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È una giornata di festa, importante non solo per Reggio Calabria e il Sud Italia. I Bronzi di Riace, dopo quattro anni di lavori di restauro, sono stati restituiti finalmente alle cittadine e ai cittadini nella miglior sede possibile per la loro esposizione e valorizzazione: il Museo nazionale della Magna Grecia.

Sono stati rispettati i tempi stabiliti dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo dopo le interrogazioni parlamentari da me presentate per accelerare sia i tempi del rientro a casa dei guerrieri che l’apertura della sala in cui da oggi sono in mostra.

Oggi alle 16.30 sarò all’inaugurazione del Museo nazionale della Magna Grecia insieme al ministro Massimo Bray, che anche in questa occasione ha dimostrato una profonda sensibilità, facendo il possibile per far tornare a casa i Bronzi di Riace entro la fine dell’anno e rispondendo concretamente alle nostre richieste in Commissione Cultura e a quelle dei comitati e delle associazioni che hanno invocato con forza la riapertura parziale del museo in tempi rapidi.

L’inaugurazione della Sala del Museo nazionale della Magna Grecia è anche l’occasione per ribadire che i Bronzi di Riace sono dei beni identitari e inamovibili, perché rappresentano un patrimonio irrinunciabile della comunità calabrese. Alla luce anche degli ultimi studi che confermano come le sculture, benché il restauro sia andato benissimo, non siano in condizione di viaggiare.[Read more]

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Bray condivide le proposte dell’on. Costantino sulla protezione del patrimonio archeologico

A 21 anni circa dalla sua firma, l’Italia si prepara finalmente a ratificare la Convenzione Europea della Valletta in difesa del patrimonio archeologico. Grazie anche alla nostra proposta di legge ad inizio legislatura con la preziosa collaborazione dell’Associazione nazionale archeologi, il ministro della Cultura Massimo Bray ha messo tra le priorità del suo dicastero la ratifica della Convenzione. Un importante risultato dopo anni di ritardi nella modernizzazione dell’archeologia.

«Sulla ratifica della Convenzione de La Valletta vorrei assicurare – ha detto il ministro Bray in audizione – che i miei uffici hanno già provveduto l’11 novembre 2013 ad inoltrare uno schema di legge al ministero degli Affari Esteri in previsione di una prossima iscrizione all’ordine del giorno per l’esame del consiglio dei ministri. La procedura è stata attivata ritenendo molto giusta l’osservazione che ci è giunta dall’on. Celeste Costantino».

La Convenzione ha come obiettivo primario la conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico nelle politiche urbane e di pianificazione: riguarda principalmente le modalità di collaborazione tra archeologi, urbanisti e pianificatori. Formula inoltre degli orientamenti sul finanziamento dei lavori di scavo, di ricerca e di pubblicazione di risultati ottenuti. Non ultimo, la Convenzione disegna un quadro istituzionale per una cooperazione paneuropea in materia di patrimonio archeologico, il che implica uno scambio sistematico di esperienze e di esperti tra i diversi Paesi.

Ma non è l’unico passo in avanti. Infatti il ministro ha condiviso anche la mia denuncia riguardo alle archeomafie: il nostro patrimonio artistico e culturale è il più saccheggiato del mondo. Anche se sottovalutato, rappresenta il quarto business delle mafie, dopo droga, armi e riciclaggio.

«Sull’eccessiva debolezza del nostro sistema di sanzioni penali per i reati commessi contro il patrimonio archeologico, sottolineata dall’on. Celeste Costantino – ha affermato il ministro Bray – desidero comunicarvi che i miei uffici hanno predisposto una bozza di disegno di legge delega, inviata per condivisione ai ministeri della Giustizia, della Difesa e dell’Interno, finalizzata ad una riforma organica dell’intero sistema sanzionatorio per i reati contro il patrimonio culturale che introduce nuove figure di reato e inasprisce le pene per le fattispecie criminose già previste dal codice penale dalla normativa di settore».

