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Casa Pound, quei “bravi ragazzi”

Ho appena svolto in commissione l’interrogazione su Casa Pound. Per chi non fosse informato c’è un documento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione firmata dal Prefetto Mario Papa che definisce Casa Pound una organizzazione di bravi ragazzi molto disciplinati. In cui l’utilizzo della violenza è da considerarsi come una conseguenza della “spinta del cosiddetto antifascismo militante”. Tradotto: violenti per legittima difesa. La risposta del Ministero dell’Interno è stata semplicemente vergognosa. Prima ha tracciato il quadro dell’organizzazione e ci ha fatto sapere che nel quinquennio 2011-2015 sono stati tratti in arresto 19 militanti e 336 sono stati deferiti a vario titolo all’autorità giudiziaria. Dopodiché ci spiega che il documento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione non costituisce un documento di analisi ma una risposta a precisi quesiti posti dal Tribunale civile di Roma. Stop.
Quindi? Le risposte hanno descritto un’associazione bellissima, di promozione sociale e culturale, fatta di volontari con “uno stile di militanza fattivo e dinamico ma rigoroso nel rispetto delle gerarchie interne”.
Al Ministro Alfano non procura nessun imbarazzo che la Direzione centrale della Polizia e un Prefetto diano delle credenziali di questo tipo ad un tribunale su un’organizzazione che per loro stessa ammissione è sotto una costante attività di monitoraggio? Questa incoerenza e questa omissione di giudizio portano ad un’unica considerazione che anche il Ministro come il Prefetto Mario Papa formalmente e ufficialmente simpatizzano per Casa Pound.

A questo link il testo dell’interrogazione a risposta immediata in Commissione:

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=5/07639&ramo=CAMERA&leg=17

Questa la risposta del Sottosegretario Manzione:

Signor Presidente, onorevoli deputati, il movimento CasaPound, sorto nel dicembre 2003 ma ufficializzato formalmente nel 2007, si è affermato progressivamente nel panorama nazionale dell’estremismo di destra.
L’incremento delle attività di propaganda e l’interesse del sodalizio per temi a forte rilevanza sociale hanno accentuato la concorrenzialità con i gruppi di opposto orientamento, sfociata nell’ultimo anno in ben 106 episodi di contrapposizione, con il ferimento, in alcuni casi anche grave, di 24 attivisti di destra e di sinistra.
Il Ministero dell’interno segue l’evoluzione di questa situazione di conflittualità, dedicando particolare attenzione all’attività dei gruppi politici estremisti e alle frange più radicali in tutte le zone d’Italia.
In tale contesto, vengono costantemente controllati anche i luoghi di aggregazione dei simpatizzanti di CasaPound e le iniziative assunte dai medesimi.
Eventuali comportamenti illeciti posti in essere da singoli esponenti del movimento vengono perseguiti con fermezza e sistematicità dalle Forze dell’ordine e dalla magistratura.
Al riguardo, informo che nel quinquennio 2011-2015 sono stati tratti in arresto 19 militanti o simpatizzanti di CasaPound, mentre 336 sono stati deferiti a vario titolo all’Autorità Giudiziaria. A ciò aggiungo che dall’inizio del corrente anno sono già stati effettuati 1 arresto e 23 denunce.
Quanto all’ispirazione fascista del movimento evocata nell’interrogazione, rilevo che, allo stato attuale, non risultano pronunce giurisdizionali che abbiano accertato, nei riguardi di Casapound, il concretizzarsi della fattispecie della riorganizzazione del disciolto partito fascista e che legittimino, quindi, l’adozione di provvedimenti di scioglimento.
Con riferimento specifico al documento della Direzione centrale della polizia di prevenzione, su cui è incentrata l’interrogazione, rappresento che esso non costituisce un documento di analisi o di valutazione sul movimento, ma una risposta a precisi quesiti posti dal Tribunale Civile di Roma, concernenti in particolare:
dati conoscitivi sull’associazione;
informazioni sull’articolazione della struttura organizzativa anche a livello periferico;
notizie sull’eventuale diretto coinvolgimento del sodalizio in procedimenti penali o attività d’indagine, sfociate in denunce o rapporti informativi all’Autorità giudiziaria per fatti di violenza o per manifestazioni politiche non autorizzate, segnatamente di carattere antisemita e/o neonazista.

Per quanto attiene al terzo punto, sono state sottoposte all’attenzione del magistrato talune situazioni di criticità riguardanti in particolare:
l’infiltrazione nelle tifoserie ultras sportive, divenuta spesso il presupposto per il compimento di azioni violente nei confronti di esponenti di opposta ideologia anche fuori dagli stadi;
più in generale, la presenza, all’interno del sodalizio o in ambienti vicini ad Pag. 54esso, di elementi inclini all’uso della violenza intesa come strumento ordinario di confronto e di affermazione politica. È stato quindi precisato che tali soggetti si trovano sovente coinvolti in episodi di illegalità contro elementi di opposto orientamento, ponendo in essere risse, aggressioni e scontri, talvolta preordinati.

