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Perché un residence in cemento a Capo Colonna? Perché il Ministero dei beni culturali non fa rispettare i vincoli paesaggistici? La mia interrogazione

capo colonna
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-15208

COSTANTINO, DURANTI, RICCIATTI, CARLO GALLI, GIANCARLO GIORDANO, PANNARALE e SANNICANDRO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
Capo Colonna, in provincia di Crotone, in località Torre Scifo, ospita l’ultima delle 48 colonne doriche che costituivano il tempio di Hera Lacinia;
il sito, edificato nel VI secolo a.C., è molto suggestivo per la sua posizione strategica lungo le rotte marittime che univano Taranto allo Stretto di Messina e fu uno dei santuari più importanti della Magna Grecia;
il titolo V della legge 31 dicembre 1982, n. 979, che ha previsto la costituzione lungo le coste italiane di 20 riserve marine, tra le quali quella di «Capo Rizzuto», una riserva naturale che interessa l’area marina costiera antistante i comuni di Crotone e Isola Capo Rizzuto, lungo la quale, c’è il tratto da Torre Scifo verso località Alfiere, recita testualmente: «Le riserve marine sono costituite da ambienti marini dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora ed alla fauna marina costiera e per l’importanza scientifica, ecologica, educativa ed economica che rivestono»;
in quest’area paesaggisticamente vincolata è sorta una struttura alberghiera composta da 79 bungalow per una ricezione di 237 ospiti, cui s’aggiungono un ristorante in via di realizzazione che appare in netto contrasto con l’edilizia circostante e un gioco d’acqua per bambini che diventa (in caso d’orticaria per l’acqua che qui è più salata che altrove) un’enorme piscina di 4 metri e mezzo di profondità, fronte mare, a ridosso del demanio; nel 2006, gli imprenditori e fratelli Scalise, promuovono su un terreno agricolo che da piano regolatore consente attività agrituristica la realizzazione di un «camping» presentato come strutture leggere amovibili che di fatto diventano villaggio turistico;
gli sbancamenti per i lavori iniziano nel 2013, una sanatoria concessa dalla regione nel 2015 e il paesaggio visibilmente alterato, all’interno della riserva marina di Capo Rizzuto in una baia che custodisce 2 relitti romani tra cui il relitto Orsi, un cantiere a ridosso d’una masseria del ‘700, a pochi metri dalla Torre d’avvistamento Lucifero del ’600, in uno dei rari tratti di costa calabrese finora intatto. Con l’aggravante che questa operazione si tradurrà nella cementificazione di Capo Colonna (http://www.ilfattoquotidiano.it);
nonostante la mobilitazione di associazioni ambientaliste locali e della cittadinanza, ad oggi le sole opere visibili sono piattaforme di cemento, e sbancamenti, nonostante la Soprintendenza dichiari che i lavori sono stati già svolti. Il rischio è perciò è quello di un’accelerazione dei lavori, così come richiesto dall’avvocato degli Scalise che li difende nella battaglia contro i vincoli paesaggistici, Domenico Grande Aracri, fratello di Nicolino al vertice della cosca di Cutro, protagonista dell’operazione Aemilia condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Bologna –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e come intendano tutelare, per quanto di competenza, il patrimonio culturale e ambientale, garantendo la piena applicazione della legge sulle riserve marine e i vincoli paesaggistici di Torre Scifo. (4-15208)

Il link all’interrogazione: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/15208&ramo=CAMERA&leg=17

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L’interrogazione di Sinistra Italiana sui fatti avvenuti nel Centro di prima accoglienza di Cona.

CONA
Interrogazione a risposta scritta 4-15093
PAGLIA, MARCON, FRATOIANNI, PALAZZOTTO, COSTANTINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:

in data 6 dicembre 2016 l’interrogante depositava un’interrogazione in cui denunciava gravissime carenze strutturali nell’organizzazione del Centro di prima accoglienza di Cona;
tale denuncia avveniva dopo una visita effettuata dall’interrogante all’interno del centro, in compagnia di operatori del settore e professionisti dell’informazione, che avevano avuto la possibilità di documentare una situazione di fatto già insostenibile;
in data 4 gennaio 2017 all’interno del Centro di prima accoglienza muore una giovane ragazza ivoriana di 25 anni, a quanto si apprende anche a causa della estrema lentezza di intervento medico;
la carenza di presidio sanitario era stato uno degli elementi denunciati dall’interrogante;
immediatamente sono scoppiati prevedibili disordini, durati ore, durante i quali gli operatori del Centro di prima accoglienza sono stati costretti a rinchiudersi nelle loro stanze;
è d’altronde evidente a chiunque da mesi che a Cona era innescata una «bomba a orologeria»;
purtroppo, si evidenzia che la scelta di concentrare grandi numeri di richiedenti asilo in spazi unitari come le ex caserme si sta diffondendo, anziché essere rimessa in discussione –:
quali iniziative abbia assunto il Ministro interrogato, in seguito alla citata interrogazione, per verificare la veridicità dei fatti riportati e rispondere alle criticità che venivano evidenziate;
quali misure si intendano adottare in queste ore per rispondere a quella che si configura come un’emergenza non temporanea nel sito di Cona. (4-15093)

Qui il link all’interrogazione: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/15093&ramo=CAMERA&leg=17

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Sulla querelle Saviano-De Magistris

saviano

I Sindaci fanno i Sindaci, i giornalisti fanno i giornalisti. Si può decidere di raccontare il bello, come si può decidere di denunciare per tutta la vita quello che non funziona. Trovo violente le parole di De Magistris contro Saviano. E non gli sto esprimendo solidarietà, Roberto Saviano deve essere sottoposto a critiche come tutti gli altri ma sto dando un’opinione su quello che ho letto. Napoli è cresciuta ma la camorra anche. Ed è legittimo che un intellettuale decida di raccontare quello e non altro. Non significa fare torto ad una città, significa decidere di non abbassare la guardia mai su alcuni temi. Le istituzioni non possono e non devono vivere con rancore questa narrazione. Mi dispiace aver letto queste parole proprio in questi giorni in cui sto leggendo La paranza dei bambini. Un romanzo drammaticamente bellissimo che non insulta Napoli ma che gli rende giustizia.