Secondo l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr la perdita del patrimonio culturale ci costa circa un punto percentuale di Pil. E parliamo solo di una stima economica. Quella culturale è ovviamente inestimabile. Nel nostro Paese avvengono tre furti al giorno nel 2012 secondo il Rapporto Ecomafia dell’Osservatorio legalità e ambiente di Legambiente. È importante arginare il fenomeno, mediante un censimento dell’esistente: le aree non censite attualmente hanno percentuali altissime.

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Insieme fuori dal fango: a Roma il 4 dicembre il festival sulla resistenza culturale

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Mercoledì 4 dicembre (ore 16.00) walk-show e tavola rotonda al Pigneto. per rilanciare la piccola editoria e mettere in rete i luoghi della produzione indipendente

“Insieme fuori dal fango”, il festival della resistenza culturale promosso da NdA Press, sbarca a Roma. E apre nella Capitale il dibattito sulla centralità dei saperi, delle produzioni artistiche e della formazione per il rilancio economico e sociale del paese. L’appuntamento (dopo la tappa palermitana del 13 ottobre) è per mercoledì 4 dicembre nel quartiere Pigneto con un duplice evento. Alle 16.00 infatti, con partenza dalla Biblioteca comunale, si terrà un walk-show a cura di Carlo Infante (Urban Experience) dal titolo “Il Pigneto letto da Pasolini e Cerami. Piedi per terra e testa nel cloud” durante il quale si esplorerà, con tanto di radiocuffie, brani letterari e conversazioni con gli abitanti, l’immaginario dei due autori nel contesto dei luoghi in cui si sono ispirati. A seguire poi, sempre nella Biblioteca (ore 17.30), una tavola rotonda sulla crisi che sta attraversando il mondo dell’editoria, sulle strategie per resistere ed innovarsi, proprio alla vigilia di “Piùlibripiùliberi”: la fiera che ospita in settimana gli operatori indipendenti del settore. All’incontro, coordinato Tommaso Sacchi (operatore culturale), parteciperanno Massimo Roccaforte (NdA), Celeste Costantino (deputata Sel, commissione cultura alla Camera), Matteo Orfini (responsabile cultura Pd), Marco Fratoddi (direttore del mensile La Nuova Ecologia), Riccardo Reim (autore de “Il delitto Pasolini. Un testimone oculare”), Luca Valtorta (direttore mensile XL La Repubblica), Marcello Ciccaglioni (fondatore librerie gruppo Arion).[Read more]

Con un emendamento al DL Istruzione abbiamo chiesto e ottenuto un intervento sulle somme confiscate alle mafie, prevedendo che il 3% di queste sia destinato al finanziamento di nuove borse di studio. L’approvazione alla Camera rappresenta una grande vittoria per l’antimafia, e tiene insieme due punti qualificanti dell’azione politica: il contrasto ai clan e il diritto allo studio. Abbiamo raccolto la proposta elaborata dall’associazione antimafie daSud, condivisa e supportata da tanti movimenti studenteschi, e fatto in modo che fosse approvata. Anche così dimostriamo un binomio inscindibile: non ci può essere antimafia senza formazione, né formazione senza antimafia.

Attualmente tutte le somme confiscate alle mafie sono destinate al fondo unico della Giustizia, che a luglio 2013 disponeva di 947 milioni di euro, di cui 72,7 milioni di euro da versare al Ministero dell’Interno – spiega la deputata di Sel – Con il nostro emendamento il 3% di questi fondi saranno destinati al diritto allo studio, in modo da cancellare una volta per tutte la figura vergognosa dell’idoneo non beneficiario. Il denaro servirà al finanziamento dei servizi per gli studenti: contributi affitto, mense, mobilità oltre a diventare nuove borse di studio.

Vigileremo affinché il Senato confermi la decisione dell’aula di Montecitorio – conclude la deputata Celeste Costantino – Stiamo inoltre depositando una proposta di legge per destinare anche gli immobili, confiscati alle mafie, agli enti regionali per il diritto allo studio: potrebbero diventare residenze per gli studenti fuorisede, open space per attività universitarie e accademie specializzate.