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Oggi in visita all’ospedale di Locri, con Gianni Speranza e Rosario Rocca

Oggi alle 18:00 Celeste Costantino, deputata Sinistra ecologia libertà in Commissione Affari costituzionali, insieme a Gianni Speranza sindaco di Lamezia Terme, al primo cittadino di Benestare Rosario Rocca, e ad una delegazione del Circolo SEL della Locride guidata dal coordinatore Walter De Fiores, visiterà l’Ospedale Civile di Locri incontrando cittadini, operatori e i referenti territoriali sindacali di categoria da sempre impegnati per evitare il declino del nosocomio locrideo.

La presenza a Locri di Celeste Costantino parlamentare di SEL nonché segretaria della delegazione italiana al Consiglio d’Europa è il segno tangibile dell’impegno degli iscritti e dei militanti di SEL della Locride per contrastare la paradossale situazione della gestione sanitaria in Calabria, in attesa della nomina del nuovo commissario ad acta al posto del dimissionario Giuseppe Scopelliti.

“Sono qui – afferma Celeste Costantino – per denunciare l’inerzia da parte del Governo e della Regione su una situazione davvero sempre più drammatica e per dare forza al progetto e la visione di SEL per la salvaguardia del diritto alla salute in Calabria”.

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L’educazione sentimentale non è affatto una materia vaporosa

Lo scorso 15 luglio Filippo La Porta sul Corriere della Sera ha pubblicato un’opinione sulla proposta di legge, di cui sono prima firmataria, per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole. Ho pensato, per approfondire gli aspetti delle riflessioni che pone, di rispondere direttamente alle sue domande e considerazioni estrapolando alcune frasi che a mio avviso necessitano alcuni chiarimenti. [Il suo articolo è interamente consultabile qui]


Perché chiamarla «educazione sentimentale» e non sobriamente «educazione al rispetto», e riassorbirla nell’educazione civica?
La proposta di legge nasce dalla necessità di provare ad affrontare le questioni legate alla violenza di genere per una volta non come emergenza, ma per quelle che sono e cioè fenomeni strutturali. Per questa ragione il punto di partenza è lo spirito con cui è stata redatta la Convenzione di Istanbul – che sarà legge tra 15 giorni – e in particolare l’art. 14, in cui si fa riferimento esplicito all’introduzione dell’educazione all’affettività nelle scuole. Giusto fare riferimento all’educazione civica, ma la prospettiva deve essere arricchita: solo l’insegnamento dell’educazione sentimentale può creare un nuovo concetto di cittadinanza e una generazione consapevole, solidale e aperta alle differenze.

Quando un aspetto delle normali relazioni interumane diventa materia didattica significa che il danno è già irreparabile.

Viviamo in un Paese dove le istituzioni continuano a non riconoscere i diritti civili e ad avere solo un approccio securitario per il contrasto alla violenza di genere e agli abusi. Per questo siamo davanti “a danni irreparabili”, soprattutto dal punto di vista della prevenzione e della cultura.
Bisogna ripartire dalla scuola, uno dei luoghi in cui questo arretramento è sempre più visibile. Apriamo le nostre classi e cominciamo a farle diventare spazi aperti in cui si insegna il rispetto per le differenze e si può analizzare il contesto storico sociale degli stereotipi e gli strumenti che li determinano.

Se in Olanda decidono di modificare gli investimenti pubblici nell’istruzione – sostituendo alle borse di studio «a pioggia» dei prestiti agevolati per poter finanziare insegnamenti di qualità, più al passo con i tempi – l’Italia potrebbe seguirne l’esempio, valorizzando però l’apparente ritardo, e puntare sulla propria tradizione umanistica, senza contrapporla alla cultura tecnico-scientifica.
Proprio in Olanda l’educazione sessuale è stata introdotta negli anni ’60. Ed oggi i bimbi tra i 4 e i 12 anni iniziano il programma “Relationship and Sexuality” che consiste in 50 ore di lezione, in cui si affrontano diversi temi: dalla conoscenza del corpo alle differenze, dall’amicizia all’amore, dalla contraccezzione alle violenze. Spesso con il supporto di dvd, riviste, siti web. Una dimostrazione evidente di come l’educazione sentimentale sia uno sguardo utile alla creazione dei programmi didattici e non una semplice materia. Nella nostra proposta di legge prevediamo infatti che siano adottati unicamente di libri di testo che rispettino le indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione Polite (pari opportunità nei libri di testo), redatto con il contributo della Commissione europea e del Governo italiano. Perché si continua ad insegnare Gabriele D’Annunzio e non Sibilla Aleramo?

