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«Locali per soli uomini, come per i vecchi pub inglesi, è la calzante espressione con cui definiamo i luoghi decisionali al maschile. E quello che vi presentiamo è il racconto della strada già percorsa e da percorrere sulla rappresentanza di genere in Italia. Certe che non basti e che serva una seria autoriforma della politica. Un libro che aiuta a capire i meccanismi della esclusione ancora vigente per intraprendere nuovi percorsi prammatici e normativi».

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Fermati Otello Cup “Scendi in campo contro la violenza di genere” è il torneo di calcio a 7 maschile e femminile per sensibilizzare il maggior numero di persone su un fenomeno che si presenta sotto varie forme e che riguarda tutti. L’iniziativa si terrà il 20 settembre, a partire dalle ore 14, al Velodromo Vigorelli di Milano ed è stata promossa dall’associazione di volontariato Fermati Otello con il patrocinio del Comune di Milano.

Fermati Otello raccoglie persone di diverse età e differenti esperienze, accomunate da un obiettivo: la prevenzione della violenza attraverso dibattiti, seminari e manifestazioni. Il torneo di calcio ha coinvolto fin da subito quanti sono già in prima linea in questa battaglia. Sul campo, infatti, si sfideranno 12 rappresentanze calcistiche che provengono dal mondo dell’associazionismo, delle forze dell’ordine, dei media e delle istituzioni. Due sono i tornei. Nella competizione maschile si confronteranno 8 squadre, quelle dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Polizia Locale, dei Vigili del Fuoco, di Sky, della Lega delle cooperative, dell’Unione sportiva Acli Milano e del Consiglio comunale di Milano. Sul campo femminile la sfida sarà tra 4 squadre: quella delle parlamentari, la Gs Virtus Milano, formazione dell’oratorio San Giuseppe, la squadra femminile della Polizia di stato e quella di Groupon. Ad arbitrare le partite saranno le donne dell’Aia, l’associazione italiana arbitri.

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Non ci si può distrarre.

espresso-donneNon mi è mai piaciuto fare l’elenco delle morti e leggere bollettini di guerra. Eppure c’è stato un momento non così lontano – appena un anno fa – in cui per la politica questo fenomeno, che il movimento delle donne ha definito “femminicidio”, andava molto di moda. A tal punto da dedicarci fintamente un decreto d’urgenza. Quest’estate se ne sono registrati alcuni di questi omicidi di donne per mano dei propri compagni che tanto hanno commosso la politica istituzionale:

Federico Leonelli (35 anni), ha accoltellato e decapitato a Roma Oksana Marteseniuk (38 anni), la domestica ucraina della villa dove era ospite. Laura Russo (12 anni) è stata uccisa a coltellate dal padre, Roberto a San Giovanni la Punta (Ct). Mary Cirillo (31 anni) è stata uccisa dal marito a Monasterace (Rc). Daniela Puddu (37 anni) gettata dal terzo piano dal suo compagno Dario Rizzotto, a Fiorenzuola d’Arda in provincia di Piacenza. Sara Coinu (36 anni) è stata uccisa con tre colpi di pistola dal marito Alessandro Mula nel Nuorese, ad Oliena. Jennifer Miccio (30 anni) investita dall’auto del suo ex amante Daniele Baiano, Lago di Bilancino, Mugello. Antonietta Romeo, uccisa con un colpo di pistola al petto da Salvatore Iemma, suo marito; il Comune di Sarzana ha deciso di costituirsi parte civile nel processo a suo carico.

La risposta a tutto questo è il silenzio. Fuori ormai dalla dinamica di visibilità che ha avuto in passato questo problema, il Governo fa orecchie da mercante. I finanziamenti stanziati ai centri antiviolenza erano già offensivamente insufficienti ma la cosa più grave è che non ci sono chiari criteri di assegnazione e tempi definiti. “Renzi è distratto” pubblica l’Espresso di questa settimana, ma non ci si può distrarre sulla vita delle persone.

Domani sarò a Bolsena (Vt) alla tavola rotonda della scuola estiva di Be Free. Una di quelle esperienze che andrebbero finanziate e sostenute. http://www.befreecooperativa.org/wordpress/scuola-estiva-be-free/