La dichiarazione di voto finale a nome del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia e Libertà al provvedimento di riforma del Codice Antimafia, in materia di tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia

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Ponte sullo Stretto. Dal governo versioni diverse, ma tutti sono convinti che prima o poi si farà


Nel corso del question time fatto di oggi abbiamo ascoltato l’ennesima versione del governo sulla possibilità di costruire il Ponte sullo Stretto di Messina. Ad oggi abbiamo versioni diverse che vengono dal Presidente del Consiglio, dal Ministro Alfano, dal Sottosegretario Nencini e dal Ministro Delrio. Chi dice che si farà subito e chi dice che è importante ma ci sono prima da risolvere i problemi di viabilità in Calabria e in Sicilia. Chi dice la verità? Chi in questo momento ha la facoltà di dire esattamente come stanno le cose? Una cosa però li accomuna tutti: nessuno afferma che non si farà. afferma la deputata di Sinistra Italiana Celeste Costantino replicando alla risposta del Ministro Delrio al question time di Sinistra Italiana sulla realizzazione del Ponte di Messina. Non siamo soddisfatti della risposta di Delrio, perché chiedevamo una parola definitiva. E invece anche oggi niente. Sinistra Italiana è contraria alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e si opporrà alla costruzione di questa opera assolutamente inutile. Per tenere Alfano e il suo partito in vita il governo butta al macero decenni di battaglia per l’ambiente e la legalità. Nel video la mia replica al Ministro Delrio.

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L’attività antimafia non può farla solo la magistratura: la politica deve attivare anticorpi

murales

Oggi prende il via il processo su Mafia Capitale. Un lavoro importante della magistratura che chiama in causa la politica e le istituzioni, ma anche la cosiddetta società civile. Il fenomeno descritto dalla procura di Roma ci consegna un sistema di corruzione, malaffare, criminalità organizzata e sfruttamento del dolore. Sarà quella la sede in cui si verificherà la fondatezza delle accuse alle persone coinvolte, e noi aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso, ma è innegabile che al netto delle sentenze, l’inchiesta ha già offerto elementi tali da mettere la politica nelle condizioni di attivarsi subito nella costruzione degli anticorpi necessari a che quanto accaduto non possa ripetersi.

Non si può stare a guardare, c’è una responsabilità che attraversa ogni livello istituzionale. Non si può delegare solo alla magistratura l’attività antimafia. La Camera sta per discutere la riforma del Codice antimafia e oggi la politica può dare un segnale concreto di cosa vuole dire contrasto alle mafie proprio a partire dalla gestione dei beni confiscati.

L’impegno di Sinistra Ecologia Libertà sarà proprio questo, da una parte un sentito sostegno al lavoro della magistratura nello svelamento della verità e dall’altro un attivismo immediato nell’individuazione di politiche rivolte ai cittadini. I cittadini romani meritano una città non inquinata dalla mafia.

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La Calabria sprofonda

statale 106

Non vivo più in Calabria da 10 anni. Non ho scelto di andarmene. Anzi, ho anche provato più volte a tornare per fare politica lì: non ce l’ho fatta. Il mio partito in Calabria, quando c’era l’opportunità di farmi rientrare, ha preferito un’altra guida e poco importa se quel compagno, eletto segretario regionale e deputato, dopo qualche tempo è passato nel Pd.
Resta il fatto che non sono stata capace di costruire intorno a me un consenso tale da permettermi di continuare a fare politica nella mia terra di origine. In poche parole io “non ho voti” e, in Calabria, più che in qualsiasi altro luogo è questo quello conta. Non lo dico con disprezzo: considero un fallimento personale non essere riuscita in quegli anni a costruire una base elettorale, ma non vi è dubbio che da noi il consenso è anche frutto di clientelismo, di ricatti occupazionali, di truffe ai danni della povera gente.
Vedo le immagini della Statale 106 e soffro di fronte a quel disastro, ma non ne ho bisogno per capire che la Calabria sta drammaticamente sprofondando. Mi arrivano segnalazioni ed io provo, con il sindacato ispettivo e le risorse parlamentari che ho, ad essere vicina alle vertenze. Ma ogni volta che ritorno è sempre peggio: non posso ancora raccontare la missione antimafia fatta a Cosenza, mi limito a dire che la misura è stata superata da un pezzo.
Allora mi domando, e vi domando, com’è possibile che non si chieda conto agli eletti in Calabria di tutto questo. Com’è possibile che nessuno richiami alla responsabilità, al vincolo elettorale verso un territorio chi ha potere di intervento in questo momento, cioè i partiti che stanno al Governo del Paese: Pd e Ncd?
So che è difficile: non sono via da troppo tempo per non comprendere le difficoltà che anche la cosiddetta società civile incontra se vuole reagire. Ma non voglio nemmeno essere accomodante nei confronti di questa rassegnazione civile. Non la faccio facile, ma non voglio nemmeno giustificare l’idea che tutto debba per forza andare così. La lamentela su Facebook non salverà nessuno.
Non ho interessi elettorali personali in Calabria, ho solo interessi emotivi, umani, che mi legano ancora alle persone che ho lasciato là, compresa la mia famiglia, e proverò sempre a sollevare i problemi e sollecitare le soluzioni. Posso fare un elenco lungo, verificabile anche da voi on line, degli interventi che ho portato all’attenzione del Governo in questi anni – dai rifiuti a Reggio fino alla discarica di Celico, dall’ospedale di Locri alla sanità a Catanzaro, dai Bronzi di Riace fino ai lavoratori dell’aeroporto di Reggio Calabria – ma tutto questo non basta e non basterà mai se non c’è una presa di parola pubblica da parte dei cittadini.
Controllate i livelli di produttività di chi avete eletto, non fatevi prendere più in giro. Bisogna far capire che non ci sono promesse che tengono più. Bisogna denunciare le mancanze, gli errori, la malafede, la corruzione. Se invece si sta in silenzio e alla fine ci si appara, mi dispiace ma si è sempre punto e a capo. Ferisce vedere tutto questo, ma l’indignazione da sola non basta. Ognuno deve fare la sua parte. La cattiva politica si alimenta dalla società. Oggi più che mai bisogna scegliere da che parte stare. Tutti, nessuno si senta escluso.