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Il decreto Colosseo rappresenta il governo Renzi

A inizio ottobre i turisti sono rimasti fuori dalla Villa della Regina a Torino perché ospitava i giovani manager del programma di formazione di Unicredit.
E ancora qualche mese fa la Biblioteca nazionale di Firenze ospitava una sfilata di moda.
La Reggia di Venaria è stata sbarrata con 3 ore d’anticipo per organizzare una imbarazzante festa in costume.
Il Museo diocesano di Milano ha fatto corsi di pilates.
Santa Maria della Scala a Siena chiude per un banchetto di banchieri internazionali.

E qui che fine fa la tutela del turista e la dignità dei beni culturali? Vale solo per il Colosseo?
L’affitto ai privati del patrimonio storico e artistico nazionale non è regolamentato in compenso da oggi in poi vengono privati del diritto allo sciopero i lavoratori.

Questo è il decreto Colosseo e questo è il Governo Renzi.

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Il nostro sì allo Ius Soli

18 Ius SoliLa cittadinanza è un riconoscimento importante. Si collega ad un insieme di diritti e di meccanismi di approvazione che in alcuni casi rappresentano una vera e propria legittimazione dell’esistenza. Indica l’appartenenza ad una comunità e con essa ad alcune condizioni irrinunciabili: in primis l’uguaglianza rispetto agli altri membri della società e insieme i doveri a cui l’individuo deve adempiere.

La domanda che ci viene fatta è: abbiamo bisogno di nuovi italiani? La risposta è sì. Per vari motivi.

La cittadinanza è uno dei temi, connesso al fenomeno strutturale delle migrazioni, più dibattuto in questi anni. In Europa non esiste una legislazione univoca, tutti i Paesi, anche quelli più aperti all’accoglienza, non contemplano uno ius soli puro: per questo diritto dobbiamo guardare agli Stati Uniti d’America, unico Paese del mondo ad avere questo genere di legislazione, proprio lì Papa Francesco nelle settimane scorse, ha potuto affermare «Sono figlio di una famiglia di emigranti, e sono lieto di essere ospite di una nazione che, in gran parte, fu edificata da famiglie simili».

E invece i migranti in Italia sono sempre considerati in negativo un tema di campagna elettorale – soprattutto dopo i tragici eventi di terrorismo internazionale – vengono utilizzati da partiti populisti per gettare benzina sul fuoco della xenofobia e creare logiche sempre più securitarie.

In Italia vige una legge sulla cittadinanza tra le più restrittive. La legge n.91 del 1992 è stata votata quando in Italia nascevano da genitori stranieri solo 5.750 bambini, quasi l’1% delle nascite totali. Venti anni dopo il 1992, quando iniziava la campagna “L’Italia sono anch’io”, promossa da 23 associazioni e movimenti nascevano nel nostro paese più di 78mila bambini, pari al 15% delle nascita totali: 1 bambino su 6.

Freddi numeri, certo. Ma che danno un quadro di quanto sia fuori dal tempo una legge che oggi, a più di 20 anni di distanza, mostra tutti i suoi limiti. E che tende a far nascere “stranieri” ragazzi e ragazze italianissimi, cresciuti nel nostro Paese, e che spesso parlano meglio di noi anche il dialetto. Non siamo in presenza di seconde generazioni, ma addirittura di terze.

Ad inizio legislatura abbiamo presentato una proposta di legge per introdurre lo ius soli. Anche Renzi ne parlava andava in giro per l’Italia nella sua campagna per le primarie del Pd. Faceva vedere una slide strappalacrime con Balotelli e un estratto di “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino.

Tutti ne parlavamo ma come è stato affrontato oggi quel dibattito? A livello legislativo lo vedremo tra un po’, a livello culturale abbiamo assistito solo ad una regressione senza precedenti. La Lega, l’ Ncd, i Fratelli d’Italia, i Casapound, tutti figli di quella sub-cultura intollerante e razzista hanno allargato a macchia d’olio il loro consenso, aiutati anche da un Movimento 5 stelle che sul tema dei migranti e dei diritti di cittadinanza non ha mai preso una posizione chiara (parlo dei parlamentari e non di Grillo, che una posizione chiara l’ha presa molte volte, dimostrandosi più xenofobo di leghisti di lungo corso).