Solo se avremo insegnanti capaci di ritrovare il nesso stringente tra letteratura ed esperienza reale allora non avremo bisogno di nuove materie.
Benché non facciano notizia ci sono tantissimi esempi virtuosi di educazione sentimentale – da Nord a Sud Italia – che confermano come il Paese sia più avanti della politica e come in questi anni siano cresciute professionalmente tante persone pronte a loro volta a formare nuovi insegnanti. Ora è il momento di sistematizzare le migliori esperienze e creare un percorso istituzionale chiaro. Peraltro in tante università italiane, è attivo il corso di gender studies (o studi di genere) che non è un campo di sapere a sé stante, ma il risultato di un incrocio di metodologie che abbracciano diversi aspetti della vita umana. Per questo motivo una lettura attenta agli aspetti di genere è applicabile a qualunque branca delle scienze umane, sociali, psicologiche e letterarie.
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Oggi sul Manifesto parliamo del documento “La Sel che serve”, firmato da me, Peppe De Cristofaro, Cecilia D’Elia, Ciccio Ferrara, Daniela Santroni e Arturo Scotto.

La discussione all’interno di Sinistra Ecologia Libertà deve essere liberata dallo scontro a tutti i costi fra leadership che ha segnato il congresso. Noi proponiamo una leadership collettiva che non tagli il partito fra chi è di qua e chi è di là, fra chi è per il partito e chi per il movimento: è una divisione bugiarda.

Non siamo rottamatori ma dobbiamo tornare ad essere la sinistra che rifiuta la sola testimonianza. E anche l’arretratezza della sinistra.

Sul lavoro: siamo contro la precarietà, ma cosa diciamo alle tre generazioni che di contratto a tempo indeterminato non ne hanno visto mai uno?

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Non era scontato, e lo sappiamo bene per avere girato l’Italia in campagna elettorale, riuscire a superare lo sbarramento del 4%. È stato difficile, ma ce l’abbiamo fatta e da qui dobbiamo riprendere i nostri ragionamenti.
Così, senza enfatizzare troppo un risultato che ci consegna la sopravvivenza, possiamo dopo queste Europee andare avanti con nuove consapevolezze: un Pd al 41%, un M5S ridimensionato, la scomparsa di Scelta civica e un Nuovo Centro Destra che ha rischiato di non vedere la propria rappresentanza nel Parlamento europeo.

Un quadro inedito che avrebbe imposto delle riflessioni e non delle accelerazioni irresponsabili. Per questo non apprezzo la corsa a chi arriva prima scattata in queste ore: da una parte il richiamo a un soggetto unico con il Pd dall’altro l’immagine di una costituente per Tsipras che si vuole far nascere già rintracciando una direzione prestabilita. Le dichiarazioni dei garanti che porgono la mano al M5S o i giudizi pesanti nei confronti del Pd infatti stanno producendo un effetto boomerang ancora prima di capire come si trasformeranno le politiche nel nostro Paese e in Europa.

È impraticabile sostenere in questo momento il Governo e, per questo, bisogna continuare a stare all’opposizione. Rifuggiamo però la logica pregiudiziale nei confronti di provvedimenti che possono migliore le condizioni di vita delle persone solo perché a proporli è Matteo Renzi (es. le 80 euro). Penso che Sel non debba perdere la vocazione con cui è nata: bisogna prendere atto perciò di tutte le novità che ci sono in campo e avere la possibilità di interloquire e costruire alla luce dei nuovi elementi di questa fase politica inedita. Non dobbiamo perdere mai di vista il senso del nostro fare politica. Come dice Vendola, “non possiamo pensare davvero che quel 41% non parli anche a noi”. La lista Tsipras ce l’ha fatta, ma adesso anche Sel ce la deve fare.

In questa campagna elettorale abbiamo visto un partito che si è rimesso in gioco. Ecco perché questo partito adesso ha il diritto di confrontarsi, di capire e deve avere anche la possibilità di farlo con la maturità che si deve a un soggetto che al suo congresso ha deciso come collocarsi alle elezioni europee, ma non ha deciso con quella scelta di sciogliersi in un altro soggetto politico. Vale per il Pd e vale per la costituente Tsiprasiana.

Le elezioni sono passate, la fase che si apre è piena di incognite e oggi abbiamo la possibilità – senza fiato sul collo – di analizzare e di elaborare un percorso. Le precipitazioni, gli aut aut, gli annunci, le scomposizioni, e le fascinazioni facili stanno compromettendo tutto quello che abbiamo costruito. Non possiamo permettercelo: c’è un mondo fatto di persone in carne e ossa che ce lo chiede.