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La Calabria vista dalle donne. Oggi a Reggio Calabria per un confronto coi centri antiviolenza

imageOggi, presso la Sala “Federica Monteleone” del Consiglio Regionale a Reggio Calabria, alle ore 15:30, per discutere con i Centri antiviolenza riconosciuti dalla regione Calabria e l’Assessore regionale al welfare, Federica Roccisano sulle strategie regionali da mettere in campo da mettere in campo per il più efficace contrasto al fenomeno della violenza di genere, a partire dalla piena attuazione legge regionale n. 20/2007 di sostegno e finanziamento ai centri antiviolenza.

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Roma, le vecchie strategie non valgono più

elezioni romaStando ai sondaggi su Roma un elettore su due dichiara di non voler votare alle prossime amministrative. Non mi sembra un dato poco credibile ma al di là dei numeri è del tutto evidente che c’è una città scoraggiata, malconcia e confusa.

Dove il passato ritorna, il presente non risponde e il futuro non segue alcuna logica. Un quadro fuori controllo a cui non si può affiancare uno schema consolidato. Per questo qualche giorno fa dicevo di abbandonare presunzione e tatticismo, perché credo davvero che a questo giro non si possano applicare regole “coerenti”.

Coerenti a cosa? Ad una linea politica? Ad un candidato? Ad una questione morale aperta? Ad un bilancio amministrativo? Non c’è un solo criterio che assolve la complessità di quello che abbiamo di fronte.

Chi invoca la nostra uscita dal centrosinistra a livello nazionale come in quello locale, non comprende il ruolo che abbiamo giocato nei governi dei territori. Chi sostiene l’alleanza col Pd come condizione irrinunciabile per andare avanti, non fa i conti fino in fondo con la vocazione autonoma che Sel deve darsi e ha deciso di darsi.

Si è detto decidano i territori. Giusto. Ma dopo tutto quello che è successo è possibile immaginare una scelta che sin da subito interroga la città e non solo il proprio gruppo dirigente? È possibile immaginare assemblee in ogni municipio in cui si invita a discutere tutti sulle idee da mettere giù in un manifesto per Roma? Possiamo prenderci questo tempo per provare a coinvolgere e far partecipare più gente possibile ad un percorso di riflessione comune? Possiamo pensare che il tema dell’alleanza e dei candidati possa essere sbloccato dalla pratica politica?

Perché oggi leggo di sostegni e bocciature a Fassina, di assemblee con Zingaretti, di candidature renziane all’orizzonte e del fantasma di Marino. Personalmente ho un atteggiamento laico che mi permette di non dire “no” a priori a nulla ma non riesco a capire come si possa in questo momento dire “sì” a priori a qualcosa o a qualcuno, se non nel ricordo di quello che è stato. 

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#xlasinistraditutti

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Incontriamoci il 19, 20 e 21 febbraio a Roma per ridare senso alla parola “politica” come strumento utile a cambiare concretamente le nostre vite. Incontriamoci per organizzarci e costruire un nuovo soggetto politico, uno spazio aperto, democratico, autonomo.

Non è un annuncio. È una proposta.

Non sarà un evento cui assistere da spettatori.

Non ti chiediamo di venire a riempire la sala, battere le mani e chiacchierare in un corridoio come accade di solito in queste assemblee.

Mettiamoci in cammino per condividere un processo e costruire insieme un nuovo progetto politico innovativo e all’altezza della sfida. Un progetto alternativo alla politica d’oggi, svuotata e autoreferenziale, che ritrovi tanto il legame con la propria storia, quanto la capacità di scrivere il futuro.

