Molti parlamentari che fino a ieri sottolineavano insieme a noi la necessità di avere nella legge elettorale la tutela dell’equilibrio di genere, oggi hanno votato contro l’emendamento di Sel che inseriva questo principio nella Riforma costituzionale. Non si trattava né di introdurre le cosiddette “quote rosa” né la parità di genere, ma di affermare in Costituzione che, qualunque siano le leggi elettorali che i Parlamenti e i Governi approveranno in futuro, sarà sempre assicurata la non discriminazione fra i sessi. Una norma di civiltà.
Nel caso specifico della riforma in discussione questo emendamento costituiva davvero una norma di salvaguardia perché il nuovo Senato della autonomie sarà composto con una elezione di secondo livello, e i senatori saranno scelti tra Consiglieri regionali attualmente a stragrande maggioranza maschile. Un vero e proprio salto indietro rispetto all’attuale Parlamento, il più rosa della storia. Le parlamentari del Partito Democratico che hanno votato contro hanno dimostrato che si possono affossare i diritti delle donne se lo chiede Renzi.