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Lo stesso amore, gli stessi diritti. Al Circolo Sel Testaccio per parlare di unioni civili

testaccioOggi, 4 novembre, alle ore 18.00 al Circolo SEL Testaccio sarò all’assemblea pubblica: “LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI”. Intervengono insieme a me Imma Battaglia (Consigliere Comunale Sel), Mario Colamarino (Presidente Circolo Mario Meli), Danilo Martarelli (Vice presidente Di Gay Project), Ettore Ciano (Presidente Agedo Roma), Giada Pugno (Avvocato Matrimonialista), Mauro Cioffari (Coordinamento Sel Roma). Coordina: Adriano Greco (Sel Testaccio).

“LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI”

In Italia sono in aumento esponenziale le famiglie non legate dal vincolo matrimoniale, le cosi dette COPPIE DI FATTO, molte composte da persone dello stesso sesso.

“Art. 29 della Costituzione Italiana: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”

“Art. 3 della Costituzione Italiana: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Roma da poco meno di un anno ha approvato il registro delle unioni civili. Centinaia di coppie, omosessuali ed eterosessuali, hanno già fatto richiesta di iscrizione. In questi giorni, in senato, è in discussione la proposta di legge sulle unioni civili. Il nostro Paese è l’unico, infatti, trai fondatori dell’Unione Europea, a non aver dato ancora un “ABITO GIURIDICO” alle coppie di fatto.

 

 

 

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Ad Avellino, al Maglificio 100Quindici Passi, con la Commissione antimafia

Ieri a Quindici, un paese di Avellino, hanno fatto saltare a colpi di pallettoni la scritta “Bene riscattato alla camorra e restituito all’Italia”. Il bene in questione è la villa bunker del clan Graziano trasformata in un’impresa tessile dai ragazzi di Libera. Oggi saremo lì con la Commissione antimafia per dimostrare da che parte stare. L’inaugurazione ci sarà e la violenza della camorra non la fermerà. Quindici

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Il nostro sì allo Ius Soli

18 Ius SoliLa cittadinanza è un riconoscimento importante. Si collega ad un insieme di diritti e di meccanismi di approvazione che in alcuni casi rappresentano una vera e propria legittimazione dell’esistenza. Indica l’appartenenza ad una comunità e con essa ad alcune condizioni irrinunciabili: in primis l’uguaglianza rispetto agli altri membri della società e insieme i doveri a cui l’individuo deve adempiere.

La domanda che ci viene fatta è: abbiamo bisogno di nuovi italiani? La risposta è sì. Per vari motivi.

La cittadinanza è uno dei temi, connesso al fenomeno strutturale delle migrazioni, più dibattuto in questi anni. In Europa non esiste una legislazione univoca, tutti i Paesi, anche quelli più aperti all’accoglienza, non contemplano uno ius soli puro: per questo diritto dobbiamo guardare agli Stati Uniti d’America, unico Paese del mondo ad avere questo genere di legislazione, proprio lì Papa Francesco nelle settimane scorse, ha potuto affermare «Sono figlio di una famiglia di emigranti, e sono lieto di essere ospite di una nazione che, in gran parte, fu edificata da famiglie simili».

E invece i migranti in Italia sono sempre considerati in negativo un tema di campagna elettorale – soprattutto dopo i tragici eventi di terrorismo internazionale – vengono utilizzati da partiti populisti per gettare benzina sul fuoco della xenofobia e creare logiche sempre più securitarie.

In Italia vige una legge sulla cittadinanza tra le più restrittive. La legge n.91 del 1992 è stata votata quando in Italia nascevano da genitori stranieri solo 5.750 bambini, quasi l’1% delle nascite totali. Venti anni dopo il 1992, quando iniziava la campagna “L’Italia sono anch’io”, promossa da 23 associazioni e movimenti nascevano nel nostro paese più di 78mila bambini, pari al 15% delle nascita totali: 1 bambino su 6.

Freddi numeri, certo. Ma che danno un quadro di quanto sia fuori dal tempo una legge che oggi, a più di 20 anni di distanza, mostra tutti i suoi limiti. E che tende a far nascere “stranieri” ragazzi e ragazze italianissimi, cresciuti nel nostro Paese, e che spesso parlano meglio di noi anche il dialetto. Non siamo in presenza di seconde generazioni, ma addirittura di terze.

Ad inizio legislatura abbiamo presentato una proposta di legge per introdurre lo ius soli. Anche Renzi ne parlava andava in giro per l’Italia nella sua campagna per le primarie del Pd. Faceva vedere una slide strappalacrime con Balotelli e un estratto di “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino.

Tutti ne parlavamo ma come è stato affrontato oggi quel dibattito? A livello legislativo lo vedremo tra un po’, a livello culturale abbiamo assistito solo ad una regressione senza precedenti. La Lega, l’ Ncd, i Fratelli d’Italia, i Casapound, tutti figli di quella sub-cultura intollerante e razzista hanno allargato a macchia d’olio il loro consenso, aiutati anche da un Movimento 5 stelle che sul tema dei migranti e dei diritti di cittadinanza non ha mai preso una posizione chiara (parlo dei parlamentari e non di Grillo, che una posizione chiara l’ha presa molte volte, dimostrandosi più xenofobo di leghisti di lungo corso).

Il M5S è il grande assente di questo provvedimento, loro che parlano e sbraitano sempre su tutto, sulla cittadinanza non hanno avuto una parola, non hanno depositato un emendamento, non hanno discusso nulla. Altro che cittadini come vecchi politicanti per paura di scontentare parte del loro elettorato se ne sono stati buoni buoni, zitti zitti ad aspettare che altri facessero per loro, o in un verso o nell’altro. L’hanno imparata bene la lezione.

