Articolo

Celeste Costantino su voto di fiducia a #DLviolenzastadi e protezione internazionale

Questo Governo si è caratterizzato – come abbiamo detto più volte – per le continue decretazioni d’urgenza e le conseguenti fiducie. Dico conseguenti perché ormai in maniera sistematica questo esecutivo ripropone sempre lo stesso schema: costruisce pacchetti di provvedimenti con dentro le cose più diverse, priva della discussione il Parlamento, non permette di agire gli strumenti per modificare i decreti e in nome di una finta urgenza annienta o tenta di annientare il senso che per molti di noi che stanno qui, ha ancora il fare politica.

Questa volta è il turno della violenza negli stadi e della protezione internazionale d’altronde come non vedere lo imstretto legame che intercorre tra un tifoso violento e un richiedente asilo. Eh già siamo veramente dei folli a non cogliere le numerose analogie fra questi due soggetti. Ma si sa noi della sinistra arretrata e ideologica ci attacchiamo a tutto, ce lo diceva anche qualcun’altro speriamo di non sentire utilizzate su di noi altre categorie di berlusconiana memoria come per esempio “l’odio”.

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Questo pomeriggio una delegazione di parlamentari e consiglieri comunali di Sel e Pd si è recata a Regina Coeli per fare visita a Nunzio D’Erme. La delegazione era composta da Loredana De Petris, Monica Cirinna’, Massimo Cervellini, Celeste Costantino, Marco Miccoli, Gianluca Peciola, Annamaria Cesaretti e Luca Blasi, quest’ultimo come rappresentante della rete romana dei centri sociali.

Nunzio D’Erme, insieme a Marco Bucci, è accusato di aver preso parte ai disordini seguiti al tentativo di allontanare alcuni militanti dell’organizzazione integralista Militia Christi che avevano fatto un’incursione durante un convegno sul tema dell’omofobia nel Municipio VII.

«Abbiamo trovato Nunzio in buone condizioni. Rimane inspiegabile il motivo per cui sia stato arrestato: nella Capitale si continua a rispondere con repressione e approccio securitario a questioni sociali», hanno affermato i parlamentari e consiglieri comunali di Sinistra Ecologia e Libertà.

«Le misure restrittive sono sproporzionate rispetto ai fatti contestati. E’ una sproporzione che deve preoccupare la politica tutta. Per questo chiediamo – hanno concluso – la loro immediata liberazione».

Delegazione SEL-PD a Regina Coeli per Nunzio D'Erme

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’interno,

per sapere – premesso che:

in data 10 giugno 2014, alle ore 6,30 circa del mattino, presso il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, uno dei più grandi del nostro Paese, ha avuto luogo una protesta da parte dei richiedenti asilo diretta contro l’ente gestore, la cooperativa Auxilium, già oggetto di precedenti rivendicazioni in relazione alle condizioni di vita nel centro;

i migranti sono usciti dal Centro di accoglienza per richiedenti asilo e si son seduti a terra, in strada, con ciò bloccando il traffico sulla via Tiberina, la via di snodo che porta verso l’adiacente autostrada Roma-Firenze;

poco dopo l’inizio del blocco stradale, sulla via Tiberina, è arrivato un folto schieramento di forze dell’ordine: polizia, carabinieri, persino i militari di stanza al Centro di accoglienza per richiedenti asilo, in assetto anti-sommossa;

come anche riportato in un articolo (con foto e video) di « Dinamopress.it», non sarebbe stato avviato alcun tentativo di interlocuzione con i migranti – nel frattempo esposti alle intimidazioni degli automobilisti – né di mediazione, da parte degli agenti o responsabili dell’ente gestore, rispetto alle istanze dei richiedenti asilo in mobilitazione;

alcuni attivisti delle reti antirazziste e della redazione di « Dinamopress», presenti sul posto, sono stati identificati e invitati ad allontanarsi;

dopo le ore 8,00 del mattino, gli agenti hanno iniziato a trascinare via di peso le donne e gli uomini seduti a terra, e di lì a breve è partita la carica da parte delle forze dell’ordine. I richiedenti asilo sono stati inseguiti e malmenati – buttati a terra, trascinati per i capelli, presi a pugni e calci – lungo tutto il tragitto che porta verso i cancelli del Centro di accoglienza per richiedenti asilo, sotto gli occhi degli attivisti man mano arrivati da Roma;

risulterebbe che almeno quattro di loro sono stati portati via; la carica è proseguita fin davanti ai cancelli dei Centro di accoglienza per richiedenti asilo e, stando a quanto riferito via telefono dai migranti dall’interno del centro, alle ore 9,00, l’intervento delle forze dell’ordine in assetto antisommossa si sarebbe portato fin dentro la struttura;

a parere degli interpellanti, quanto accaduto non può non apparire particolarmente grave, ed è assolutamente necessario fare chiarezza sulla dinamica e le procedure avviate in tale occasione dalle forze di polizia nei confronti dei migranti –:

quali siano le informazioni e gli orientamenti del Ministro interrogato circa i fatti riferiti in premessa;

se sia stata conforme alle norme la condotta delle forze dell’ordine nei confronti dei richiedenti asilo del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto che, in occasione di una protesta assolutamente pacifica, avrebbero usato violenza nei confronti dei migranti;

quale sia il numero dei migranti feriti e la tipologia delle ferite stesse;

quali iniziative disciplinari si intendano adottare nei confronti di eventuali responsabili, e in quali tempi;

quali iniziative intenda adottare affinché simili fatti non abbiano più a ripetersi.

(2-00576)
Costantino, Daniele Farina, Piazzoni, Migliore, Fratoianni, Kronbichler, Duranti, Melilla, Pannarale, Ricciatti, Scotto

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Abbiamo presentato oggi un’interpellanza al Ministero dell’Interno per fare chiarezza sulla dinamica, le procedure e sulla condotta illegittima delle forze dell’ordine nei confronti dei richiedenti asilo del CARA di Castelnuovo di Porto che, in occasione di una protesta, hanno usato violenza nei confronti dei migranti.

I richiedenti asilo sono stati inseguiti e malmenati, buttati a terra, trascinati per i capelli, presi a pugni e calci lungo tutto il tragitto che porta verso i cancelli del CARA, sotto gli occhi degli attivisti man mano arrivati da Roma. La carica è proseguita fin davanti ai cancelli del CARA e l’intervento delle forze dell’ordine in assetto antisommossa si è protratto fin dentro la struttura.

Quali saranno i provvedimenti disciplinari che saranno adottati nei confronti dei responsabili? E, soprattutto, in quali tempi?

Celeste Costantino, Daniele Farina