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In Veneto una mozione sulla fantomatica teoria del Gender. Il Governo quando metterà fine a queste voci infondate? #1oradamore

Ci risiamo. Dopo il ritiro dei libri educativi che rispettano le parità di genere da parte del sindaco di Venezia Brugnaro, dal Veneto arriva un’altra notizia davvero preoccupante: la giunta regionale ha votato a maggioranza una mozione priva di fondamento scientifico e completamente inventata sulla fantomatica teoria del gender. L’educazione contro gli stereotipi sarebbe responsabile, secondo i ventiquattro consiglieri che hanno votato a favore, di “sessualizzazione precoce, dipendenza dalla pornografia, aumento pedofilia”. Ciò è dimostrabile, a detta dei proponenti, a partire dalle esperienze di Inghilterra e Australia. Insomma un’altra pagliacciata degli ultra-cattolici che continuano a creare confusione e ad allarmare famiglie intere prima dell’inizio della scuola.

Il Governo quando metterà fine una volta per tutte a queste voci infondate? Il silenzio sul tema delle pari opportunità, della prevenzione al bullismo e agli stereotipi è davvero imbarazzante. Quando hanno intenzione di rispondere alle nostre innumerevoli interrogazioni parlamentari? Il 19 e 20 settembre a Roma si svolgerà “Educare alle differenze 2” organizzato dall’associazione Scosse, un luogo dove confluiscono esperienze da tutte le parti d’Italia. Se ci fosse un’informazione pulita sono sicura che anche alcuni passaggi normativi risulterebbero più semplici, dall’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole al riconoscimento delle unioni civili. #1oradamore

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Tutti quelli che affermano che finalmente anche gli insegnanti emigreranno per lavorare, lo sanno che l’87,3% di questi assunti è donna?

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Li hanno accusati di non aver bisogno di lavorare e di essere dei privilegiati. I docenti a cui sono state assegnate finora le cattedre a disposizione sono stati raffigurati come dei parassiti statali, in un racconto totalmente falsato dalla propaganda ministeriale e filogovernativa.

La “buona scuola” è una riforma che non tiene conto della realtà del Paese e della professionalità di tanti insegnanti. Affidare ad un algoritmo la vita delle persone è quanto di più irresponsabile e miope possa esistere: tutti quelli che affermano così candidamente che finalmente (quasi in una sorta di vendetta sociale) anche gli insegnanti emigreranno per lavorare, lo sanno che l’87,3% di questi assunti è donna? Dov’è finita la retorica renziana sulla maternità? Come si concilia l’allontanamento di una madre dal nucleo familiare con il modello “Mulino bianco” che ci hanno propinato in questi anni? Ci ricordiamo o facciamo finta di non sapere che sulle spalle delle donne grava tutto il welfare nazionale?

Eppure oggi ci sarebbe anche una buona notizia: grazie alla campagna #ChiediamoAsilo, che ho avuto il piacere di presentare alla Camera con ActionAid, è stato riaperto dopo due anni un asilo nido pubblico a Reggio Calabria. E allora aprite asili, migliorate i trasporti, fate assistenza gratuita agli anziani e poi magari ne riparliamo.

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#UnioniCivili Il Governo porti subito il testo in Parlamento e smetta di calpestare i diritti di chi si ama

Noi siamo pronti da sempre. Dal primo giorno di legislatura chiediamo che finalmente vengano riconosciute le nozze gay nel nostro Paese. In questi anni abbiamo assistito a false partenze, giochetti sottobanco, propaganda elettorale e brusche frenate. Oggi si può. Il ddl Cirinnà non è il miglior testo possibile ma è il primo passo di un percorso sulle #unionicivili che vergognosamente l’Italia non ha mai iniziato. Per colpa soprattutto di una destra che spesso e volentieri ha parlato per nome e conto dei cattolici e che oggi, dopo le parole di Papa Francesco sull’aborto, dimostra di essere totalmente fuori dal tempo.

La cultura religiosa esprime dimensioni come l’accoglienza, la carità, il perdono nei confronti dei soggetti deboli. Lo fa con i migranti, con i detenuti, a modo loro con le donne. Oggi i vari Alfano-Giovanardi-Binetti invece continuano a rimanere indietro sulle unioni civili, ostacolando e bloccando il ddl Cirinnà.

Basta con i tira e molla. Il Governo porti subito il testo in Parlamento e smetta di calpestare i diritti di chi si ama.

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Basta con l’approccio securitario e proibizionista sulle droghe

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Daspo per tutti. Tifosi, manifestanti e ora viene anche proposto per le discoteche. Vorremmo affrontare la questione droghe in una maniera più matura. Principalmente discutendo al più presto la proposta per la legalizzazione della cannabis e poi cominciando ad allargare il campo e contrastare i veri responsabili del narcotraffico: le mafie, unici attori che determinano il mercato e che controllano i nostri territori.

La morte di Lamberto, il ragazzo sedicenne di Città di Castello deceduto al Cocoricò di Riccione per overdose di ecstasy, ha certamente bisogno di una risposta forte da parte dello Stato. Ma non può essere ancora usato il fallimentare approccio securitario e proibizionista. Bisogna piuttosto creare delle politiche di prevenzione, di riduzione del consumo, di informazione. Per far sì che nessun altro ragazzo possa ritrovarsi nella stessa dinamica. È inutile continuare a sostenere ipocritamente che solo in discoteca si possano trovare le droghe sintetiche. Chi lo pensa – certamente il ministro Alfano – fa un cattivo servizio per questo Paese.

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