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I miei interventi (inascoltati dal Governo) per il ripristino delle ore di storia dell’arte

Cancellare la formazione artistica è stato l’ennesimo paradosso di una politica che negli ultimi venti anni ha danneggiato beni culturali, paesaggi e patrimoni unici al mondo. Ridurre le ore di storia dell’arte per le studentesse e gli studenti vuol dire abbassare il loro senso critico, cancellare l’interdisciplinarietà con le altre materie letterarie, dimenticare la grandezza del nostro patrimonio storico. Al contrario crediamo che l’Italia debba educare alle arti, alle culture, alla bellezza. La nostra ricchezza culturale e artistica è un bene comune: solo noi possiamo tutelarlo, preservarlo e valorizzarlo. Ma solo se offriremo, ai cittadini di oggi e domani, saperi, intelligenze, conoscenze diffuse dei territori e dei beni culturali italiani.

Allego di seguito i miei interventi normativi in relazione al DL Istruzione votato ad ottobre. Appelli inascoltati dal Governo e dal Ministero dell’Istruzione.
Qui ulteriori info: http://fanpa.ge/1kg3pGF

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Ordine del Giorno 9/01574-A/017
presentato da
COSTANTINO Celeste
testo di
Giovedì 31 ottobre 2013, seduta n. 109

La Camera,
premesso che:
l’articolo 5 del decreto-legge reca disposizioni volte al potenziamento dell’offerta formativa. In particolare, il comma 1 introduce, a decorrere dall’anno scolastico 2014/2015, un’ora settimanale di insegnamento di «geografia generale ed economica» in una classe del primo biennio degli istituti tecnici e professionali, per la cui copertura sono stanziati 3,3 milioni di euro per il 2014 e 9,9 a decorrere dal 2015;
tra le discipline scolastiche le cui ore di insegnamento sono state eliminate o ridotte negli ultimi anni in diversi indirizzi delle scuole secondarie superiori, una è particolarmente grave per un Paese come l’Italia: ci si riferisce alla storia dell’arte;
nel Paese dei Beni Culturali per eccellenza, impedire ai ragazzi di maturare una adeguata conoscenza del proprio patrimonio storico-artistico significa non garantirgli una formazione culturale degna di questo nome, ma anche impedire la formazione di quel senso civico che tutti noi auspichiamo e che si sviluppa a partire dalla conoscenza e dal conseguente rispetto per quell’insieme di valori territoriali, ambientali, storici e artistici che chiamiamo cultura. Imparare la storia dei luoghi e dei monumenti che ci circondano, contribuisce a far comprendere chi siamo e a maturare quel valore imprescindibile del rispetto per il patrimonio e i beni comuni;
la storia dell’arte ha anche una importanza rilevante con riferimento alle ricadute economiche che il suo insegnamento può generare, aiutando i giovani a sviluppare una sensibilità per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale italiano che, con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco, è il più ampio a livello mondiale;
la storia dell’arte è nel settore dell’istruzione, una componente indispensabile e fondamentale per la crescita della cultura che può contribuire efficacemente alla formazione di una forza lavoro qualificata, in grado di produrre innovazione non tecnologica per l’intera economia, nonché servizi e beni competitivi e di alta qualità;
la Strategia Europa 2020, riconosce che i settori della cultura e quello creativo costituiscono un’importante fonte potenziale di occupazione. Negli ultimi dieci anni l’occupazione complessiva in tali settori è cresciuta in misura tre volte superiore rispetto alla crescita occupazionale registrata dall’economia dell’Unione europea nel suo insieme;
eppure il RAC, l’indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali sui siti Unesco, è per il nostro Paese 16 volte inferiore a quello degli Stati Uniti (che hanno la metà dei siti rispetto all’Italia), 4 volte inferiore rispetto alla Francia e 7 inferiore rispetto al Regno Unito. Tali dati sono contenuti in un rapporto di PricewaterhouseCoopers (PwC) che indica che l’economia turistica e il settore culturale e creativo contribuiscono al Pil dei principali paesi europei in media per il 14 per cento. L’Italia, con il suo 13 per cento (circa 203 miliardi di euro), è ben lontana dal 21 per cento del best performer Spagna (225 miliardi) ed è ultima per valore assoluto di Pil generato da turismo arte e cultura;
i dati ci dicono che il nostro Paese sconta una cronica incapacità di generare valore economico dal suo straordinario patrimonio artistico e culturale. Da questo punto di vista l’Italia è paragonabile ad un Paese ricco di materie prime che non è in grado di sfruttare, nonostante i ritorni economici che potrebbe assicurare, perché gli mancano la capacità estrattiva e gli strumenti per farlo;
un atto non solo fortemente simbolico ed emblematico, ma necessario in un Paese come il nostro, sarebbe proprio quello di porre rimedio a tale scempio reintroducendo l’insegnamento della storia dell’arte e potenziando ulteriormente la possibilità di studio del nostro patrimonio artistico;
pochi giorni fa, è stata presentata una petizione, sottoscritta da oltre 15 mila persone, che chiede il ripristino della storia dell’arte nelle scuole superiori. Gli insegnanti di storia dell’arte, promotori dell’iniziativa, sono stati affiancati nel loro importante progetto anche da Italia Nostra che, insieme, hanno rivolto l’appello al Ministro dell’istruzione affinché proceda alla reintroduzione delle ore di insegnamento eliminate;
il Ministro dei beni culturali Massimo Bray ha contribuito in prima persona alla diffusione della petizione, che è stata firmata, tra gli altri, dal Direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del MIBACT Anna Maria Buzzi, dal Direttore degli Uffizi Antonio Natali e da Salvatore Settis,