Il M5S è il grande assente di questo provvedimento, loro che parlano e sbraitano sempre su tutto, sulla cittadinanza non hanno avuto una parola, non hanno depositato un emendamento, non hanno discusso nulla. Altro che cittadini come vecchi politicanti per paura di scontentare parte del loro elettorato se ne sono stati buoni buoni, zitti zitti ad aspettare che altri facessero per loro, o in un verso o nell’altro. L’hanno imparata bene la lezione.

Ma andiamo al dunque. Dopo più di dieci anni di discussioni e dibattiti oggi siamo qui, a quella che noi consideriamo una necessità non più procrastinabile ma nello stesso tempo l’ennesima occasione mancata.

Il testo arrivato in commissione è stato un compromesso al ribasso con il partitino di Angelino Alfano, sono stati cancellati dal testo tutti i riferimenti alla cittadinanza che riguardano gli adulti. Conservata solo la parte più soft riguardante i diritti dei minori.

Purtroppo le 200mila firme raccolte da “L’Italia sono anch’io” non sono state ascoltate. Chiedevano esattamente una legge che riguardava anche e soprattutto gli adulti: una legge più snella, semplice e collegata ad una realtà profondamente cambiata in questi anni. Doveva consentire il diritto di voto amministrativo a chi era residente regolarmente da almeno 5 anni. E così non è stato, come anche sui minori discutibili sono state altre scelte operate in corso d’opera.

Un bambino nato in Italia potrà ottenere la cittadinanza italiana solo se almeno uno dei genitori possiede la carta di soggiorno UE di lungo periodo che come sappiamo per l’ottenimento necessita di requisiti severi che rispettino determinati standard linguistici, abitativi e reddituali. Dispiace perché a nostro avviso questa norma determinerà discriminazioni fra minori. Non si sarebbe dovuto perdere di vista chi è il soggetto di questa legge, cioè i bambini, non i loro genitori. Lo ius soli, che sia puro o temperato, deve parlare di loro. Legare la loro condizione a quella dei loro genitori in maniera così restrittiva significa svuotare in parte il segno e il senso di questo provvedimento.

Altra nota stonata è stata la scelta sulle norme transitorie. E anche qui la decisione presa non è altro che il frutto avvelenato di un’alleanza di Governo che non funziona che puntualmente in tema di diritti fa venire fuori in maniera netta le contraddizioni. Questa legge deve avere una funzione retroattiva cioè deve poter essere utilizzata anche da chi ha già concluso un ciclo di studi nel nostro Paese ed ha quindi ottemperato allo Ius Culturae.

Che cosa ci dice il Ministro dell’Interno Alfano? Che questi ragazzi per usufruire della legge, devono fare richiesta di cittadinanza e devono aspettare udite udite 6 mesi affinché il Ministero possa verificare che a loro carico non ci sia già un diniego dovuto a problemi di sicurezza nazionale.

Allora ricapitoliamo: un potenziale terrorista chiede anni fa la cittadinanza nel nostro Paese, gli viene negata in quanto soggetto pericoloso, nel momento in cui viene approvata questa legge lo stesso soggetto pericoloso ripresenta la domanda, a quel punto il Ministero dell’Interno ci dice che ha bisogno di 6 mesi per ri-verificare se è un soggetto pericoloso oppure no.

Direi che è abbastanza surreale. Perché sia chiaro, l’operazione politica si capisce. E’ quella di rallentare, creare ostacoli, non darla vinta ai propri alleati e va bene ma vi sembra possibile che per fare tutto questo il Ministro Alfano utilizzi come scusa la propria incapacità? Per rilasciare un permesso di soggiorno di lungo periodo in cui è compresa la verifica della pericolosità il Ministero ci impiega 90 giorni, per un uomo o una donna che dovrebbero già essere stati segnalati ci impiega 6 mesi. Non c’è che dire siamo proprio in ottime mani. Altro che giubileo, altro che Marino.

Mi avvio a concludere Presidente, dicendo che è stato un peccato, se non fosse stato per queste assurdità, avremmo potuto fare bene, senz’altro avremmo potuto fare meglio.

Avere un primato in Europa, dare fino in fondo il segnale di piena civiltà e di visione delle trasformazioni sociali. Lo abbiamo fatto in parte e in questa porzione però non ci sfugge e lo voglio sottolineare non ci sta la teoria, l’ideologia ma ci sta la carne viva delle persone.

