Ho interrogato il governo per sapere dove e come Casa Pound prenda le risorse per l’acquisto dei beni che distribuisce vista la distribuzione pacchi alimentari durante la campagna elettorale per il rinnovo del Municipio. Non è mia intenzione mettere in questione il mutualismo ma la filiera della trasparenza, poiché non è noto dove e come l’estrema destra prenda le risorse per l’acquisto dei beni che distribuisce. La risposta del Ministero dell’Interno è imbarazzante.
La risposta dimostra la mancanza di volontà politica da parte di questo Governo nel fare chiarezza sulle attività di questi gruppi.[Read more]
La mia interrogazione in I Commissione al Ministero dell’Interno: come si finanziano Forza Nuova e Casapound?
Al Ministro dell’interno – Per sapere – premesso che:
durante la campagna elettorale che si è svolta nel municipio di Ostia, la stampa ha più volte riportato che “il primo partito non ex o post ma dichiaratamente fascista”, candidato alle elezioni, distribuiva presso la sua sede pacchi alimentari;
le immagini delle persone bisognose e grate del pacco di pasta ricevuto sono state esposte sulla pagina Facebook del candidato dell’estrema destra “come medaglie”;
la distribuzione di generi alimentari da parte di partiti di estrema destra e fascisti avvengono anche in altri municipi o città, ma quest’attività fa sorgere delle domande su dove vengano prese le risorse, oltre a far riflettere sul fatto che con attività di questo tipo, opportunamente sbandierate, si vuole coprire la natura violenta e anti-democratica di questi partiti e movimenti;
sempre ad Ostia, ad esempio, i militanti di estrema destra prendono di mira i ragazzi che si occupano di senza fissa dimora o migranti, hanno mandato in ospedale un ragazzo che si dichiarava anti-fascista, hanno picchiato un attivista dell’associazione Alternativa onlus, senza motivo, nell’indifferenza dei passanti, il candidato sindaco del municipio nel 2011 aveva minacciato di morte degli studenti;
non è certo il mutualismo ad essere messo in questione, ma la ‘filiera’ della trasparenza, poiché non è noto dove e come l’estrema destra prenda le risorse per l’acquisto dei beni che distribuisce;
infatti, anche Sinistra Italiana fornisce aiuto mutualistico a favore di persone in condizioni di bisogno, ma la ‘filiera’ delle risorse è molto trasparente, arrivando dal finanziamento volontario dei suoi parlamentari;
in Italia il più importante contributo per far emergere la rete economico-politica dell’estrema destra, volutamente occultata, è frutto del lavoro di ricerca del sito playingthegendercard, da cui il settimanale L’Espresso ha tratto le informazioni per l’articolo pubblicato due settimane fa: “i soldi e le società di CasaPound e Forza Nuova: così si finanziano i partiti neofascisti”-:
se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, attenzionare le attività dell’estrema destra, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e la democraticità delle istituzioni nei territori in cui vi è una forte presenza di organizzazioni di estrema destra, come Forza Nuova e Casa Pound.
Costantino, Fratoianni, Marcon
Aborto: in Calabria donne penalizzate. In provincia Crotone nessuna interruzione negli ultimi 5 anni
Ci sono zone d’Italia in cui le conquiste delle donne sembrano non essere mai arrivate. E una di queste è Crotone, dove abortire e’ impossibile. Una cosa incredibile visto che esiste una legge da 39 anni, la legge 194 del 1978, che garantisce a tutte le donne il diritto ad interrompere una gravidanza. A Crotone e provincia le donne per vedere riconosciuto un loro diritto devono spostarsi altrove. Una situazione grave su cui ho interrogato la ministra della Salute Lorenzin assieme al segretario nazionale di SI Nicola Fratoianni affinchè assuma iniziative per verificare i motivi della mancata applicazione della legge 194 e affinche’ metta in campo tutte le azioni necessarie per risolvere questa grave situazione. I drammatici dati dell’Istat – prosegue – ci dicono che nessuna donna nella provincia di Crotone e’ riuscita ad effettuare una interruzione volontaria di gravidanza negli ultimi 5 anni, e che sono piu’ di dieci le strutture sanitarie in tutta la regione dove non e’ possibile effettuare una interruzione di gravidanza. A questo si aggiunga poi una elevata percentuale di obiettori di coscienza rispetto alla media nazionale per vedere impedito un diritto. La Calabria, sulla base dei dati del Ministero della Salute risalenti al 2014, ha infatti il 76,6% di ginecologi obiettori contro una media nazionale, gia’ molto elevata, del 70,7%. Sono in corso – conclude Celeste Costantino – azioni tese a delegittimare anni di battaglie per riconoscere alle donne il diritto a rivendicare la propria autonomia, i propri diritti e la propria dignita’. E’ necessario contrastare con forza qualsiasi forma di attacco alla liberta’ di scelta e di cura alle donne
Dopo l’assistenza per le ferite riportate a Rigopiano, l’abbandono. Il Ministero della Salute e quello delle politche sociali rispondano.
COSTANTINO e FRATOIANNI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il 18 gennaio il signor G. M. è rimasto bloccato per 62 ore all’interno dell’Hotel Rigopiano per il forte impattamento di una valanga di neve sulla struttura. A differenza sua, sua moglie, come altre 29 persone, non ce l’ha fatta ed è morta in attesa che i soccorsi riuscissero ad aprirsi un varco per portare in salvo gli ospiti dell’hotel;
G. M. ha riportato importanti ferite e ha perso, pare momentaneamente, l’uso di un braccio e di una gamba, ma enormi sono stati i risultati ottenuti in fisioterapia negli ultimi 6 mesi. G. M. è un pasticcere e ha dovuto dare in gestione la sua attività commerciale per occuparsi della sua riabilitazione e di sua figlia di 6 anni;
l’Asl Roma 5 di Monterotondo, dove risiede, gli ha certificato un’invalidità al 100 per cento riconoscendo l’indennità di accompagno. Eppure, nonostante i benefici e i miglioramenti ottenuti in fisioterapia sul movimento degli arti colpiti durante l’incidente, l’Asl non rinnoverà le sedute, perché il periodo garantito dal sistema nazionale sanitario ammonta a 6 mesi. Fino ad oggi una commissione ha rinnovato le sedute, mentre stavolta, qualora volesse continuare il processo di riabilitazione, dovrebbe o rivolgersi a una struttura privata e a pagamento, oppure «farsi operare» — come suggerisce la fisiatra che lo ha in cura — per poter riottenere altri 6 mesi di cure fisioterapiche;
in questo caso nessuna commissione si è riunita per incontrare il signor G. M., perché i 6 mesi di cure garantite sono scaduti e nessuno si è più interessato alla sua ripresa che, dopo lo shock, il lutto per la perdita della moglie e un’invalidità al 100 per cento, andrebbe monitorata e incoraggiata, per promuovere il recupero della sua indipendenza e della sua dignità –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non intenda assumere ogni iniziativa di competenza, anche normativa, affinché siano assicurate, da parte delle strutture pubbliche, le necessarie prestazioni finalizzate alla cura e alla riabilitazione in casi come quello richiamato.
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/18260&ramo=CAMERA&leg=17