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La ratifica della Convenzione di Istanbul è una piccola grande rivoluzione

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La parlamentare di Sel Celeste Costantino è in prima linea per la battaglia contro la violenza sulle donne. Mentre il Parlamento è alle prese con la ratifica della Convenzione di Istanbul, il trattato contro la violenza sulle donne, la deputata calabrese ha avviato il tour “#RestiamoVive” che vuole frenare la scia di sangue del femminicidio. In un’intervista all’Agenparl, Celeste Costantino illustra il percorso verso l’uscita del tunnel della violenza.

“Le linee guida della Convenzione di Istanbul partono da un assunto che è uno sguardo culturale e sociale completamente ribaltato sulle donne – spiega Costantino -. Si prende atto della violenza maschile sul corpo e sulla psiche delle donne e si individuano le modalità per prevenire la violenza sulle donne”.

Oggi lei interverrà in Aula, su cosa focalizzerà l’attenzione dell’Assemblea?

“Mi concentrerò molto sull’aspetto educativo e una parte la dedicherò alle donne emigranti. Anche rispetto all’esperienza che sto facendo con il tour “#RestiamoVive”, visitando i centri anti-violenza italiani. Dalle prime tappe emerge un dato significativo e cioè la maggiore richiesta arriva dalle donne emigranti che vivono situazioni pesanti e che il più delle volte sono badanti. Persone quindi che si trovano a stare nelle case della persona assistita ed è qui che spesso si verificano episodi di violenza”.

Quali saranno i tempi di approvazione definitiva del provvedimento?

“La risposta del governo è stata immediata. Bisogna capire come sarà l’iter al Senato, ma credo ci sia una forte volontà da parte del governo affinchè si passi subito all’applicazione reale e effettiva della convenzione. Si vuole portare avanti una battaglia comune e questo è un segnale positivo”.

Basta legiferare oppure è occorre attivarsi anche attraverso altri canali come la formazione?

“E’ un passaggio fondamentale che deve avvenire a partire dalle scuole materne, asili pubblici e laici”.

Uno degli ultimi episodi di brutalità nei confronti delle donne arriva dalla sua terra, la Calabria, quali sono stati i suoi sentimenti di fronte all’ennesimo episodio?

“E’ un forte dolore e si pensa soprattutto ai familiari. Però non dobbiamo commettere un errore, cioè davanti ad un’età così giovane c’è l’atteggiamento emotivo da parte della politica e voler reagire davanti allo shock, ma senza rendersi conto che si tratta di un elemento quotidiano. Cambiano i nomi, le età, le provenienze geografiche, le classi sociali, ma il femminicidio miete le sue vittime quotidianamente”.

Lei è autrice di un fumetto su Roberta Lanzino cosa è cambiato da allora ad oggi?

“E’ cambiato tanto perchè prima non si poteva neanche nominare la parola femminicidio. L’altro giorno pensavo a “Comizi d’amore” di Pasolini quando nel ‘63 intervistò un uomo calabrase che diceva che il divorzio non serve davanti a casi di corna perchè solo l’omicidio può spazzare via l’onta del tradimento. Lo diceva con una naturalezza che faceva parte di un contesto e di una mentalità. Il fatto che oggi ci apprestiamo a sottoscrivere una ratifica testimonia che il fenomeno è presente e vivo, però da allora ad oggi sono stati fatti passi in avanti. Anche grazie ai movimenti delle donne e alla maggiore sensibilità da parte degli uomini. C’è un mondo maschile che si sta mettendo in discussione perchè l’attenzione non è solo sulla vittima, ma anche su chi produce violenza. Ed è lì che occorre intervenire, su chi produce violenza”.

Il nostro Paese non ha atteso un pò troppo prima di legiferare sul femminicidio?

“La responsabilità colpisce vari segmenti. Non solo la politica E’ importante che ci sia il lavoro legislativo, ma in parallelo con un lavoro sociale e culturale. I motivi per cui la politica è rimasta indietro sono legati alla mancanza di una neutralità nell’affrontare il tema delle donne. Vent’anni di berlusconismo hanno prodotto un arretramento culturale fortissimo nel Paese. Se da una parte si attribuisce un senso al fenomeno della violenza sulle donne dall’altro l’esempio che arriva dalla politica di centrodestra non è stato positivo, nonostante lo sforzo di alcuni ministri che hanno dato un contributo importante. Come il ministro Carfagna che approvando la legge sullo stalking ha dato un contributo importante al contrasto della violenza sulle donne”. Un argomento, quest’ultimo, che non viaggia da solo, ma tocca tutti gli aspetti della vita, spiega la parlamentare calabrese, e “in questo il governo di Berlusconi non ha aiutato, quindi credo che la responsabilità sia del governo precedente”, ha aggiunto.

Occorrono pene più severe?

“Non credo ad un inasprimento della pena, la legge c’è e tutto sta nel farla funzionare”.

Stiamo andando nella giusta direzione?

“Assolutamente si. La ratifica della convenzione significa una piccola grande rivoluzione che facciamo nel nostro paese”.