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Europarlamento, Risoluzione Tarabella è un’ottima notizia per i diritti e la salute delle donne

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Oggi il Parlamento europeo ha votato la risoluzione di Marc Tarabella sulla parità di genere. Una giornata storica soprattutto perché sancisce, tra i punti fondamentali, i diritti sessuali e riproduttivi delle donne attraverso l’accesso agevole alla contraccezione e alla scelta di interrompere volontariamente la gravidanza.

Sono tanti i temi della relazione, esposta dal parlamentare Marc Tarabella, in cui gli stati europei sono in ritardo: dalla parità di accesso al lavoro alle differenze retributive, dalla prevenzione della violenza di genere all’informazione sulla salute sessuale. Uno schema che segna da oggi uno spartiacque in tema di diritti e pari opportunità.

Adesso Governo e Parlamento, che negli ultimi tempi hanno cancellato i temi delle donne dalle loro agende, devono far seguire alla retorica e agli annunci, proclamati durante l’8 marzo, atti concreti per delle nuove politiche di genere, che eliminino discriminazioni e disparità. In un Paese in cui continua la difficoltà di reperire un medico che sia disponibile ad accogliere e seguire le donne che scelgono di interrompere la loro gravidanza presso le pubbliche strutture ospedaliere (mancanza di medici non obiettori e ridotti posti letto), non rispettando la legge che tutela il diritto alla salute e la legge 194.

La risoluzione Tarabella, infine, sottolinea anche la persistenza di stereotipi di genere. Per superarli in altri Paesi europei si insegna l’educazione sentimentale fin dalla scuola primaria. In Italia la mia proposta di legge per l’introduzione di questo insegnamento, utilissimo per la prevenzione della violenza di genere e il bullismo, è rimasta chiusa in un cassetto del Parlamento, senza avere la possibilità di essere discussa.

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Sul diritto alla salute delle donne. #Save194

Al Ministro della salute.
— Per sapere – premesso che:
in data 4 marzo, numerosi giornali hanno riportato la notizia di una giovane donna genovese di diciassette anni che ha rischiato di morire per un aborto provocato dall’assunzione di 9 pillole di Cytotec, un farmaco curativo dell’ulcera, e indicato da alcuni blog internet come un farmaco abortivo;
il fatto sarebbe successo nell’autunno del 2013;
la notizia è emersa dopo la denuncia da parte della madre della ragazza nei confronti dell’ex fidanzato della figlia, che si sarebbe procurato in maniera regolare la ricetta per il medicinale presso il medico di famiglia dicendo di avere bisogno di una cura post-antibiotica;
il ventenne sostiene di aver agito di comune accordo con l’allora fidanzata, prima ancora di accertare l’effettiva gravidanza;
in Italia, come denunciano molte associazioni di medici e di donne vige una concreta difficoltà di reperire un medico che sia disponibile ad eseguire aborti alle donne che vi si rivolgono presso le pubbliche strutture ospedaliere (mancanza di medici non obiettori e ridotti posti letto), in inottemperanza con la legge che tutela il diritto alla salute e con la legge 194;
il Comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa ha dichiarato l’Italia colpevole del mancato rispetto del diritto all’aborto. Un diritto diventato acquisito nel 1978, quando, appunto, la legge 194 ha sancito la legalità nonché la disciplina dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), che prima era reato;
questo costringe molte donne a ricorrere a rimedi chirurgici e farmacologici che mettono a rischio la loro salute e la loro stessa vita, perché viene troppo spesso negato loro di essere assistite, come la legge prevede, presso strutture mediche laiche –:
alla luce del fatti esposti in premessa e delle numerose interrogazioni parlamentari già rivolte al Ministro come intenda agire per garantire un diritto sancito dalla legge n. 194 rispettare il diritto all’aborto delle donne, e che genere di politiche intenda mettere in campo per garantire la presenza costante di medici non obiettori negli ospedali e adeguarsi agli standard europei. (4-08302)

COSTANTINO, NICCHI, FERRARA, SCOTTO, RICCIATTI, KRONBICHLER, MARCON, FRATOIANNI, MELILLA, SANNICANDRO e DURANTI.

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Buon #8marzo a tutte. Anche a chi pensa che non ce ne sia bisogno

Oggi sul Corriere della sera Debora Serracchiani dichiara di non voler essere chiamata avvocata o presidentessa. Il perché non lo dice ma in realtà si capisce benissimo. Fa parte di quelle donne di potere che per dimostrare di essere migliori delle altre donne, fa l’uomo. Un classico visto e rivisto che però nelle donne renziani fa ancora più ridere. Comunque, va avanti e afferma che a differenza di Laura Boldrini non considera la questione del linguaggio prioritaria meglio la battaglia contro il femminicidio. Peccato che non lo sia per il suo capo! Visto che i fondi destinati ai centri antiviolenza non bastano neanche per pagarne le bollette.

Ma poi cara Debora Serracchiani mi puoi spiegare perché una cosa dovrebbe escludere l’altra? Mi puoi spiegare perché porre l’attenzione sul linguaggio significa togliere qualcosa al contrasto alla violenza di genere? Voi del Pd non le sapete fare due cose contemporaneamente? Oppure è semplicemente un attacco gratuito a chi ha osato criticare il vostro Capo Renzi? Perché è chiaro che la pancia del Paese sta con voi. Con tutti i problemi che ci sono ci dobbiamo pure preoccupare di declinare al femminile le professioni che faticosamente ci siamo conquistate? Certo che no!

L’Europa è sempre è solo quello che raccontate voi. E allora buon 8 marzo a tutte. Buon 8 marzo anche a te Debora Serracchiani. Sperando che non ti dispiaccia essere associata a noi donne almeno in questa giornata.

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Lo zoning possibile. Lunedì 2 marzo ore 17.30, – Casa internazionale delle donne

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Zoning nasce come risposta possibile ai problemi di convivenza civile che si manifestano in alcune aree della città maggiormente interessate dal fenomeno della prostituzione di strada… è un approccio dinamico di intervento, un dispositivo di politiche sociali che lavora incessantemente per prevenire i conflitti sociali e quindi lavora sulla mediazione dei conflitti in atto o potenziali…
(da Lo Zoning possibile, a c. di F. Carchedi, U. Stridbeck, V.Tola, Franco Angeli 2008)

La Casa Internazionale delle Donne intende dare un contributo fattivo alle politiche sociali della città e si propone di riflettere in più incontri sulle strategie possibili relativamente allo Zoning, un complesso sistema integrato di servizi per affrontare un fenomeno multiplo, variegato e in continuo mutamento. Come dimostrano precedenti
esperienze, oltre alla soluzione di tipo repressivo si rende infatti necessaria la scelta di rafforzare il servizio sociale competente per cogliere la complessità del fenomeno e affrontarlo a seconda delle sue diverse sfaccettature.

Intervengono
FRANCESCO CARCHEDI,
GIORGIA SERUGHETTI,
VITTORIA TOLA.

Partecipano: Sabrina Alfonsi, Marta Bonafoni, Tatiana Campioni, Alessandra Cattoi*, Monica Cirinnà, Stefano Ciccone, Daniela Cirulli, Celeste Costantino, Francesca Danese*, Elettra Deiana, Susy Fantino*, Oria Gargano, Emiliano Monteverde, Maria Grazia Ruggerini, Andrea Santoro, Patrizia Sentinelli
* in attesa di conferma