L’obiettivo

È ora di cambiare questo paese e le condizioni di vita di milioni di persone, colpite dalla crisi e dalle politiche neoliberiste e di austerità, svuotate della capacità di immaginare il proprio futuro. Vogliamo costruire un’alternativa di società, pensata da donne e uomini, fatta di pace e giustizia sociale e ambientale, unici veri antidoti per fermare le destre e l’antipolitica, il terrore di Daesh, i cambiamenti climatici. Serve una netta discontinuità con il recente passato di sconfitte e testimonianza, per metterci in sintonia con le sinistre europee che indicano un’alternativa di lotta e speranza. Dobbiamo metterci in connessione con il nostro popolo, con i suoi desideri e le sue paure, con le centinaia di esperienze territoriali e innovative che stanno già cambiando l’Italia, spesso lontani dalla politica.

Bisognerà cambiare molto: redistribuire le ricchezze e abbattere le diseguaglianze sociali e di genere, costruire un nuovo welfare e eliminare la precarietà, restituendo dignità al mondo del lavoro. È ora di cambiare il modo in cui si produce e quello in cui si consuma, il modo in cui si fa scuola e formazione, le politiche per accogliere. Intendiamo difendere la Costituzione e i suoi valori, per difendere la democrazia.

Il governo Renzi e il PD vanno in una direzione diametralmente opposta e ci raccontano che non c’è un’alternativa. Per noi invece non solo un’alternativa è possibile ma è necessaria ed è basata sui diritti, sull’uguaglianza, sui beni comuni.

Dobbiamo organizzarci. Organizzare innanzitutto la parte che più ha subito gli effetti della crisi, chi ha voglia e bisogno di riscatto, di cambiamento, chi non crede più alla politica; lottando tanto nelle istituzioni quanto nella società. Una forza politica, non un cartello elettorale, che si candidi a governare il paese per cambiarlo e che lo faccia con un profilo credibile, in competizione con tutti gli altri poli esistenti.

Partecipa

Probabilmente ti starai facendo alcune domande: “come funzionerà il nuovo soggetto?”, “come si chiamerà?”, “quale sarà il suo programma?”, “è possibile innovare la forma partito?”, “chi sarà il suo o la sua leader?”, “c’è davvero bisogno di un leader? E, se sì, come verrà scelto?” A queste e tante altre domande la risposta è semplice e per questo rivoluzionaria: lo decideremo insieme.

Partecipiamo a questo percorso come persone, “una testa un voto”, riconoscendogli piena sovranità. Abbiamo bisogno di una sinistra di tutti e di tutte: non un percorso pattizio, ma una nuova forza politica che nasca dalla partecipazione diretta di migliaia di persone.

Cambiamo la politica, innoviamo le forme della democrazia, diamo la parola ai cittadini, attraverso una piattaforma digitale per il confronto, la codecisione, la cooperazione e l’azione. Ma non basta: serve restituire protagonismo alla vita dei territori attraverso una campagna di ascolto con assemblee per connettere percorsi e conflitti, scrivere collettivamente il nostro programma, la nostra idea di società, la strada per il cambiamento.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare, a rimescolare ogni appartenenza, a mettersi a disposizione, fino allo scioglimento delle forze organizzate, sapendo che solo un cammino realmente inclusivo può essere la strada per coinvolgere i tanti che purtroppo sono scettici e disillusi. Sarà importante l’impegno dei rappresentanti istituzionali a tutti i livelli a mettersi al servizio del processo, agendo da terminale sociale.

Non vogliamo raccogliere solo le istanze dei singoli, ma anche quelle di tutte le esperienze collettive, le reti sociali, le forze sindacali, l’associazionismo diffuso, i movimenti, che in questi anni hanno elaborato e realizzato proposte concrete ed efficaci.

Per questo ci mettiamo in cammino. Non siamo i proprietari di questo percorso, e questo documento non ne vuole determinare gli esiti: proponiamo un obiettivo (costruire un nuovo soggetto di alternativa), un metodo (un cammino fatto di assemblee territoriali e di una piattaforma digitale, adesione individuale, piena sovranità), una data di partenza. Da quella data in poi, sarà chi deciderà di partecipare a indicare la rotta. Cominciamo un viaggio che sappia cambiare noi stessi e il mondo che ci circonda. Mettiamoci in cammino.