Nel documento viene anche chiarito che tali comportamenti sono puntualmente e sistematicamente perseguiti sotto il profilo penale ogni qualvolta si riesce a giungere all’individuazione delle responsabilità, come ho avuto già modo di evidenziare nella prima parte del mio intervento.
In conclusione, voglio rassicurare gli onorevoli interroganti che le autorità provinciali di pubblica sicurezza svolgono una costante attività di prevenzione attraverso un attento monitoraggio ed un’accurata raccolta informativa nei confronti dei movimenti estremisti – tra i quali Casa Pound, finalizzata a cogliere il minimo segnale di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica e ogni ipotesi di deviazione dalle regole del diritto e della pacifica convivenza.

 

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Il mio intervento per il riequilibrio della rappresentanza di genere nei Consigli regionali

Se non in materia elettorale altre volte questo Parlamento si è ritrovato a discutere di quote, di parità di genere e di norme antidiscriminatorie. Perché purtroppo in ogni settore riscontriamo deficit importanti di protagonismo femminile. E puntualmente quando si apre questo dibattito ci sono donne, e uomini, che ti spiegano che non vogliono essere ridotte ad una quota o ad una riserva indiana, come se ci fosse qualcuna al mondo a cui potesse fare piacere definirsi così e non invece vedersi valorizzata e riconosciuta per il proprio lavoro. Quello che si omette di dire all’interno di questa litania banale e superficiale è che se le cose fossero così lineari non avremmo i dati che purtroppo nel nostro Paese si registrano. O si teorizza un’inferiorità scientifica delle donne oppure bisogna ammettere che ci sono degli ostacoli messi in campo dall’altro sesso che non permettono l’accesso ad alcuni ambienti e ad alcuni ruoli. Com’è possibile che donne si laureano di più, in minor tempo e con risultati migliori degli uomini e sono così ridimensionate in qualsiasi ambito lavorativo? Nessuna di noi penso voglia sentirsi garantita da una norma ma è innegabile almeno per quei partiti che la norma antidiscriminatoria ce l’hanno nei propri statuti che se non ci fosse stata molte delle deputate presenti oggi in questo Parlamento non sarebbero state elette. Certo poi c’è chi uno statuto neanche ce l’ha e vanta una presenza femminile altrettanto numerosa ma le scelte di un capo possono andare in varie direzioni, in questa legislatura è andata bene ma non penso che questo metodo possa essere preso a modello per il Paese.

Insomma tutto questo per dire che non fa piacere votare questa legge, non fa piacere registrare questa fotografia del Paese e dover prendere tali provvedimenti per sbloccare la questione della rappresentanza. Avremmo preferito che in questi anni si fossero fatte leggi per parificare i salari, avremmo preferito un investimento forte sul welfare invece di continuare a demandare alle donne tutto il lavoro di cura di anziani e bambini, avremmo preferito politiche di conciliazione e più asili nido invece di bonus bebé. In poche parole avremmo voluto che la partecipazione alla politica avvenisse attraverso tutto questo piuttosto che attraverso norme che obbligano a tenerci nella giusta considerazione. Ma tutto questo non è stato fatto e a quanto pare non si ha neanche in testa di farlo. Allora Sinistra italiana vota favorevolmente a qualcosa che si rende necessario ma che speriamo che le nostre figlie non debbano dover utilizzare. Perché per noi oggi più che mai davanti a ministre che vogliono farsi chiamare ministri più che la politica di parità avremmo voluto contrapporre la politica della differenza.

A questo link il video integrale del mio intervento:

https://www.youtube.com/watch?v=VlfaqLFp7GQ

 

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I femminicidi continuano e l’educazione sentimentale nelle scuole ancora non c’è

Marinella è stata accoltellata da suo marito, Luana è stata strangolata dall’ex convivente che aveva già un omicidio alle spalle. Carla era incinta, il suo compagno le ha dato fuoco e i medici hanno fatto nascere una bambina che forse non conoscerà mai sua madre.

Omicidi per “motivo passionale” scrivono i giornali, e ci fanno ripiombare in quei tempi bui dove la parola femminicidio non veniva pronunciata, accettata, compresa.

E’ anche davanti alle storie di queste tre donne che dovranno rispondere le coscienze di chi continua a svilire ogni forma di prevenzione e a negare l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole.

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La copertura delle statue ai Musei Capitolini ha coperto di ridicolo l’Italia e il mondo della cultura

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Le foto delle statue dei Musei capitolini coperte da pannelli bianchi in segno di rispetto per la sensibilità e la cultura iraniana stanno facendo il giro del mondo coprendo di ridicolo il nostro paese. Come è apparso ridicolo lo scaricabarile di chi aveva il compito di prendere decisioni. Basterà punire e sanzionare i responsabili tecnici? Le opere coperte hanno un valore culturale incommensurabile e sono fonte di orgoglio per l’offerta culturale romana e italiana. Non si comprende perché volerle nascondere, tanto più che una personalità politica internazionale poteva essere accolta in altri luoghi ritenuti più idonei. Il governo risponda alla mia interrogazione parlamentare prendendo atto di avere preso una decisione sbagliata e se ne assuma la responsabilità politica di questo.