Da anni, insieme a Giovanni Tizian e all’associazione daSud di cui sono portavoce, denunciamo la presenza delle mafie al Nord. In particolare il loro accumulo di capitale economico e l’aumento del consenso sociale, in territori che la politica ha continuato a considerare immuni dal potere dei clan. L’inchiesta che oggi ha portato a 29 arresti e che ha svelato un sistema economico legato al gioco d’azzardo e alle slot machine, dimostra ancora una volta che la criminalità organizzata è forte e ben radicata nelle regioni settentrionali del Paese. Negare l’evidenza oggi non è più possibile.
Le mafie temono l’informazione, la cultura, le parole. Noi, come Giovanni Tizian, non smetteremo di raccontare i traffici e i business dei clan in tutta Italia, e saremo promotori in Parlamento di buone e concrete pratiche: l’antimafia oggi è una priorità per costruire un Paese che faccia della trasparenza e dei diritti i suoi temi portanti. Per questo Sel, in questa tornata elettorale, ha deciso di puntare su delle esperienze concrete e su dei percorsi che mettono al centro il recupero originario del concetto di legalità e di una necessaria giustizia sociale. Regioni come il Piemonte, la Liguria e la Lombardia in questo momento sono lo spazio su cui sfidare la criminalità organizzata: in questi territori la ‘ndrangheta, secondo Transcrime, realizza il 50% dei suoi ricavi totali.
E’ finito il tempo della delega. Il tema della lotta alle mafie deve essere la lente con cui leggere la trasformazione economica e sociale del Paese. In questo senso sfido tutte le candidate e i candidati ad assumere un impegno, in questa campagna elettorale, che non si limiti ad atti che vanno sotto il cappello “formale” dell’antimafia ma che utilizzino l’antimafia come prerequisito dell’agire politico, su tutte le questioni riguardanti la vita delle persone, come per esempio il lavoro, l’ambiente e la sanità.
Lo rende noto Celeste Costantino, candidata alla Camera di Sinistra ecologia e libertà nelle circoscrizioni Piemonte1 e Liguria