Non basta dire “siamo contro tutte le discriminazioni”, bisogna attivare gli strumenti di prevenzione, come l’educazione sentimentale a scuola per contrastare violenze, bullismo ed omofobia.
La ministra all’Istruzione Giannini e il sottosegretario Faraone ci avevano assicurato che avremmo discusso al più presto l’introduzione di questo insegnamento, previsto dalla Convenzione di Istanbul. Mentivano. E non è l’unica menzogna che accompagna questa pessima legge sulla scuola. #1oradamore
Il Pd festeggia. Ma è un giorno triste per la scuola pubblica
Il Pd festeggia in aula l’approvazione della riforma della scuola. Per me questo passaggio parlamentare è il più doloroso che ho dovuto sostenere dall’inizio della legislatura.
La scuola è la principale istituzione che traccia un modello di società: fino ad adesso vantavamo una scuola giusta, sicuramente con alcuni problemi da risolvere, che però metteva tutte e tutti nelle condizioni di avere accesso al sapere indipendentemente dalla classe sociale e dalla collocazione geografica.
Vantavamo una scuola laica e pubblica, in cui la libertà di insegnamento permetteva la possibilità di maturare un pensiero critico. Io ad esempio, figlia di un ferroviere e di una casalinga, nata e cresciuta in un quartiere periferico di Reggio Calabria, ho avuto una formazione di alta qualità, la stessa di coloro che provenivano da famiglie agiate dei migliori quartiere di qualsiasi città del nord.
Per i miei figli, per i miei nipoti avrei voluto esattamente questo.
Oggi invece il Pd realizza il modello aziendalista ed elitario che non era riuscito a costruire il Governo Berlusconi.
Oxi alla buona scuola. Dobbiamo continuare a lottare contro questa riforma
#Oxi alla riforma della #scuola. Poco fa in aula abbiamo esposto questi cartelli contro il Governo Renzi, che sta trasformando l’istruzione pubblica in affare privato. Dobbiamo continuare a lottare: abbiamo l’obbligo costituzionale di fermare e cambiare questa riforma. Tutti insieme. #opencamera
Il Pd ha fretta su tutto, dalla scuola alle riforme, meno che sul conflitto d’interesse
Ennesimo nulla di fatto sul conflitto di interessi. La riunione del comitato ristretto, istituito con l’obiettivo di accelerare i tempi di un provvedimento che questo Paese aspetta da troppi anni, si è chiusa con un altro rinvio. Questo strumento parlamentare si è trasformato nel suo esatto opposto.
Da mesi il Pd prende in giro Sel e il M5S, le due forze politiche che più di tutte stanno insistendo per riuscire a discutere e approvare questa norma. Rinvii, rallentamenti, mediazioni ipotizzate e sintesi invocate, mai un atto concreto su cui confrontarci. Prima ci hanno chiesto di esprimerci su uno schema di dieci punti per individuare le questioni, poi c’è stato chiesto di depositare la nostra definizione di conflitto di interesse. Insomma tutto pur di rallentare e impedire che la commissione affronti la questione. Il Partito Democratico che ha fretta su tutto, dalla scuola alle riforme costituzionali, di questo provvedimento non ne vuole sentire parlare. Non sarà che verrà usato come scalpo per il nuovo accordo con Forza Italia?