Ci sta Zhanxing Zhu, una ragazza di 23 anni, in Italia dalla Cina all’età di 10 anni. Che ci ha detto ironicamente: “Straniero a chi? Io sono un’italiana col permesso di soggiorno”.

Lei insieme ad altri si è messa al servizio di un percorso di attivismo sociale e politico, con la Rete G2, il primo network di figli d’immigrati in Italia, che da tempo chiede una legge sulla cittadinanza italiana più attenta alle caratteristiche delle seconde generazioni.

Ecco e concludo davvero Presidente, per lei e per i tanti come lei, oggi è comunque una giornata importante e una porta che si apre. Sinistra ecologia e libertà voterà a favore perché con tutti i limiti di questa formulazione finale, la nostra posizione è stata sempre molto chiara. Noi non siamo stati in silenzio, abbiamo contribuito attivamente per migliorare questo testo e in tanti passaggi ci siamo riusciti, avendo in testa un solo obiettivo offrire diritti in più senza nessun dubbio, nessuna confusione, nessuna ambiguità.

Tra un avanzamento e la barbarie, noi scegliamo un avanzamento. Le astensioni le lasciamo ai giochetti politicisti e ai bluff mediatici. Abbiamo dalla nostra la libertà e la cultura politica se oggi c’è un riconoscimento in più per quei ragazzi il merito è anche nostro, il merito è anche di Sinistra ecologia e libertà.

 

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Interrogazione parlamentare sui funerali di Vittorio Casamonica. #Antimafia

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Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10284
Mercoledì 9 settembre 2015, seduta n. 478

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno .

— Per sapere – premesso che:
giovedì 20 agosto si sono svolti i funerali di Vittorio Casamonica, presunto boss sessantacinquenne dell’omonimo clan Casamonica, clan noto per l’attività di racket, di usura e di gestione delle piazze di spaccio di stupefacenti in tutta Roma;
il clan dei Casamonica ha acquisito un’enorme fortuna tra gli anni ‘70 e ‘90, inizialmente legando i suoi interessi a quelli della Banda della Magliana, diventando il clan organizzato più potente del Lazio (il rapporto della DIA parla di 90 milioni di euro di beni);
nel 2010 i Casamonica hanno intessuto e potenziato gli affari con la ‘ndrangheta, come emerso nelle indagini degli inquirenti dalla scoperta della collaborazione con Pietro D’Ardes, ex ispettore del lavoro rinviato a giudizio nel 2009 dalla procura di Palmi per associazione a delinquere in concorso con esponenti della ‘ndrangheta e noto per i suoi rapporti con il clan camorristico dei Casalesi;
negli ultimi anni i Casamonica sono stati travolti da una serie di inchieste che hanno visto molti di loro condannati e numerosi sono i beni sequestrati;
i funerali di Vittorio Casamonica si sono svolti in pompa magna, come hanno riportato i giornali e le televisioni di tutto il mondo, presso la Chiesa romana Don Bosco, nella periferia est della capitale, dove risiede il quartier generale dei Casamonica. Si è trattato di un funerale in stile «padrino» che ha bloccato la circolazione e mobilitato i vigili urbani del territorio, con carrozze, cavalli, un enorme corteo funebre e petali di rose lanciati da un elicottero che sorvolava la zona;
i fatti di Mafia Capitale e l’inchiesta Mondo di Mezzo hanno fatto emergere nell’ultimo anno una massiccia presenza delle mafie a Roma, presenza disconosciuta e negata fino a poco tempo fa persino dalle più alte cariche istituzionali della città, e che invece un pezzo della società civile e le molte associazioni presenti sul territorio denunciano da anni. Una presenza che ha creato welfare e lavoro, come ha dimostrato in questi anni agli inquirenti il sistema Casamonica. In questo clima e dopo lo svelamento della fitta rete di affari che le mafie gestiscono a Roma, risulta inaccettabile che si siano svolte, in maniera così pomposa, le esequie del capofamiglia di un clan mafioso –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intendano verificare che non vi siano state delle falle nel rispetto delle regole, relative al sorvolamento dello spazio aereo.

SCOTTO, COSTANTINO E ALTRI > 4-10284