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Sabato a Milano, per Lea e Denise. E per chi ogni giorno si ribella alle mafie

Sabato 19 ottobre alle 10.30 sarò e saremo in piazza Beccaria a Milano, per i funerali di Lea Garofalo. Dopo quattro lunghi anni di processi, depistaggi e verità strazianti, si terrà finalmente una messa per Lea. Proprio come desidera da sempre Denise, sua figlia.

La storia di Lea Garofalo in questi anni, grazie alla determinazione di Denise, all’appoggio delle associazioni antimafia, e talvolta delle istituzioni, è stata una delle più importanti per raccontare il rapporto tra donne, testimoni di giustizia e ‘ndrangheta. Una delle tanti morti di cui siamo responsabili: uccise o suicidate cambia poco. Almeno rispetto al nostro ruolo.

Lo scorso maggio la Corte d’Assise di Milano ha confermato quattro ergastoli per Massimo Sabatino, Rosario Curcio, Vito e Carlo Cosco. Quest’ultimo ex compagno di Lea, padre di Denise. Un papà che ha fatto finta di prendersi cura della figlia, facendole credere che la madre “irresponsabile” fosse scappata. Mentre gettava Denise tra le braccia di uno dei complici dell’omicidio di sua mamma.

Ma Denise non capiva, non si rassegnava. Cercava la verità. […]

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femminicidio

Approvato alla Camera il “pacchetto sicurezza”, un decreto omnibus con dentro, tra l’altro, l’inasprimento delle pene per i furti di rame, i reati da stadio e la militarizzazione della Val di Susa. Le “larghe intese” lo hanno chiamato per comodità “decreto sul femminicidio”.

Come Sel non abbiamo partecipato al voto. Non era possibile per noi votare per i fondi ai centri antiviolenza insieme alle norme sulle proteste contro la Tav.

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I centri antiviolenza in questi anni sono andati avanti con fondi minimi, troppo precariato e volontariato. Pensate ancora che non servano 100 milioni per i cav? Le donne denunciano più facilmente dove ci sono strutture e centri antiviolenza. Lo rilevo nel mio tour di ascolto #RestiamoVive.

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1522 a Piazza Montecitorio

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Uno spettacolo per 900 studenti per riflettere sulla violenza di genere. In scena a Piazza Montecitorio da stamattina. Si chiama “15 22”, come il numero telefonico dei centri nazionali antiviolenza. Non solo violenza domestica, stalking, femminicidio e stupro, ma a nche scene di vita quotidiana di coppia: superare lo scontro è possibile attraverso il dialogo e la sensibilizzazione. #RestiamoVive[Read more]