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On line la mia interrogazione sulle slide di formazione usate dall’Associazione Nazionale Presidi in Emilia Romagna

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Interrogazione a risposta scritta 4-14248

COSTANTINO, PANNARALE, RICCIATTI e DURANTI

 Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca

Per sapere – premesso che:
la legge n. 107 del 13 luglio del 2015, la cosiddetta buona scuola, è stata approvata nonostante sia stata preceduta da una grande protesta di massa dei docenti e preceduta anche da un ascolto tramite questionario, i cui dati non sono mai stati pubblicati;
nell’anno 2015 sono stati indetti ben 7 scioperi contro la riforma di cui uno il 15 maggio con un adesione al 90 per cento dei docenti;
l’80 per cento dei docenti italiani è meridionale e ben 70 mila dei 100 mila neoassunti sono stati trasferiti al nord, secondo un algoritmo che non ha tenuto conto dei punteggi e delle precedenze per figli disabili;
i docenti di ruolo ante legem perdono progressivamente la titolarità di cattedra per decisione del dirigente scolastico, senza alcun criterio definito ed entrano nel potenziamento (triennalizzazione);
i docenti precari delle graduatorie ad esaurimento non lavoreranno più. Lo dispone l’articolo 1, comma 108, della legge n. 107 del 2015;
nonostante numerosi docenti precari abbiano vinto il ricorso alla Corte di giustizia europea con la sentenza del 26 novembre 2014, tutti sono stati assunti nei 100 ambiti territoriali nazionali, dove poi saranno reclutati per chiamata diretta per un incarico triennale invece di essere assunti con il sistema delle graduatorie e nelle rispettive regioni come avveniva in precedenza;
nel dicembre 2015 viene segnalato, da alcuni docenti ed associazioni, come Psp Partigiani della scuola pubblica e il quotidiano on line La Tecnica della Scuola, che l’Associazione nazionale presidi (Anp) ha usato, in corsi di formazione per dirigenti scolastici in alcune città dell’Emilia Romagna, delle slides con affermazioni molto discutibili che sono state denunciate pubblicamente, suscitando un grande clamore a livello nazionale;
nello specifico si tratta della slide numero 12, riguardante l’organico del personale. Parlando del trattamento del personale insegnanti si afferma testualmente: «[…] ma non avranno la certezza di una scuola vita natural durante, come adesso. Vantaggi per la scuola: […] non avere le mani legate rispetto a docenti contrastivi»;
la nota di spiegazione dell’Associazione nazionale presidi rispetto alla protesta sollevatasi dopo l’utilizzo di questa slide, in cui se ne giustifica il contenuto, si dice sostanzialmente che la contrastività dei docenti non era da intendersi nei confronti dei dirigenti, ma del piano triennale dell’offerta formativa (POF), che non può considerarsi sufficiente, in quanto si tratta di materia su cui finora il confronto dei dirigenti con i docenti è stato vincolante, visto che l’elaborazione e l’approvazione del POF erano ad essi delegate;
intanto molti dirigenti scolastici facenti capo all’Associazione nazionale presidi prendono le distanze dalle affermazioni del suo presidente e dall’utilizzo della slide, e dai suoi ulteriori chiarimenti rispetto al piano triennale dell’offerta formativa;
ad oggi il file delle slides dell’Associazione nazionale presidi sembra risultare non più visibile, in quanto «secretato» nei mesi successivi alla vicenda. Tuttavia numerose sono le foto delle slides riprese anche da quotidiani online e cartacei, così come gli articoli pubblicati sulla vicenda;
oltre alla slide n.12, ce ne sono altre dal contenuto discutibilissimo. Nella slide «Considerazioni a latere» si recita testualmente: «Suggerimento per la composizione del comitato: sarebbe opportuno che il Collegio evitasse di eleggere docenti che abbiano incarichi di tipo sindacale (RSU o terminali di sindacati) all’interno della scuola[…]»;
la slide sui criteri – a giudizio degli interroganti inaccettabili – di valutazione dei docenti: la slide recita testualmente che i descrittori siano nell’assunzione di compiti e di responsabilità nel coordinamento, fra gli altri: «di attività anche in orario extracurriculare, di attività in periodi di chiusura delle lezioni»;
il 21 dicembre 2015 viene consegnato un esposto al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e all’ufficio scolastico regionale (Uu.Ss.Rr.) dell’Emilia Romagna affinché venga chiarita la loro posizione sulle slides usate per la formazione sopra citate. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, a quanto risulta agli interroganti, ha risposto che in merito alla vicenda era competente l’ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, e per questo ha provveduto ad inoltrare presso gli uffici regionali l’esposto sopra citato. Ad oggi però non è ancora stata emessa nessuna risposta –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda assumere in relazione all’operato dell’Associazione nazionale presidi rispetto ai materiali usati per la formazione dei dirigenti scolastici, che, ad avviso degli interroganti, si pongono in contrasto con i diritti costituzionali ai danni dei docenti, riferibili agli articoli 1-21-33-98 della Costituzione e se intenda far sì che l’ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna dia sollecito riscontro rispetto al suo operato in merito alla questione. (4-14248)

 

on  line: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/14248&ramo=CAMERA&leg=17

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Vania è morta.

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Vania è morta. Ieri prima che venisse raccontata la dinamica, il movente dell’omicidio in tante avevamo già capito. Avevamo capito che si trattava di un tentato femminicidio e che probabilmente il collega in questione era uno dei tanti uomini che non si era rassegnato al no di una donna.

È questo il problema. Alcuni uomini non accettano di essere “abbandonati”, non accettano l’autonomia e l’indipendenza delle donne, non accettano la felicità altrui.