Ma andiamo al dunque. Dopo più di dieci anni di discussioni e dibattiti oggi siamo qui, a quella che noi consideriamo una necessità non più procrastinabile ma nello stesso tempo l’ennesima occasione mancata.

Il testo arrivato in commissione è stato un compromesso al ribasso con il partitino di Angelino Alfano, sono stati cancellati dal testo tutti i riferimenti alla cittadinanza che riguardano gli adulti. Conservata solo la parte più soft riguardante i diritti dei minori.

Purtroppo le 200mila firme raccolte da “L’Italia sono anch’io” non sono state ascoltate. Chiedevano esattamente una legge che riguardava anche e soprattutto gli adulti: una legge più snella, semplice e collegata ad una realtà profondamente cambiata in questi anni. Doveva consentire il diritto di voto amministrativo a chi era residente regolarmente da almeno 5 anni. E così non è stato, come anche sui minori discutibili sono state altre scelte operate in corso d’opera.

Un bambino nato in Italia potrà ottenere la cittadinanza italiana solo se almeno uno dei genitori possiede la carta di soggiorno UE di lungo periodo che come sappiamo per l’ottenimento necessita di requisiti severi che rispettino determinati standard linguistici, abitativi e reddituali. Dispiace perché a nostro avviso questa norma determinerà discriminazioni fra minori. Non si sarebbe dovuto perdere di vista chi è il soggetto di questa legge, cioè i bambini, non i loro genitori. Lo ius soli, che sia puro o temperato, deve parlare di loro. Legare la loro condizione a quella dei loro genitori in maniera così restrittiva significa svuotare in parte il segno e il senso di questo provvedimento.

Altra nota stonata è stata la scelta sulle norme transitorie. E anche qui la decisione presa non è altro che il frutto avvelenato di un’alleanza di Governo che non funziona che puntualmente in tema di diritti fa venire fuori in maniera netta le contraddizioni. Questa legge deve avere una funzione retroattiva cioè deve poter essere utilizzata anche da chi ha già concluso un ciclo di studi nel nostro Paese ed ha quindi ottemperato allo Ius Culturae.

Che cosa ci dice il Ministro dell’Interno Alfano? Che questi ragazzi per usufruire della legge, devono fare richiesta di cittadinanza e devono aspettare udite udite 6 mesi affinché il Ministero possa verificare che a loro carico non ci sia già un diniego dovuto a problemi di sicurezza nazionale.

Allora ricapitoliamo: un potenziale terrorista chiede anni fa la cittadinanza nel nostro Paese, gli viene negata in quanto soggetto pericoloso, nel momento in cui viene approvata questa legge lo stesso soggetto pericoloso ripresenta la domanda, a quel punto il Ministero dell’Interno ci dice che ha bisogno di 6 mesi per ri-verificare se è un soggetto pericoloso oppure no.

Direi che è abbastanza surreale. Perché sia chiaro, l’operazione politica si capisce. E’ quella di rallentare, creare ostacoli, non darla vinta ai propri alleati e va bene ma vi sembra possibile che per fare tutto questo il Ministro Alfano utilizzi come scusa la propria incapacità? Per rilasciare un permesso di soggiorno di lungo periodo in cui è compresa la verifica della pericolosità il Ministero ci impiega 90 giorni, per un uomo o una donna che dovrebbero già essere stati segnalati ci impiega 6 mesi. Non c’è che dire siamo proprio in ottime mani. Altro che giubileo, altro che Marino.

Mi avvio a concludere Presidente, dicendo che è stato un peccato, se non fosse stato per queste assurdità, avremmo potuto fare bene, senz’altro avremmo potuto fare meglio.

Avere un primato in Europa, dare fino in fondo il segnale di piena civiltà e di visione delle trasformazioni sociali. Lo abbiamo fatto in parte e in questa porzione però non ci sfugge e lo voglio sottolineare non ci sta la teoria, l’ideologia ma ci sta la carne viva delle persone.

Ci sta Zhanxing Zhu, una ragazza di 23 anni, in Italia dalla Cina all’età di 10 anni. Che ci ha detto ironicamente: “Straniero a chi? Io sono un’italiana col permesso di soggiorno”.

Lei insieme ad altri si è messa al servizio di un percorso di attivismo sociale e politico, con la Rete G2, il primo network di figli d’immigrati in Italia, che da tempo chiede una legge sulla cittadinanza italiana più attenta alle caratteristiche delle seconde generazioni.

Ecco e concludo davvero Presidente, per lei e per i tanti come lei, oggi è comunque una giornata importante e una porta che si apre. Sinistra ecologia e libertà voterà a favore perché con tutti i limiti di questa formulazione finale, la nostra posizione è stata sempre molto chiara. Noi non siamo stati in silenzio, abbiamo contribuito attivamente per migliorare questo testo e in tanti passaggi ci siamo riusciti, avendo in testa un solo obiettivo offrire diritti in più senza nessun dubbio, nessuna confusione, nessuna ambiguità.

Tra un avanzamento e la barbarie, noi scegliamo un avanzamento. Le astensioni le lasciamo ai giochetti politicisti e ai bluff mediatici. Abbiamo dalla nostra la libertà e la cultura politica se oggi c’è un riconoscimento in più per quei ragazzi il merito è anche nostro, il merito è anche di Sinistra ecologia e libertà.