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Il nuovo Senato rischia di essere tutto al maschile. Anche le parlamentari Pd votano contro la nostra proposta di tutelare equilibrio di genere

Molti parlamentari che fino a ieri sottolineavano insieme a noi la necessità di avere nella legge elettorale la tutela dell’equilibrio di genere, oggi hanno votato contro l’emendamento di Sel che inseriva questo principio nella Riforma costituzionale. Non si trattava né di introdurre le cosiddette “quote rosa” né la parità di genere, ma di affermare in Costituzione che, qualunque siano le leggi elettorali che i Parlamenti e i Governi approveranno in futuro, sarà sempre assicurata la non discriminazione fra i sessi. Una norma di civiltà.

Nel caso specifico della riforma in discussione questo emendamento costituiva davvero una norma di salvaguardia perché il nuovo Senato della autonomie sarà composto con una elezione di secondo livello, e i senatori saranno scelti tra Consiglieri regionali attualmente a stragrande maggioranza maschile. Un vero e proprio salto indietro rispetto all’attuale Parlamento, il più rosa della storia. Le parlamentari del Partito Democratico che hanno votato contro hanno dimostrato che si possono affossare i diritti delle donne se lo chiede Renzi.

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Dal 23 al 25 gennaio, Human Factor alla Permanente di Milano

Dal 23 al 25 gennaio, alla Permanente di Milano, la 3 giorni di Sinistra Ecologia e Libertà Human Factor offre 46 laboratori tematici che spaziano dalla questione di genere alla politica estera, dai diritti  civili a quelli del lavoro e allo studio, dall’antimafia alle politiche industriali, dall’ambiente ai beni culturali, con esperti, professionisti e rappresentanti di buone pratiche in tutta Italia. Io coordinerò il laboratorio sull’Educazione Sentimentale, dove parleremo della mia proposta di legge e di bullismo, femminicidio e discriminazioni, e quello su Spettacolo dal vivo e sulla Siae. Potete iscrivervi a qualunque tavolo accedendo al sito: http://www.humanfactorlab.it/

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Perché con Cofferati

In Liguria senza alcun pudore una parte del Pd dichiara candidamente l’appoggio di Ncd alle primarie del centrosinistra per Raffaella Paita Presidente di Regione. A farlo non è l’ultimo degli stronzi ma la Ministro Pinotti che sostiene: meglio la destra che una forza estremista come Sel. Nel 2012 il partito mi chiese di dare una mano alla campagna di Marco Doria per le primarie a Sindaco di Genova e anche allora ricordo che Roberta Pinotti dichiarava più o meno le stesse cose: il pericoloso Doria non ce l’avrebbe mai fatta contro di lei. Noi senza un soldo e oggetti quotidianamente di una propaganda becera riuscimmo a vincere. Lei arrivò terza. Ammetto, non era facile classificarsi anche dietro la Sindaco uscente Vincenzi. Io spero che ancora una volta l’arroganza venga rimandata al mittente e che il Pd dica in maniera chiara se l’alleanza di Governo è destinata a trasformarsi nel Nuovo Partito della Nazione. Forse i cittadini anche su questo avrebbero il diritto di esprimere il proprio voto.

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La riforma costituzionale non può essere trattata come un decreto in scadenza

Ieri noi di Sel abbiamo chiesto che i lavori parlamentari venissero interrotti per un’ora per poter partecipare alla manifestazione di Piazza Farnese. Nessuno davanti alla richiesta di testimoniare vicinanza al popolo francese si è opposto ma il clima in cui l’abbiamo dovuto fare è stato imbarazzante. Perché? Per via del “ritmo”. Alla Camera abbiamo iniziato a votare la Riforma costituzionale e l’atteggiamento del Partito Democratico è quello di trattare questo provvedimento così delicato come se fossimo di fronte ad un decreto in scadenza. La smania del “portare a casa” annebbia tutto e fa emergere solo inadeguatezza e irresponsabilità. Cambiare il nostro assetto istituzionale, modificare le regole della nostra democrazia non può essere la medaglietta in mano di qualcuno. Stiamo riformando la Costituzione, è troppo chiedere che non venga ridotta anche questa ad una prova muscolare di Matteo Renzi? E’ troppo chiedere che su un atto così importante si tenga conto del Parlamento? Si, ieri siamo stati un’ora in piazza ma una volta rientrati in aula il “ritmo” non ha guardato in faccia più nessuno.

Foto di Andrea Brogi

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