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Interrogazione sulle intimidazioni subite dal sindaco di Benestare e dagli amministratori di Marano Marchesato

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Interrogazione a risposta scritta

Al Ministro dell’interno.
— Per sapere –
premesso che:

– Nella tarda serata del 18 maggio 2014 l’auto del padre di Rosario Rocca, sindaco di Benestare, in provincia di Reggio Calabria, è stata incendiata da ignoti. Il Primo cittadino, che si è ricandidato alla guida del Comune, stava tenendo un comizio elettorale, in contrada Belloro, mentre persone non conosciute hanno appiccato il fuoco all’automobile del genitore.

– Non è la prima volta che il sindaco Rocca e la sua famiglia sono vittime di intimidazioni. A febbraio dello scorso anno, infatti, la sorella del Primo cittadino subiva l’incendio della propria auto. Mentre lo scorso ottobre fu proprio il sindaco a subire un’intimidazione analoga, in seguito alla quale presentò le proprie dimissioni dall’incarico, denunciando la situazione di totale abbandono in cui era costretto ad amministrare, salvo poi decidere, una quindicina di giorni dopo, di ritirare coraggiosamente le proprie dimissioni e proseguire nel cammino amministrativo.

– Nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2014, a Marano Marchesato, in provincia di Cosenza, le autovetture del sindaco Eduardo Vivacqua e dell’ assessore Domenico Carbone sono state incendiate, sotto le rispettive abitazioni. All’interno sono state rinvenute anche due buste chiuse con proiettili e fiori. Lo stesso contenuto è stato trovato anche all’interno di un plico collocato sul parabrezza dell’auto del vicesindaco Giuseppe Belmonte. Le indagini condotte dai carabinieri hanno permesso di individuare tre sospettati che sono stati accompagnati nella caserma di Cosenza.

– Negli ultimi tre anni gli atti d’intimidazione ai danni di amministratori si sono moltiplicati, con un incremento del 66% che ha colpito soprattutto i sindaci della Calabria.

Quali misure intenda adottare il Ministero dell’Interno, affinché agli amministratori di Benestare e di Marano Marchesato venga garantita la necessaria serenità per proseguire l’impegno amministrativo.
Quali misure intenda adottare il Ministero dell’Interno affinché i suddetti amministratori che hanno subito pesanti intimidazioni, abbiano la necessaria protezione.
Come intenda, il Ministero dell’Interno, monitorare la prosecuzione delle indagini, affinché venga fatta al più presto la dovuta chiarezza sulla natura e l’origine dei sopra descritti atti intimidatori e ne siano identificati gli autori.

Aiello, Carbone, Costantino, Fava, Lacquaniti

215156122-46aa2a86-9659-466b-9036-4f4995b74494Nel 2010 chiesi a Luigi Nieri, all’epoca assessore al Bilancio della Regione Lazio, di partecipare alla manifestazione in sostegno dei migranti di Rosarno. Ero una semplice militante dell’associazione daSud e chiedevo a chi aveva un ruolo istituzionale dentro Sinistra ecologia e libertà di sostenerci e di fare da mediatore in un momento delicato e complicato. Oggi mi ritrovo paradossalmente a dover difendere Luigi Nieri, appena rinviato a giudizio per concorso in resistenza a pubblico ufficiale. Un rinvio a giudizio senza senso: era lì per garantire il diritto di manifestare e contro ogni tipo di violenza.

Dovreste condannarci tutti, allora. Io per prima che quel giorno con le mani insanguinate denunciavo le folli scelte dell’allora ministro degli Interni Maroni. Eccomi, mi autodenuncio.

#noistiamoconluigi

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Non è più possibile parlare di infiltrazioni. #Romacittàdimafie

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L’operazione Tramonto della Guardia di Finanza, che ha portato all’arresto di 16 persone collegate al clan Fasciani e al sequestro di beni del valore di 6 milioni di euro, ribadisce come pezzi dell’economia della Capitale siano totalmente in mano alle mafie.

Droga, usura ed estorsioni, l’inchiesta della Dda accende finalmente i riflettori sul radicamento dei clan nel litorale romano e non solo. I Fasciani hanno compiuto un vero e proprio salto di qualità nelle modalità di riciclaggio servendosi addirittura delle “srl ad un euro”, beffando la semplificazione pensata per le nuove imprese.

La Direzione distrettuale antimafia ha inoltre confermato quello che denunciamo da tempo: le mafie esercitano il controllo del territorio non solo con affari illeciti ma anche servendosi di una lunga lista di imprenditori incensurati che si legano ai clan per “convenienza”. Non è più possibile parlare di infiltrazioni ma di un radicamento che genera consenso sociale. Così come non è sufficiente aspettare la confisca del patrimonio dei clan ma bisogna lavorare a misure più stringenti fin dalla fase del sequestro in modo che i beni tornino da subito nell’economia pulita.

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Diecimila detenuti si trovano tra le sbarre per la Fini-Giovanardi, una legge illegittima

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Diecimila detenuti si trovano tra le sbarre per una legge illegittima, secondo la Corte Costituzionale. Chi li ripagherà di anni di reclusione a causa della folle equiparazione tra droghe leggere e droghe pesanti?

Con la bocciatura della Consulta rivivrà la legge Iervolino-Vassalli, modificata nel 1993 da un referendum che è stato reso carta straccia da una legge incivile inserita in un decreto sulle Olimpiadi invernali di Torino del 2006.

Da oggi si riconosce anche che l’Italia sconta il sovraffollamento peggiore d’Europa per colpa di una legge illegittima. All’immobilismo della politica ha risposto la Corte costituzionale, come già avvenuto per la legge elettorale. I nostri appelli in questi otto anni per l’abrogazione di una legge sbagliata non sono stati ascoltati.

Adesso urge una modifica delle politiche della droga: una riflessione sulla legalizzazione delle droghe leggere, come sta avvenendo in tutto il mondo, sia per scopo terapeutico che per quello ricreativo. Continuare il proibizionismo sarebbe solo un favore alle mafie.

Ora il Parlamento metta in agenda altri interventi non più rimandabili: una legge per il consumo terapeutico, modifiche al testo unico sugli stupefacenti, introduzione programmi terapeutici e di riduzione del danno.