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In Uganda ci sarà un genocidio Lgbt. Il governo italiano garantisca accoglienza e diritto d’asilo

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“Le persone omosessuali sono disgustose”. Lo ha detto, non molto lontano da noi, il presidente ugandese Yoweri Museveni, dopo aver firmato ieri una legge di repressione nei confronti dei gay. Una legge che prevede pene severissime (fino all’ergastolo), anche per chi “promuove, sponsorizza o finanzia” l’omosessualità.

Parliamo di una violazione dei diritti umani senza precedenti, un attacco alla comunità Lgbt non solo dell’Uganda ma di tutto il mondo. La legge di Museveni annienta le persone umane, introducendo il diritto penale nelle relazioni sessuali e sentimentali. Un miscuglio di fondamentalismo religioso, pregiudizi e falsità scientifiche potrebbe condannare migliaia di uomini e donne ad un genocidio Lgbt. Persone che scapperanno dall’Uganda e cercheranno diritto di asilo in Europa.

Pensate che tutto ciò non ci riguardi?

Mentre il tutto il mondo i leader dei governi contestano il provvedimento dello stato africano, dal fronte italiano tutto tace. Proprio mentre la legge ugandese veniva firmata, da noi il premier Renzi dimenticava quasi del tutto il tema dei diritti civili nel suo discorso per la fiducia in Senato. In un Parlamento che non è riuscito ancora a fare vere leggi per le unioni civili, le adozioni e contro l’omofobia, il presidente del Consiglio ha parlato di “compromesso” sui diritti, facendo l’esempio dello ius soli, sua priorità in campagna elettorale ma oggi ridimensionato a ius culturae (cittadinanza dopo un ciclo scolastico). Voglio dire subito al premier: sui diritti non si fanno compromessi. I diritti vanno garantiti interi. E su questo, dall’opposizione, non faremo sconti a nessuno.

È importante che la nuova ministra degli Esteri Federica Mogherini si dichiari contro la legge ugandese: il governo Renzi attivi l’ambasciata italiana e faccia in modo di garantire immediatamente l’accoglienza e il riconoscimento del diritto d’asilo per i richiedenti Lgbt.