Interrogazione a risposta scritta 4-07751
presentato da
COSTANTINO Celeste
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372
COSTANTINO. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) nasce con il decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4 – convertito dalla legge 31 marzo 2010, n. 50, con sede centrale nella città di Reggio Calabria, e sedi secondarie a Roma, Palermo e Milano;
i dati relativi alle confische di beni sequestrati e confiscati di ANBSC, nel sito ufficiale dell’Agenzia, aggiornati al gennaio 2013, riportano 11237 immobili e 1707 aziende;
da un articolo apparso su La Stampa, in data 29 gennaio 2014, l’autore, Niccolò Zancan, intervista il direttore amministrativo dell’Agenzia, Massimo Nicolò, il quale lamenta il totale abbandono della struttura, e a livello economico e a livello istituzionale;
i dipendenti sono in tutto 37, a fronte dei 55 mila beni confiscati (dato che emerge dalle sue parole e non dal sito ufficiale dell’agenzia). Ci sarebbe la possibilità di assumere personale per 100 unità ma, considerati i costi a carico delle amministrazioni di provenienza e visti i tagli alle amministrazioni locali, queste si rifiutano di dare personale e, dopo la formazione, le unità vengono richiamate nei propri uffici di provenienza;
manca l’aggiornamento dei database (Nicolò sostiene che il personale dell’Agenzia è costretto a rifarsi a fonti demaniali ma veramente aggiornate), perciò anche qualora il cittadino volesse informarsi su una rendicontazione, che dovrebbe essere pubblica e trasparente, non trova alcuna informazione aggiornata;
manca lo scambio di informazioni tra città, esempio lampante è che su 59 beni sequestrati a Torino, 58 sono ancora nelle mani degli illegittimi proprietari, e di questi beni l’Agenzia di Reggio Calabria non sa nulla;
i tempi burocratici rallentano l’efficienza di un’agenzia che pur sostenendo dei costi non è messa nelle condizioni di lavorare, affinché beni e aziende confiscate ritornino al più presto nelle mani di cittadine, cittadini e imprese oneste e anzi creano dei veri e propri paradossi, come ad esempio, così recita l’articolo de La Stampa: «dopo anni di battaglie giudiziarie, il Comune di Lamezia Terme era riuscito a farsi assegnare un alloggio sequestrato alla famiglia Benincasa, nel quartiere ad alta densità ’ndranghetista di Capizzaglie. Lo ha ristrutturato e dato in gestione alla cooperativa Progetto Sud per ospitare dei rifugiati politici. Ma la corte d’Appello ha restituito il bene alla famiglia, che ora ci abita con impianti nuovi e infissi ammodernati con soldi pubblici»;
già Federico Cafiero De Raho, procuratore capo di Reggio Calabria, ha affermato in svariate occasioni che la gestione dell’agenzia non funziona e sostiene che è una ricchezza che «lo Stato lascia nelle mani dei mafiosi» –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle condizioni in cui versa l’attività dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e quali azioni ritenga di mettere in campo per ovviare alla situazione, vista l’importanza strategica dell’Agenzia nella lotta contro la criminalità organizzata, motivo per cui, non solo sul piano simbolico, la sua sede è stata fissata nella città di Reggio Calabria. (4-07751)
Economia criminale e governo del territorio, il mio intervento alla conferenza programmatica di Sel Lazio
La politica faccia il suo dovere, appellarsi alla magistratura non basta
La magistratura non può essere la soluzione a tutto. E’ una questione di equilibrio di poteri ma è anche una questione di ordine culturale. La politica dovrebbe puntare alla corresponsabilità e non alla delega. E la sinistra non deve avere paura di rivendicare un punto di vista diverso da concetti legalitari fuori contesto. Non credo ai super eroi e non credo ai super poteri. Cantone è un bravo magistrato che sta contribuendo a rimettere in piedi questo Paese. Deve fare il Presidente della Repubblica? O alla luce di quello che è emerso nella Capitale, la risposta può essere il magistrato Sabella assessore alla legalità? La politica ha dimostrato in tante occasioni di essere inadeguata ma quando ha completamente delegato a tecnici, intellettuali, artisti, giornalisti e pezzi della cosiddetta società civile le cose non sono andate meglio. Il motivo è semplice: davanti a situazioni complesse non esistono scorciatoie. Si deve lavorare tutti insieme. Ognuno deve fare la propria parte. E la sinistra deve raccogliere questa sfida. Io non ci sto a sentire parlare così di legalità. Non dopo tutto quello che è successo in questi anni, non dopo le notizie di oggi. Il 2015 inizia con la gente buttata per strada. Con uno sfratto esecutivo che li aspetta senza avere più una proroga a cui appellarsi. In Italia è stato sancito il reato di povertà e le occupazioni sono luoghi illegali. Ecco mi dispiace ma per me le cose non funzionano così.
Questione Capitale / Una politica libera, seria e pulita, a Roma, è Possibile. 11 dicembre, ore 18.30 al Caffè Letterario
Giovedì 11 dalle 18:30 al Caffè Letterario, via Ostiense 83, per parlare della QUESTIONE CAPITALE (Una politica libera, seria e pulita, a Roma, è Possibile).
Con Giuseppe Civati, Giancarlo De Cataldo, Celeste Costantino, Davide Mattiello, Christian Raimo, Luigi Corvo, Alessandra Cattoi, Lucrezia Ricchiuti e Pierluigi Sernaglia.