Vania adesso non c’è più. E insieme a lei se ne va un pezzetto anche della nostra felicità. Se ne va insieme alla chiusura dei centri antiviolenza e insieme ai ritardi dell’approvazione della legge sull’introduzione sentimentale a scuola.

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Pubblicata la mia interrogazione sulla situazione dei migranti a Corigliano. Appalti sospetti e la morte di un minore.

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Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13981

Lunedì 1 agosto 2016, seduta n. 665

COSTANTINO, PALAZZOTTO, DURANTI e RICCIATTI

Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
a partire dai primi giorni del mese di gennaio 2015, con l’approdo della Ezadeen al porto di Corigliano Calabro, cittadina di oltre 40 mila abitanti sulla costa jonica cosentina, vi si sono succeduti sette sbarchi di profughi provenienti principalmente dalle coste africane;
la gestione della situazione emergenziale all’interno del porto è stata condotta al meglio dalla prefettura e dalla protezione civile, coadiuvate da alcune associazioni operanti nel territorio e l’apporto dell’amministrazione comunale è stato per lo più di natura logistica;
la permanenza all’interno del territorio comunale dei profughi (in maggioranza somali, eritrei, ivoriani, nigeriani, etiopi, guineani) è stata minima, dalle tre alle sei ore, fatta eccezione per quello di fine maggio 2016, quando all’incirca 140 persone, ivi compresi 20 minori non accompagnati, sono stati alloggiati all’interno del palazzetto dello sport di Corigliano per qualche giorno e il piccolo gruppo di minori non accompagnati, affidati come prevede la legge al sindaco della città, hanno trovato accoglienza nelle strutture preposte del territorio;
il 29 giugno 2016 ha attraccato nel porto di Corigliano una nave battente bandiera irlandese con quasi 500 profughi. Anche in questo caso eccellente è stato il lavoro della prefettura e della protezione civile. Tuttavia, a queste operazioni non ha partecipato né con uomini, né con mezzi, l’amministrazione comunale, che ha motivato il mancato intervento con le presunte difficoltà economiche della città di Corigliano;
al termine delle operazioni di sbarco, risultava la presenza di 91 minori non accompagnati che, come prevede la legge, venivano affidati all’amministrazione comunale che ha provveduto a sistemarli all’interno del palazzetto dello sport di Corigliano. A distanza di quasi un mese, i ragazzi, ridotti nel numero da numerose fughe e purtroppo da un decesso, sono ancora alloggiati lì;
il palazzetto non presenta i requisiti minimi per una così lunga ospitalità, sia da un punto di vista igienico, sia da un punto di vista della sicurezza;
la gestione dell’accoglienza è stata affidata in un primo momento all’onlus «Marinella Bruno» con affidamento diretto motivato dalla situazione emergenziale. Fin dai primi giorni di luglio si è affiancato all’onlus un gruppo di cittadini volontari – a titolo completamente gratuito – che hanno fornito aiuto nei turni al palazzetto, capi di vestiario, generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e lezioni di italiano basilari;
come si evince, dalla delibera di giunta il costo dell’affidamento prevede una spesa di 26.400 euro (26 euro a minore al giorno) e molte delle voci contenute nella stessa sono in realtà state coperte da donazioni e dai suddetti interventi di volontari;
il presidente della onlus «Marinella Bruno», Giuseppe Bruno, risulta essere coniuge dell’assessora allo sport e al turismo Alessandra Francesca Capalbo. La stessa risulta essere segretaria della stessa associazione presente alla seduta di giunta al momento della delibera da lei stessa votata;
sono registrate le numerose e documentate richieste delle associazioni operanti nel settore e presenti nel territorio, di realizzare un protocollo d’intesa per la gestione di tali emergenze con eventuali gare d’appalto. Al termine degli 11 giorni di gestione della onlus «Marinella Bruno», ad essa subentrava l’associazione «Azzurra», che sembrerebbe essere intervenuta anche in questo caso senza gara d’appalto e senza a tutt’oggi alcuna delibera di giunta o protocollo d’intesa attestante i compiti ed i modi con cui l’associazione dovrebbe operare;
alle criticità di natura sanitaria (con grave ritardo si è conclusa la fase di esame medico dei ragazzi, a quanto risulta agli interroganti mancherebbe la figura di responsabile sanitario obbligatoria per legge), igienica (i servizi del palazzetto sarebbero prevedibilmente inidonei, le pulizie sporadiche, il cambio delle lenzuola non risponderebbe ai tempi dichiarati dall’associazione), logistica (turni con poco personale, talora non adeguatamente formato), si aggiunge una totale mancanza di sorveglianza dei minori rispetto alle loro uscite quotidiane; si è unita a ciò la morte del giovane Oumar Sangare, annegato in mare in un pomeriggio di uscita con altri ospiti minori del centro, morte avvenuta senza che vi fosse la presenza di un adulto accompagnatore che forse avrebbe potuto sventare la tragedia;
la squadra locale di volley, la Corigliano Volley, a nome del suo direttore sportivo Pino De Patto, ha rilasciato in data 23 luglio 2016 dichiarazioni secondo le quali la squadra non potrà allenarsi presso il palazzetto dello sport diventato centro di accoglienza, anche per le condizioni di incuria in cui lo stesso è stato abbandonato –:
se il Ministero interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, quali iniziative intenda assumere per verificare la correttezza dei procedimenti di assegnazione dell’accoglienza alle associazioni sopra citate; se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per individuare e accertare le cause e la dinamica della morte del giovane Oumar Sangare, che in quanto minore non accompagnato si trovava sul territorio italiano sotto la responsabilità delle istituzioni accoglienti. (4-13981)

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/13981&ramo=CAMERA&leg=17