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Caro Franceschini, non spostare i Bronzi di Riace a Milano per Expo ma i turisti a Reggio Calabria. Lettera aperta al Ministro dei Beni e le Attività Culturali

Bronzi-di-Riace-12Caro Ministro Franceschini,

Per chi è nata e cresciuta a Reggio Calabria ammetto che sia difficile non avere un atteggiamento di “parte” sull’annosa questione estiva Bronzi di Riace/Expo. Non per i motivi che ci attribuiscono rozzamente coloro che li vorrebbero in viaggio – riportando tutto ad un nostro atteggiamento provinciale e privatistico – ma perché ho avuto il privilegio di convivere per gran parte della mia esistenza con la forza, la bellezza e l’autorevolezza di questi capolavori.

So esattamente cosa vuol dire averli avuti qui: dall’orgoglio infantile delle numerose visite scolastiche alla consapevolezza matura di chi vede gli altri trasformarsi in bambini davanti a tanta maestosità; dalla sofferenza di osservarli per anni addormentati, al rivedere finalmente il risveglio in un museo fatto apposta tutto per loro.

Non abbiamo seguito in silenzio questo percorso. È agli atti una mia interrogazione al ministro Bray in cui chiedevo e sollecitavo la messa in piedi dei Bronzi di Riace e la costruzione di un grande evento per il loro rientro al Museo nazionale della Magna Grecia.

Il Governo Letta mantenne i patti: i Bronzi rientrarono, l’inaugurazione – a cui io stessa partecipai – non fu una festa ma questo purtroppo attenne alle note vicende che attraversano una Reggio commissariata per ‘ndrangheta e una Regione Calabria allo sbando, priva di direzione amministrativa.

I Bronzi, però, sono tornati al loro posto. L’apprensione per queste opere d’arte si è acquietata. Ora sono al sicuro; dentro una camera iperbarica che li protegge, in piedi su piattaforme antisismiche che prevedono il peggio, al riparo da tutto ciò che potrebbe metterli a repentaglio.

Solo questo basterebbe per tagliare corto qualsiasi discussione e dibattito: opere così delicate, preziose, vulnerabili non possono e non devono subire altri stress (Come le ricorda l’organo tecnico del Suo Ministero, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, che si è già opposto al trasferimento dei bronzi). Ma io non voglio fermarmi qui. Non c’è solo di mezzo la conservazione attenta del nostro patrimonio artistico e archeologico ma c’è molto di più. C’è l’individuazione di una direzione e di una politica culturale. E in particolare qual è il ruolo che questo Governo vuole attribuire alla valorizzazione artistica del nostro Paese? L’Expo è un’occasione anche rispetto a questo?

Io penso che per rispondere alla prima domanda ci sia bisogno di qualcosa di più rispetto all’approvazione recente, anche in Consiglio dei Ministri, del decreto turismo e cultura. Ci vogliono più investimenti, più coraggio e tanto buonsenso. Se lei signor Ministro volesse tenere conto di questi tre elementi io sono convinta che l’Expo 2015, anche da questo punto di vista, sarà una grandissima opportunità.

Anche il premier Renzi ha già annunciato che spostare i Bronzi di Riace non ha alcun senso; sarebbe meglio valorizzare la Calabria. L’investimento quindi sono più voli a tariffe agevolate che permettano a tutti i visitatori dell’Expo di poter raggiungere agevolmente Reggio Calabria da Milano. La priorità è aprire tutte le altre sale del Museo nazionale della Magna Grecia. La vera sfida sarebbe creare una rete di strutture ricettive, turismo responsabile e servizi.

Il coraggio, insomma, è quello di puntare su un Mezzogiorno allo stremo, ma proprio per questo più accogliente e generoso che mai. Il buonsenso è quello di non farsi mettere in vetrina ma riuscire a creare visioni, e delle leggi (buone) per impedire – come nella gran parte dei musei mondiali – il prestito di collezioni identitarie, delicate e inamovibili. O la Commissione “imparziale” che nominerà valuterà anche lo spostamento delle tre Maestà di Cimabue, Duccio e Giotto, o delle tavole e tele di Raffaello, Caravaggio e Botticelli dagli Uffizi al padiglione Expo?