche surreale e grottesca, non mi rispondevano la “scuola” o “l’assistenza sanitaria” ma il “lavoro” e la “legge elettorale”. Intanto un pezzo di politica e di opinione pubblica ci spiegava che era uno scandalo non poter eleggere i propri rappresentanti. Di lì a poco la sentenza della Corte Costituzionale reputava illegittimo il premio di maggioranza dato alla coalizione vincente. Accade così che anch’io, da sempre restia alle preferenze, perché provengo da una regione che ha conosciuto prima di altre il voto di scambio elettorale politico-elettorale, in controtendenza al mio stesso partito, presi atto di una volontà popolare forte quasi ossessiva nei confronti di questo tema.

Mi sono messa a disposizione di un processo di cambiamento. Ma proprio quando questo processo così atteso è iniziato ho scoperto che era già passato: con l’arrivo di Matteo Renzi, premier non eletto ma nominato, le parole d’ordine sono diventate altre. La legge elettorale si è trasformata in provvedimento per la pancia della politica. Da fare a tutti i costi, anche misconoscendo i temi che la propaganda renziana proponeva.

Questa legge elettorale oggi non è più lo strumento che – insieme alla revisione della Costituzione – serve a migliorare la qualità della democrazia del nostro Paese. Nella migliore delle interpretazioni rappresenta il falso mito della governabilità; nella peggiore una prova muscolare degna dei paesi occidentali culturalmente più arretrati.

Propone un modello semplicemente provinciale (quella del “sindaco d’Italia”) con un doppio turno nazionale che non consente apparentamenti o coalizioni. Accentra i poteri nel leader di un solo partito e, parallelamente, frammenta il sistema politico, determinando una modifica profonda nel sistema istituzionale italiano e sancendo un presidenzialismo di fatto però senza i contro poteri che solitamente sono previsti ad esempio in Francia o negli Stati Uniti.

Con l’Italicum rischiamo di avere una Camera largamente asservita al Premier grazie ai capilista bloccati e a liste predisposte senza obbligo di meccanismi di selezione partecipata previsti per legge. Praticamente si sancisce quello che si sta già verificando: la costruzione di una corte più che di un Parlamento.

In questo modo la sentenza e le motivazioni della Corte costituzionale sul Porcellum sono andate a farsi benedire. Il confronto democratico si è trasformato in “logorante discussione” e l’opposizione e le minoranze sono diventate zavorra da eliminare, da silenziare. Nel Pd i parlamentari dissidenti sono stati sostituiti mentre per le opposizioni si è sancito l’innocuo attraverso la soglia del 3%.

Renzi sta tarando una legge elettorale a sua immagine e somiglianza, senza pensare al futuro, senza pensare a nessuna conseguenza delle sue azioni. Anche l’eventuale ricorso alla fiducia sull’Italicum rientra in questa ubriacatura. Solo che i postumi di questa sbronza li pagheranno tutte le cittadine e i cittadini.