Mohamed, 47 anni proveniente dal Sudan, è morto mentre raccoglieva i pomodori nelle campagna di Nardò. Lavorava in nero: 3,5 euro per ogni cassone di 3 quintali. Si è accasciato dopo 12 ore sotto il sole, a 42 gradi.
Non è un fatto di cronaca. È l’ennesima morte per schiavitù e caporalato. Nell’anno dell’ipocrita vetrina di Expo è questa la realtà del nostro Paese: molti dei prodotti che acquistiamo al supermercato provengono da una #filierasporca, fatta di sfruttamento nei campi e grandi guadagni per le multinazionali dell’agricoltura. Esistono degli strumenti – proposti da Terra! onlus, Associazione daSud e terrelibere.org – per contrastare la schiavitù nei campi, il ministro Maurizio Martina è pronto a discuterli?