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Giovani donne di seconda generazione

giovani donne di seconda generazione

Oggi ho partecipato alla presentazione del progetto #Secondeachi?, giovani donne di seconda generazione. Un progetto dal valore politico inestimabile.

Stiamo vivendo un periodo di arretramento delle politiche di integrazione: occorre ragionare su un nuovo concetto di cittadinanza, inclusivo e condiviso. Lo Ius soli può essere il giusto “varco” per rimettere al centro dell’impianto legislativo le persone e i diritti. Bellissima una frase pronunciata da Rosa Jijon durante la presentazione: “il passaporto non è solo appartenenza e soggiorno, ma vuol dire viaggio, mobilità e soprattutto sogno”.

Il progetto
www.donnedisecondagenerazione.eu

Cecile Kyenge ed Elettra Deiana

Cecile Kyenge ed Elettra Deiana

In questi anni la politica istituzionale ha utilizzato una grande retorica intorno ai problemi delle nuove generazioni. Retorica accompagnata da scelte che si sono dimostrate sbagliate. Adesso siamo ad un punto di non ritorno. Per cui o questo Paese decide davvero di partire dalla scuola e dall’università per compiere delle scelte nette e precise che permettano trasformazioni reali, oppure anche questa legislatura sarà ricordata – in continuità con quelle dei Governi Berlusconi e Monti – una legislatura dalle lacrime di coccodrillo. Proprio stamattina gli studenti della Rete della conoscenza hanno presentato i risultati di un referendum svoltosi dal 15 aprile al 4 maggio che ha coinvolto quasi centomila studenti a cui è stato chiesto di esprimersi sui nodi centrali del loro quotidiano formativo e la qualità della loro vita universitaria. Da questa ricerca emerge in maniera drammatica la sensazione di incertezza nei confronti del futuro a causa della disoccupazione e della precarietà lavorativa. Un tema sempre evocato ma mai affrontato dalla politica. Questo il terrore di chi studia e non sa cosa succederà dopo la fine del percorso accademico, questo il terrore di chi non si può permettere questo percorso di studi, questo il terrore di chi non ci crede più e decide di stare fermo.
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