impegna il Governo

a reintrodurre e a potenziare l’insegnamento della storia dell’arte, in particolare nelle scuole dell’istruzione secondaria, in quanto fondamentale per la formazione degli studenti e per l’economia del Paese.

 

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Proposta emendativa pubblicata nell’Allegato A della seduta del 31/10/2013
5.208.
Dopo il comma 1 aggiungere i seguenti:

1-bis. A decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, i quadri orari dei percorsi di studio previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89 relativi al riordino dei licei, sono integrati, nelle classi del primo biennio, da un’ora di insegnamento di «storia dell’arte» laddove la materia non sia già presente. A decorrere dall’anno scolastico 2015-2016, le ore di insegnamento di «storia dell’arte» sono elevate a due nelle classi del primo biennio.
1-ter. A decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, i quadri orari dei percorsi di studio previsti dall’allegato B2 al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88 relativo al riordino degli istituti tecnici, sono integrati, nelle due classi del primo biennio dell’indirizzo «Turismo», da un’ora di insegnamento di «arte e territorio». A decorrere dall’anno scolastico 2015-2016, le ore di insegnamento di «arte e territorio» sono elevate a due nelle classi del primo biennio.
1-quater. A decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, i quadri orari dei percorsi di studio previsti dall’allegato C1 al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87 relativo al riordino degli istituti professionali, sono integrati, nelle due classi del primo biennio dell’indirizzo «Produzioni industriali ed artigianali», da un’ora di insegnamento di «storia dell’arte». A decorrere dall’anno scolastico 2015-2016, le ore di insegnamento di «storia dell’arte» sono elevate a due nelle classi del primo biennio.
1-quiquies. Agli oneri derivanti dai commi 1-bis, 1-ter e 1-quater, è autorizzata la spesa di euro 6,5 milioni nell’anno 2014, di euro 26,1 milioni nell’anno 2015, di euro 42,8 milioni nell’anno 2016, di euro 78,8 milioni nell’anno 2017 e di euro 86 milioni a decorrere dall’anno 2018, a cui si provvede riducendo in misura corrispondente a decorrere dall’anno 2014, i regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale, di cui all’allegato C-bis al decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, con l’esclusione delle disposizioni a tutela dei redditi di lavoro dipendente e autonomo, dei redditi di pensione, della famiglia, della salute, delle persone economicamente o socialmente svantaggiate, del patrimonio artistico e culturale, della ricerca e dell’ambiente. Con uno o più regolamenti del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalità tecniche per l’attuazione del presente comma con riferimento ai singoli regimi interessati.

Costantino Celeste, Giordano Giancarlo, Fratoianni Nicola